ESCLUSIVO! La manovra per combattere l’evasione fiscale e finanziare con 15 miliardi di Euro i Comuni

La scelta del governo del 29 Agosto 2011 è stata quella di eliminare il contributo di solidarietà, di non aumentare l’IVA, di ridurre parzialmente i contributi per i Comuni e Regioni e iniziare a mettere in atto una serie di iniziative per combattere l’evasione fiscale dando la possibilità ai comuni di conservare parzialmente o integralmente il gettito che deriva da questi controlli.

La lotta all’evasione fiscale è in realtà la scelta più giusta per riequilibrare l’economia del paese e deve essere fatta considerando:

  • il peso dell’evasione fiscale sull’economia e sulle entrate del paese
  • le risorse e gli strumenti che occorre mettere in atto per combattere adeguatamente l’evasione.

LA DIMENSIONE DELL’EVASIONE FISCALE IN ITALIA

Le stime sull’ammontare dell’evasione fiscale evasione fiscale in Italia indicano un ammontare di evasione delle imposte che può essere stimato tra 100 e 150 miliardi di Euro ( fonti: 100 Miliardi per il corriere.it del 28-8-2008, 275 miliardi per il giornaledellapolitica.com del 22-8-2011, 120 miliardi per lavoce.info del 28-5-2010, 100 Miliardi per le Agenzia delle Entrate del 3-2-2010 ). Questo significa che se si pone l’obiettivo di recuperare il 30% di quanto evaso vuol dire aumentare le entrate dello stato di 45 Miliardi di Euro, obiettivo che consente di raggiungere in tutta tranquillità gli obiettivo di parità di bilancio previsti dall’Europa.

Ma l’aspetto interessante della lotta contro l’evasione fiscale è che nel caso in cui i comuni partecipino attivamente alla lotta contro gli evasori avrebbero la possibilità di acquisire 15 Miliardi di Euro (30% del totale delle entrate recuperate ) consentendo di recuperare sia la quota dei finanziamenti tolti dal governo negli ultimi 2 anni che di acquisire una parte aggiuntiva di finanziamenti per lo sviluppo e la crescita dei servizi. Partecipare alla lotta contro l’evasione è quindi la più importante opportunità per i comuni per ripristinare le condizioni per lo sviluppo e la crescita dei servizi al cittadino.

MA COME E’ POSSIBILE SVOLGERE UNA LOTTA EFFICACE CONTRO L’EVASIONE?

  1. Modificando le norme di legge in merito all’evasione : l’evasione fiscale non è solo la mancanza di rispetto a delle norme civili inerenti il pagamento delle imposte, ma rappresenta anche una violazione del rispetto del bene comune e dei doveri di ogni cittadino di contribuire alla crescita e allo sviluppo del paese. Se pensate che negli Stati Uniti l’evasione fiscale è considerata un reato Federale ovvero un reato grave contro lo stato che prevede sanzioni civili e penali di estrema gravità, ci si rende conto che per combattere l’evasione occorre una legislazione adeguata alla gravita del fenomeno, che in Italia ha proporzioni bibbliche. Ciò significa che è necessario un inasprimento delle sanzioni in caso di evasioni ricorrenti e con dimensioni significative e l’inserimento di norme per considerare l’evasione fiscale un reato punibile sia civilmente ( con multe e intervento sui beni) ma anche penalmente nel caso in cui la dimensione dell’evasione (esempio oltre i 500.000 Euro) e la sua recidività (da più anni) dimostrino una volontà consapevole e perpetuata nel tempo di non rispettare gli obblighi di contribuire allo sviluppo del paese provocando un danno alla società. La pena deve quindi prevedere anche l’arresto e l’obbligo a svolgere il periodo di detenzione nello svolgimento di servizi sociali di pubblica utilità per i soggetti di infrazoni di una certa gravità. Per tutti i cittadini deve essere ben chiaro che evadere il fisco è un reato grave, indipendentemente dall’entità dell’evasione e che più l’evasione è elevata più la sanzione e la pena sarà commisurata al danno all’erario e alla società. Chi non paga le tasse crea un danno agli altri cittadini, non solo all’erario e questo deve essere ben chiaro nelle nuove norme per l’evasione fiscale.
  2. Aumentando le risorse necessarie per combattere l’evasione: con interventi in due direzioni ovvero aumentando il numero del personale che deve operare nell’amministrazione finanziaria e nella lotta all’evasione, dirottando risorse che verranno liberate dalla chiusura delle provincie e dall’aumento dell’efficienza della P.A. nel settore dell’amministrazione finanziaria incrementando gli addetti di almeno 20.000 risorse ( l’amministrazione finanziaria italiana, al netto dei militari della Guardia di finanza, conta oltre 33.500 addetti: meno della metà di quelli presenti in Francia (72.800), nel Regno Unito (70.700) e quasi quattro volte in meno di quelli occupati in Germania (112.300 circa). La seconda direzione per l’aumento delle risorse è il coinvolgimento dei comuni che devono partecipare attivamente a una mappatura del territorio, delle risorse e delle attività svolte finalizzata a creare una mappa delle risorse e del potenziale socio-economico del territorio e a individuare i casi di sospetta evasione. I comuni non possono più avere una semplice responsabilità amministrativa del territorio, devono essere responsabili anche dello sviluppo e del controllo fiscale del territorio. Questo è il vero federalismo fiscale.
  3. Aumentando la quota di incasso del fisco di quanto viene accertato : non è sostenibile che il fisco in Italia incassi solo il 10,4% dell’accertato. Un dato scoraggiante se paragonato all’America, che incassa il 94%, alla Gran Bretagna, 91%, e alla Francia, 87%. Occorre stabilire nuove norme e piani opportuni di intervento per aumentare significativamente la quota di incasso sull’accertato prevedendo: (A) tempo massimo di 3 mesi per concordare il piano di versamento di quanto dovuto dall’evasione accertata;(B) riduzione degli interessi da pagare sull’evasione pregressa in caso di versamento del 100% dell’evasione accertata entro i successivi 12 mesi;(C) Riduzione dei tempi per intervenire con la confisca dei beni per gli evasori che non rispettano i versamenti previsti dell’evasione .
  4. Realizzando piani di intervento per individuare gli evasori in quattro direzioni: (A) Piano di controllo incrociato tra i possessori di beni di lusso ( automobili, natanti, gioielli), immobili significativi ( valore oltre 500.000 Euro) e il reddito dichiarato degli stessi soggetti per intercettare gli evasori totali e quelli che dichiarano un reddito irrisorio (es. 12.000 Euro all’anno) a fronte del possesso di un patrimonio significativo. (B) Piano per analizzare i dati economici ( reddito dichiarato, beni, immobili, ecc.) per intercettare individui che operano nel settore del commercio, in professioni di rilievo (es. avvocati, medici, ecc.)  che dichiarano un reddito che si presume non coerente con l’attività svolta e i beni posseduti (es. 10.000 Euro annui a fronte di beni acquisiti di valore 5 o 10 volte superiori ). (C) Piano per analizzare i bilanci delle imprese medio piccole e dei relativi soggetti amministratori ( es. reddito dichiarato, beni, ecc.) per individuare i casi in cui si rilevi una evidente incoerenza tra il fatturato e l’utile della società e il reddito e il patrimonio degli amministratori. (D) Piano per analizzare i bilanci delle imprese di grandi dimensioni al fine di confrontare i risultati di bilancio con i flussi finanziari e i contratti di acquisto e vendite al fine di individuare evidenti incoerenze tra l’attività dichiarata a bilancio e il valore dell’attività svolta.

Sviluppare un piano per combattere l’evasione fiscale nelle quattro direttive sopra esposte, vuole dire agire decisamente e con cognizioni di causa per ripristinare il dovere di tutti i cittadini di contribuire adeguatamente alla crescita del paese.

In un paese come l’Italia dove l’evasione fiscale è diventata la piaga sociale che sta affossando l’economia del paese, intrapprendere opportuni piani per :

  • recuperare la quota maggiore possibile di evasione fiscale
  • ristabilire le condizioni di equilibrio del gettito fiscale da parte dei cittadini

sono le due condizioni necessarie non solo per raggiungere l’obiettivo di equilibrio di bilancio richiesto dall’Europa, ma anche e soprattutto sono le premesse indispensabili per favorire lo sviluppo e la crescita del paese, consentendo di ridurre progressivamente la pressioni fiscale ai soggetti che già versano le imposte e di aumentare la base dei soggetti che contribuiscono alla crescita de PIL.

Aumentare la base imponibile è LA SCELTA OBBLIGATA per riprestinare le condizioni di crescita del PIL dell’Italia ma deve essere raggiunta con cognizione di causa e con azioni adeguate e serie, questo vuole dire essere responsabili del paese e dei diritti di tutti i cittadini.

Sono sorpreso a riguardo di come la Banca D’Italia e anche gli organismi di Controllo della Comunità Europea sottovalutino questo aspetto, continuando a richiamare l’Italia sull’importanza di aumentare le entrate. Ma se il dettito delle entrate fiscali arrivano sempre dalla stessa base di soggetti questo frena l’economia, non la incrementa. Ci vuole cosi tanto a capirlo?

Spero con questo contributo di avere dato una visione sufficientemente chiara della gravita del problema dell’evasione fiscale e nello stesso tempo di come proprio la lotta contro l’evasione è l’elemento centrale e la più grande opportunità che deve caratterizzare qualunque misura politica, finanziaria ed economica per risanare il paese.

By Giovanni Roi

La manovra finanziaria e l’intelligenza che non c’è. Povera Italia come siamo ridotti!

La questione della manovra finanziaria non è grave solo per i provvedimenti che il governo intende applicare, ma per la disarmante mancanza di intelligenza che caratterizza il piano del governo. Sembra quasi che il governo sia composto da gente che di economia e di finanza non ne capisce nulla o forse ne capisce ma vuole salvare ancora la faccia ai 2-3 milioni di deliquenti evasori fiscali facendo pagare la crisi al resto de paese. E quello che mi preoccupa ancora di più è che la Comunità Europea non ha capito nulla della manovra del Governo, altrimenti si sarebbe accorta che la manovra del governo è una massa di stupidaggini che hanno solo l’effetto di un’ aumento volatile delle entrate e di una diminuzione della crescita del PIL. Ma come si fa a essere cosi incompetenti????

Se si presenta un piano che prevede solo interventi di aumento delle entrate applicate a chi già le versa e di riduzione delle spese senza alcun intervento per favorire lo sviluppo del paese, si interviene solo con paliativi che hanno un effetto negativo su tutto il paese.

Ma perchè non ne capisce nulla Tremonti, Belusconi, la Lega e tutto il Governo?

Ora ve lo spiego.

Raggiungere l’obiettivo del pareggio di bilancio vuole dire che le spese del paese non devono superare il PIL ( prodotto Interno Lordo). Per fare questo occorrono due cose:

  • che le spese siano ridotte rispetto al bilancio attuale
  • che le entrate aumentino, ovvero che ci sia una crescita del PIL cosi da diminuire l’incidenza tra spese e PIL. Ma la crescita delle entrate per essere efficace deve essere effettuata su un’ aumento delle imposte basata sull’incremento del numero dei soggetti che versano le imposte, altrimenti è solo un’ aumento delle imposte a chi già le paga.

Ma per raggiungere questo obiettivo CI SONO ALCUNE COSE CHE NON SI DEVONO FARE E ALTRE CHE SI DEVONO REALIZZARE.

LE AZIONI DA NON FARE

  • Aumentare le tasse a chi già le paga e che quindi NON potrebbe contribuire ad aumentare il PIL, perchè avrebbe ancora meno soldi da spendere. Il contributo d solidarietà cosi come è inserito è DELETERIO perchè diminuisce la capacità di spesa del ceto medio. Se si vuole mettere un contributo ha senso inserirlo per i grandi contribuenti ( 5% per coloro che hanno un reddito superiore ai 300.000 Euro).
  • Aumentare l’IVA dell’1 % : avrebbe effetti disastrosi perchè sarebbe pagata ancora dagli stessi italiani e dalle imprese che già la pagano, diminuendo ancora la capacità di spesa degli italiani.
  • Intervenire pesantemente sulle pensioni : è un intervento da farabutti, perchè andrebbe a toccare diritti acquisiti e chi è già pesantemente toccato dalla crisi.
  • Diminuire le  i finanziamenti ai comuni e alle Regioni: è un’azione folle perchè diminuisce le entrate di questi enti senza preoccuparsi di dare strumenti per la crescita e lo sviluppo di un reale federalismo fiscale.
  • Far applicare gli interventi per la riduzione dei costi della pubblica amministrazione a chi sino a oggi ha gestito tutte queste amministrazioni: se fino ad oggi questi direttori delle ASL, degli ospedali, delle regioni, dei comuni, delle istituzioni scolastiche e di tutte le istituzioni in genere, non sono riusciti a ridurre le spese, mi spiegate come potranno farlo domani per decreto? In modo matematico e demenziale ( es. ridurre i costi del 30% senza curarsi di cosa si riduce). Questo avrebbe effetti devastanti su tutto il paese. (NB. Brunetta va a vedere cosa sta succedendo nella scuole e impara. E’ un vero disastro!!).

LE COSE DA FARE

  • Sviluppare un piano di intervento sull’evasione fiscale che colpisca pesantemente tutti coloro che evadono il fisco con un piano di recupero do 20-30 miliardi di euro all’anno.
  • Ridurre le spese della politica del 50% e dei costi della pubblica amministrazione dal 10 al 20% nelle aree in cui sia verificato un effettivo spreco di risorse, ma facendo gestire questi piani di riduzione a risorse competenti in grado di valutare le effettive aree di riduzione delle spese.
  • Applicare un’ imposta dello 0,5% sui grandi patrimoni con oltre 20 milioni di valore, ovvero su chi ha la possibilità di sostenere un’aumento delle imposte.
  • Allineamento della tassazione delle rendite finanziarie a quelle applicate nei paesi Europeri ( 20% di tassazione)
  • Intervenire sulle pensioni per uniformare l’eta di pensionamento alla norma europea.
  • Eliminare tutte le provincie. Non servono a nulla.
  • Obbligare tutti i comuni e le regioni a presentare un piano di sviluppo del territorio e dell’economia del loro territorio e a una riduzione delle spese sperflue ( es. obbligo a utilizzare la comunicazione digitale per tutte le operazioni e comunicazioni ): i comuni devono essere responsabili sia dell’erogazione dei servizi sul territorio ma anche di favorire lo sviluppo dell’economia e della società.
  • Presentare un piano per la liberalizzazione per lo sviluppo delle imprese e delle iniziative economiche.
  • Presentazione di un piano per lo sviluppo e il finanziamento di iniziatve in settori economici che possono contribuire in modo determinante alla crescita del paese tra i quali ci sono la crescita del turismo integrato, il finanziamento e la ricerca nei settori del riciclaggio e del recupero dei materiali nei rifiuti e delle energie alternative.

Per gestire un paese, cari ministri, partiti di governo e dell’opposizione ci vuole prima di tutto intelligenza, se questa c’è allora ci sono le premesse per governare il paese, altrimenti ogni intervento avrà solo effetti negativi per il futuro del paese.

by Giovanni Roi