ESCLUSIVA, ECCO LA SOLUZIONE CHE RISOLVE COMPLETAMENTE GLI INCENDI BOSCHIVI IN ITALIA, IN USA E NEL MONDO

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Quello che è accaduto negli incendi boschivi nell’ultimo anno 2017 e che sta ancora accadendo in molti Paesi del Mondo, dall’ Italia, alla Spagna, Portogallo, altri Paesi d’ Europa e negli Stati Uniti, ha generato una devastazione nei Paesi degli incendi senza precedenti con effetti che richiederanno molti anni per i Paesi con maggiori devastazioni per ricostruire il territorio boschivo e sulle imprese, Città e abitazioni distrutte. Questa incalcolabile devastazione ha indicato in modo inequivocabile che l’attenzione di tutti questi Paesi e soprattutto dall’ Italia, USA e dalla Comunità Europea negli ultimi 10 anni sull’effetto degli incendi boschivi nei loro Paesi non è stato per nulla adeguato.

In Portogallo, il primo ministro Antonio Costa, ha dichiarato “lo stato di catastrofe” e ha avvertito che non ci sono Vigili del fuoco sufficienti per rispondere a tutti gli incendi attivi in Portogallo, dove tra gennaio e fine settembre  del 2017 sono già 216.000 gli ettari di terreno andati in cenere, di cui 23 mila da inizio ottobre.

In Spagna almeno sono iniziati nel 2017 numerosi incendi che stanno devastando la regione della Galizia, nel nord della Spagna, alimentati dei forti venti provocati dal passaggio dell’uragano Ophelia con 4 morti e 105 incendi in Corso.

Negli Stati Uniti una catastrofe immane è quella che ha colpito la California: 65.000 ettari  ( 65×65 km2) andati in fumo, 40 vittime ma il numero dei morti è destinato a salire di molto visto con 670 persone che risultano disperse. La situazione della California  “è di tale gravità e ampiezza che una risposta efficace è oltre le capacità dello Stato e dei governi locali colpiti”, ha ammesso Il governatore democratico Jerry Brown , invocando l’assistenza da Washington. Il presidente Trump lo ha chiamato al telefono per garantirgli gli aiuti richiesti in questa “terribile tragedia” e Brown ha apprezzato la sua risposta rapida. Mai come ora il fuoco aveva danneggiato in modo così devastante le due contee vinicole, che con i loro 100 mila acri di viti ed oltre 650 case vinicole producono circa il 13% di tutto il vino californiano ma ben di più se si guarda solo alle bottiglie di qualità. Un’industria che genera ogni anno più di 55 miliardi di dollari in California. I danni quindi potrebbero essere ingenti, soprattutto se i roghi dovessero continuare nei prossimi giorni. Senza contare l’indotto legato al turismo, trainato spesso da visite e degustazioni alle cantine locali. Ma negli ultimi anni il numero dei roghi sta aumentando, anche in altri stati dell’ovest, dove sono bruciati complessivamente oltre 8 milioni di acri, rilanciando gli interrogativi sul cambiamento climatico e nello stesso tempo anche sulle capacità di prevenire e gestire calamità naturali ormai annunciate.

Secondo Legambiente, in Italia dalla metà di giugno del 2017 al 18 luglio 2017 sono bruciati 26 mila ettari di bosco, cioè tanti quanti in tutto il 2016. Nello stesso periodo ci sono state 430 richieste di intervento degli aerei antincendio, cioè un terzo in più del 2007, considerato fino ad ora l’anno peggiore per gli incendi in Italia (quell’anno bruciarono centomila ettari di boschi). Soltanto lunedì 17 luglio, i vigili del fuoco hanno effettuato 1.030 interventi diversi per incendi della vegetazione.

L’ EFFETTO DEGLI INCENDI BOSCHIVI

I dati pubblicati quest’ anno dagli effetti degli incendi boschivi dimostrano una molto seria deterrente sulla qualità del clima e sugli effetti dannosi che avvengono nei Paesi.

Le condizioni che influenzano sia I ‘inizio che la prima propagazione dell’incendio, sono principalmente rappresentate:

  • dalla quantità d’acqua che si trova nei tessuti delle piante, che può variare dal 2 al 200% nei tessuti morti, in dipendenza delle condizioni atmosferiche ed in particolar modo dell’umidità relativa dell’aria;
  • dal vento, che oltre a favorire L’afflusso dell’ossigeno, quale comburente, determina L’avanzamento della linea del fuoco, provoca il preriscaldamento del materiale legnoso e quindi nuovi punti d’inizio e di continuazione del fuoco;
  • dalla quantità, dimensioni, disposizioni dei materiali combustibili, i quali, se sottili e non pressati, offrono maggiore superficie esterna all’ossigeno comburente;

e queste sono le componenti nelle quali sono state evidenziati gli effetti dannosi degli incendi in tutti i Paesi.

Come è stato pubblicato in questo sito ( link da consultare: http://www.quotidianolegale.it/incendi-boschivi-analisi-soluzioni/ ) , è stato evidenziato che si prevedono, anche quest’anno in Italia e anche negli altri Paesi, danni economici elevatissimi – boschivi oltre il danno ambientale. Il conto (come ogni stagione) è presto fatto su queste componenti:

  • Spese dirette all’avvistamento e spegnimento degli incendi, calcolando gli oneri di gestione dell’intera flotta aerea, delle spese sostenute dal Corpo Forestale , dai Vigili del Fuoco, dalla Protezione Civile, dalle Regioni e in alcuni sporadici casi dai Comuni;
  • Spese indirette derivanti dal danno ecologico e dal dissesto idrogeologico determinato dalla scomparsa di aree boschive, ad esempio, spese strettamente collegate a frane, smottamenti, alluvioni;
  • Spese per ripristinare i boschi percorsi dal fuoco oltre l’immediato danno che si avrà per la instabilità del clima delle zone interessate;
  • Perdita di alcuni servizi, economicamente rilevanti, quali: produzione silvo-colturale (legno, frutti di bosco, funghi ecc.), produzione ricreativa, produzione turistica;
    Perdite in beni economicamente apprezzabili, quali: fauna, flora, edifici o altri beni ad uso umano danneggiati o distrutti dalle fiamme;
  • Spesso in questo elenco si deve, purtroppo, aggiungere l’inestimabile valore delle perdite in vite umane;
  • Mutamento climatico.

In conclusione delle breve analisi, si deve sempre tenere a mente che, il patrimonio di diversità biologica che va distrutto negli incendi è immenso. La rigenerazione di un manto vegetale dopo un incendio può iniziare rapidamente e il tempo per rivedere una prima crescita di alberi può essere anche solo di una decina di anni per gli alberi piccoli, mentre per gli alberi secolari di molti anni ci vorranno non meno di 30 anni per rgenerarli. Ma per la rigenerazione fino ad uno stadio prossimo alla maturità di un bosco misto di latifoglie (come quelli di cui ogni anno perdiamo in Italia molte centinaia di ettari a causa degli incendi), occorrono anche 200 anni.

Con un incendio non si distruggono soltanto singole nicchie ecologiche ma vengono persi spesso irreparabilmente interi ecosistemi. Quando le foreste sono ridotte a frammenti sparsi, come lungo le coste del Mediterraneo che hanno subito l’impatto maggiore dello sviluppo, quelle portate via dagli incendi possono essere localmente una parte consistente o la totalità della superficie forestale residua; in questi casi gli incendi significano la distruzione di interi ecosistemi, la scomparsa di specie in via di estinzione, l’esposizione del suolo all’erosione, difficoltà nella ricolonizzazione.

Ma la realtà dell’ambiguità è che di fronte a effetti disastrosi che ci sono accaduti e che ci saranno in tutti i Paesi per gli incendi boscosi accaduti,  di fatto c’erano grandi opportunità per consentire che:

  • gli incendi non fossero attivati
  • gli incendi potevano essere bloccati e ridotti al 90% nel momento in cui fossero attivati nuove tecnologie e strategie di intervento

ITALIA, INCENDI GENERATI DA MAFIOSI E DA PERSONE IRRISPETTOSE DELL’AMBIENTE CHE POTEVANO ESSERE LIMITATI DRASTICAMENTE

In Italia negli ultimi due anno 2016 e 2017 c’è stato un incremento orribilmente significativo degli incendi boschivi che sono raddoppiati gli incendi estivi: oltre 97 mila rispetto ai 50 mila nel 2016 ed è triplicata la superficie incenerita dall’inizio dell’anno, oltre 140 mila ettari. Ma è stato significativo individuare l’aumento la superficie media incenerita (da 3,8 a 5,2 mila) a causa dei 706 incendi del 2007 e alle annate terribili 1997,1998, 2007 e 2012 ( link con le informazioni : http://www.lumsanews.it/incendi-rapporto-sul-business-delle-mafie)

Nel decennio passato in Italia si sono perduti, per detta causa, più di 500 mila ettari di bosco, ne I ‘azione di rimboschimento e di ricostituzione boschiva sono riusciti a rimediare alle recenti devastazioni.

Da quanto è emerso negli ultimi 20 anni in Italia è stato evidente rilevare che molti ambientalisti iniziarono a denunciare apertamente che: da una parte, si ricercano le cause dei devastanti incendi boschivi che, puntualmente e implacabilmente ogni anno, continuano a colpire l’Italia, e in particolare alcune Regioni. E dalle analisi effettuate è emerso illecitamente che c’è una vera e propria industria “illecita” che trae profitto dagli incendi (mafia, ‘ndrangheta, camorra, speculatore edilizi, allevatori, lavoratori forestali, piromani, noleggiatori di aerei antincendio, elicotteri ecc.) e proprio da queste industrie “illecite” vengono creati una buona parte degli incendi boscosi.

Analizzando le componenti che hanno influenzato significativamente su questi incendi, è emerso che per la maggiore parte non è accaduto da un effetto del clima, ma soprattutto dalle azioni di mafiosi e di persone irrispettose delle Regioni che l’hanno attivato con la prospettiva di avere ulteriori lavori di ricostruzione e ripristino ne tempo.

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Se vedete dai dati pubblicati è stato impressionante di aver individuato che ci sono state:

  • 55 le persone arrestate in flagranza
  • 500% la crescita dei fermi rispetto al 2016
  • 697 le persone denunciate

Ma di fronte a questa drammatica situazione accaduta in Italia, quale è l’applicazione normativa applicata dal Giudice in Italia per chi interviene in questi disastri ambientali?

  • C’è una grande difficoltà sulle normative di legge da applicare le norme sulla cagione dolorosa di un incendio su boschi, selve e foreste e vivai forestali: secondo Legambiente nel 2016 in tutta Italia ci sono stati 4.635 incendi, ma solo 322 persone denunciate e 14 arrestate per lo stesso reato. Come si spiega quest’incredibile sproporzione tra peccati e peccatori? «A differenza di una rapina in banca, nei boschi la scena del crimine è sempre immensa e difficilissima da analizzare» spiega il colonnello Di Fonzo. Bisogna lavorare di intelligence, raccogliere le rare voci che circolano nei paesi, monitorare le vie d’accesso ai boschi e sperare che tra gli undici milioni di ettari di foreste che ricoprono la penisola, l’incendiario scelga di dare fuoco proprio al cespuglio inquadrato dalla fototrappola del Corpo forestale ( link per dettagli : http://www.repubblica.it/venerdi/articoli/2017/07/11/news/piromani_fuoco-170512008/)
  • Secondo Legambiente, il 60 per cento degli incendi è causato volontariamente. Il 40 per cento degli incendi italiani sono colposi: c’è chi brucia sfalci e perde il controllo delle fiamme, chi griglia salsicce e finisce per arrostire alberi interi. Del restante 60 per cento una minima parte è ascrivibile a patologia psichica, il grosso a un incredibile mix di astio personale, liti di vicinato, puro teppismo o deliranti pratiche agricole o venatorie.( link per dettagli : http://www.repubblica.it/venerdi/articoli/2017/07/11/news/piromani_fuoco-170512008/)
  • C’è una inadeguatezza degli anni di reclusioni per le persone che producono gli incendi: ai sensi dell’art. 423 bis c.p., così come introdotto dall’art. 11, c.1, della l. n.  353/2000, chiunque cagiona dolosamente un incendio su boschi, selve e foreste o vivai forestali destinati al rimboschimento, propri od altrui è punito con la  19 reclusione da 4 a 10 anni. Se l’incendio boschivo è invece cagionato per colpa la  pena prevista è la reclusione da 1 a 5 anni . È inoltre prevista la reclusione da 6 a 15 anni se dall’incendio deriva un danno grave, esteso e persistente all’ambiente.

Ma l’assurdità di queste informazioni dimostra:

  • una inadeguatezza delle modalità degli interventi dei Giudici, della Polizia e dei Carabinieri con cui analizzare, identificare e delineare le condizioni per applicare  l’azione dolorosa delle persone sugli incendi
  • una inefficienza del Governo e anche delle Regioni e dei Comuni nelle normative con cui operare e intervenire per l’identificazione delle cause degli incendi e le attività da svolgere per la prevenzione e per l’antincendio
  • una normativa di legge inadeguata: come è possibile che si sia una forte limitato arresto dei denunciati in queste azioni svolte e che vengano attivate reclusioni al massimo di 15 anni, quando la distruzione di alberi in grandi foreste richiedono come minimo da 10 a 30 anni fino a 200 anni per essere ricostruiti?

INTERVENTI PER LA LOTTA E PREVENZIONE DELL’ INCENDIO

La lotta antincendio comportano una serie di interventi che devono essere revisionati da tutti i Paesi per consentire che gli incendi boscosi non accadano e vengano bloccati nella parte di attivazione iniziale. Le tre componenti in questa area (link per accesso ai dettagli : http://www.comunevitulano.it/avvvpc/pages/studio.htm) sono:

  • PREVENZIONE DEGLI INCENDI : la prevenzione comprende:– Qualsiasi strategia di prevenzione e lotta al fuoco, per quanto valida nei suoi principi ispiratori, è destinata a fallire se non sostenuta dalla partecipazione della gente, sia in termini di convincimenti che di azioni materiali.

    – La necessità di indicare alcuni orientamenti volti ad integrare il piano organizzativo antincendio, soprattutto quando lo studio delle cause del fenomeno induce a ritenere che il comportamento dell’uomo, doloso o colposo che sia (83,5%), è all’origine del diffondersi degli incendi boschivi e della distruzione dei delicati equilibri ambientali.

  • MONITORAGGIO DEGLI INCENDI: gli impianti di monitoraggio attualmente attivati non sono adeguati alle reali necessità di intervenire tempestivamente per bloccare gli incendi. Attualmente sono applicate alcuni interventi:– Gli impianti di teleavvistamento realizzati dallo Stato, dalle Regioni o dalle Amministrazioni locali, che sono in continuo sviluppo e un impianto di telecontrollo forestale operante nel Parco Nazionale del Circeo, realizzato dalla Faenzi Giancarlo & C. di Grosseto. Si tratta di un sistema ottico articolato in postazioni periferiche e in una sala operativa di comando e controllo che garantisce un servizio continuo nelle 24 ore. Un sistema automatico di telerilevameto dei focolai di incendio operante nell’infrarosso e nel visibile, denominato B.S.D.S. e realizzato dalla Teletron di Cagliari.

    – A Vallo della Lucania, in Campania, è stato sperimentato nello stesso anno il sistema con il sensore SRI-10 della Selenia per l’avvistamento e la gestione degli incendi boschivi. I sistemi organici di monitoraggio elettronico e I punti di avvistamento comprendono un sensore all’infrarosso, una unita’ di telerilevamento, una stazione automatica per la rilevazione dei dati meteorologici.

  • INTERVENTI PER LA LOTTA ANTINCENDIO: gli interventi su cui intervengono per lottare contro gli incendi comprendono:– Interventi da parte di tutte le organizzazioni a cui è assegnato di lottare sugli incendi boscosi: dei carabinieri forestali, vigili del fuoco, protezione civile, polizia e volontari utilizzando le strutture locali utilizzabili contro gli incendi ( veicoli, ecc.).

    – Interventi con aerei per la lotta antincendio : con elicotteri e aerei.

TECNICHE DI AEREI CON LOTTA ANTINCENDIO

Gli aerei con lotta antincendio progettati e realizzati da tutti i Paesi comprendevano due modalità:

  • Elicotteri antincendio
  • Aerei antincendio

ELICOTTERI: Gli elicotteri utilizzati per la lotta antincendio possono essere dotati sia di serbatoi interni che di benne sospese al gancio baricentrico. Le benne (buckets in inglese) vengono normalmente riempite immergendole in laghi, fiumi o vasche portatili, mentre i serbatoi imbarcati devono essere riempiti a terra, dopo che il velivolo è atterrato. Unica eccezione alla regola è data dall’Erickson S-64 Aircrane e dal Bell 204 in allestimento antincendio, che dotati di lunghi snorkel possono pompare l’acqua dalla superficie del lago o fiume e riempire così la cisterna della quale sono dotati senza dovere atterrare. La quantità di acqua lanciabile sugli incendi è molto meno di quella utilizzabile dagli aerei.

AEREI: Gli aerei antincendio, o airtanker, o water bomber, sono normalmente velivoli ad ala fissa dotati di grandi serbatoi che possono essere riempiti a terra dopo che il velivolo è atterrato. Velivoli con capacità anfibie, quali i Canadair CL-415 possono invece posarsi direttamente sulla superficie del mare o dei laghi e riempire i propri serbatoi senza l’ausilio di altre apparecchiature.

Tra i velivoli divenuti famosi nel ruolo antincendio di cisterne aeree di dimensione media furono invece spesso utilizzati dei Grumman S-2 Tracker, che rimotorizzati con motori a turbina al posto dei vecchi motori a pistoni vennero utilizzati per molti anni negli Stati Uniti dal California Department of Forestry & Fire Protection, mentre velivoli quali il Douglas DC-4, il Douglas DC-7, il Lockheed C-130 Hercules, il P-2V Neptune o il P-3 Orion furono impiegati nel ruolo di aereo antincendio di grandi dimensioni. Attualmente i velivoli più grandi utilizzati nel ruolo antincendio sono due Martin Mars flying boats utilizzati nella British Columbia capaci di caricare 27.000 litri (7.200 U.S. gal) di liquido e un McDonnell Douglas DC-10 capace di caricare 45.000 litri (12.000 U.S. gal) di liquido. In Russia il ministero per le emergenze russo utilizza due Ilyushin Il-76 modificati, che hanno una capacità massima ipotetica di 56.000 litri (15.000 U.S. gal). Nel frattempo la Evergreen International Aviation sta sviluppando una versione modificata di un B-747 nota con il nome di Evergreen Supertanker, che dovrebbe avere una capacità di carico che si aggirerebbe intorno ai 94.850 litri (24.000 U.S. gal). Tra i velivoli che divennero famosi nel ruolo di velivoli antincendio va sicuramente anche citato l’idrovolante Consolidated PBY Catalina, che simile al suo predecessore utilizzato durante la Seconda guerra mondiale, fu uno dei velivoli più utilizzati in questo ruolo. Non meno famosi sono anche il Canadair CL-215 Scooper ed il Bombardier CL-415 SuperScooper, che invece furono appositamente progettati come velivoli antincendio. Un altro velivolo forse meno famoso, ma certamente dalle grandi potenzialità che fu utilizzato anche in Italia è il Beriev Be-200, che con i suoi 12.000 litri può vantare una capacità di tutto rispetto (link a cui accedere a queste informazioni : https://it.wikipedia.org/wiki/Lotta_aerea_antincendio).

Le caratteristiche di questi aerei antincendio hanno attivato due differenti tecniche:

  • caricamento automatico dell’acqua  con velivolo in grado di risucchiare dall’acqua mente volano vicino al mare o  laghetti
  • caricamento manuale dei serbatoi  quando l’aereo è a terra, tramite un idrante o una cisterna
  • dimensioni dell’acqua caricabile sull’aereo da 6.137 – 12.000 ( aerei medi con caricamento automatico di acqua) e da 27.000 – 94.850 litri ( aerei grandi con caricamento manuale dei serbatoi)

Queste tipologie di aerei antincendio hanno sicuramente avuto una evoluzione nel tempo per cercare di aumentare la capacità di intervento sugli incendi, ma in realtà nella progettazione di questi aerei non sono state considerate altre componenti tecniche che possono migliorare significativamente la risoluzione degli incendi. Questi aerei antincendio non sono in grado di affrontare e risolvere definitivamente gli incendi boscosi e questo è il motivo per cui è necessario innovarli. La capacità di risoluzione di incendi molto estesi e di intervenire con differenti modalità in base al contesto degli incendi, su questi aerei non c’è, agiscono in modalità molto limitata del 30 – 40% di quanto è possibile per risolvere gli incendi di grandi dimensioni.

FASE 1: LA PRIMA SOLUZIONE PER RIDURRE IL RISCHIO DI INTERVENTI ILLECITI DELLE PERSONE CHE PRODUCONO GLI INCENDI BOSCOSI

Il problema serio che c’è in Italia è che le normative di legge da applicare sulla cagione dolorosa di un incendio su i boschi è talmente inadeguata che spinge tutte le persone e imprese che hanno l’interesse a produrre gli incendi, a farli tranquillamente, perché le punizioni di reclusioni sono di un numero di anni molto limitati ( da 4 a 15 anni) e con modalità di applicazioni delle punizioni talmente complesse da avere reso praticamente impossibile una punizione adeguata sui colposi degli incendi.

Se la tecnica di punizione e gli anni di punizione sono inadeguati cosa fanno gli incendiari? Continuano a creare incendi boscosi!

La prima  modalità da attuare per consentire di ridurre i rischi di interventi dolosi e colposi sugli incendi boscosi dei cittadini e delle imprese è quella di modificare completamente le normative di legge al fine che gli anni di reclusioni per le persone che producono gli incendi siano di :

  • 30 anni di carcere a tutte le persone che generano incendi boscosi dolosi intenzionali con l’intento di aumentare il danno nella Regione o con l’obiettivo di attivare nuovi lavori di riparazione e ricostruzione o di danneggiamento voluto nel territorio
  • 5 anni di carcere alle persone che hanno identificato un soggetto che ha generato gli incendi boscosi senza dichiararli ai carabinieri e alla polizia

Le cause più evidenti che sono state rilevate nel territorio è stato in molti casi proprio nelle motivazioni indicate dalla nuova proposta del carcere, perché in realtà troppe imprese e persone intendono attivare questi incendi boscosi proprio per aumentare le attività economiche delle proprie e collegate imprese e per fare crescere le attività di lavoro per ogni Regione.

Se il Governo Italiano e anche qualunque altro Paese del Mondo interviene per rendere consapevole ogni cittadino delle conseguenze gravose che avranno per le azioni dannose colpose degli incendi boscosi, questa decisione porterà seriamente tutti i cittadini ad evitare questi errori, con l’impatto di una riduzione significativa di questi incendi in ogni Paese.

FASE 2: TRASFORMARE LA PREVENZIONE E IL MONITORAGGIO NELLA TECNICA DI MONITORAGGIO SATELLITARE CON CUI RIDURRE IL RISCHIO DEGLI INCENDI BOSCOSI

Quest’anno sono stati molto criticati il governo, le singole Regioni e gli altri enti che hanno organizzato procedure di prevenzione e di intervento per spegnere le fiamme. Sette regioni, Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise, Puglia, Sicilia e Umbria, non dispongono né di aerei né di elicotteri per combattere gli incendi. Inoltre, come scrive la Stampa in un lungo e documentato articolo:

“Vigili del Fuoco denunciano perduranti carenze di uomini e mezzi. Lo scioglimento del Corpo Forestale dello Stato, passato ai Carabinieri, ha creato problemi gravissimi: come nel caso delle Province, oggi molti rimpiangono un organismo che non era molto efficiente, ma che un suo ruolo lo svolgeva. La pressione sulle strutture della Protezione Civile è quasi insostenibile: gestisce una flotta aerea di Canadair ed elicotteri di discrete dimensioni, ma non può certo fronteggiare in modo efficace le 430 richieste di intervento («concorso aereo») pervenute dal 15 giugno a oggi nel 2017”.

Quello che è accaduto nel 2017 nelle Regioni d’Italia, nella California degli Stati Uniti e nel Portogallo, ha dimostrato che l’intercettazione degli interventi da eseguire antincendio sono stati rilevati in questi Paesi già quando erano già avvenuti incendi boscosi disastrosi di grande dimensione in molte località, creando le grandi difficoltà che hanno avuto questi Paesi a limitare e ridurre significativamente gli incendi.

Le tecniche di monitoraggio adottate da quei Paesi (USA, Italia, Portogallo) negli ultimi 10 anni e più ancora nel 2017, hanno dimostrato che adottare sensori di rilevazione di zona, aerei che fanno dei viaggi di monitoraggio in alcune zone solo qualche volta nel tempo e nei giorni e anche droni che cercano di analizzare zone limitate, non sono in grado di intercettare 24 ore su 24 ogni giorno, l’attivazione di incendi boscosi, con la conseguenza che il monitoraggio avviene troppo tardi, quando l’intervento antincendio diventa molto più difficile e complesso.

Dall’ analisi che abbiamo svolto sui problemi degli incendi boscosi, il primo problema da risolvere è quello del MONITORAGGIO E INTERCETTAZIONE PREVENTIVA DELLE FIAMME CHE VENGONO GENERATE NEGLI INCENDI, e questo per una motivazione strategica:

  • se si riesce a rilevare una fiamma che si eleva ad almeno 10-15 metri dal suolo a 15 minuti da quando accade, si riesce a identificare immediatamente che l’incendio  si sta generandosi potendo attivare anticipatamente l’intervento antincendio

Per poter intercettare preventivamente gli incendi boscosi, l’unica modalità adeguata è la seguente:

1.Fase : attivare satelliti in grado di individuare gli incendi direttamente dallo spazio, con sensori termici a infrarossi in grado di riconoscere quando una fiamma si eleva ad almeno 10-15 metri dal suolo (con l’obiettivo di arrivare a 5 metri), cosi da avere un sistema di monitoraggio in grado di fare attivare preventivamente le soluzioni antincendio

Una soluzione con queste caratteristiche è stata progettata dalla NASA con il progetto FireSat (Link della soluzione NASA : https://www.focus.it/tecnologia/innovazione/firesat-satelliti-della-nasa-anti-incendi-ed-esplosioni) , che entro il 2018 entreranno in funzione con duecento satelliti con sensori termici, capaci di rilevare in pochi minuti incendi, esplosioni e altre improvvise variazioni importanti di calore. Un progetto analogo ma molto meno adeguato, ci aveva provato a realizzarlo la Regione Lombardia, progetto AVVISA – AVVistamento Incendi da SAtellite del 2007 che non ha adeguatezza con il progetto della NASA. Per produrre queste soluzioni il Governo Italiano e ogni Paese interessato del mondo, devono aderire a questa soluzione della NASA, prendendo l’impegno di intervenire con le altre soluzioni che indichiamo, perchè questa è l’unica vera modalità che consente di monitorare, intercettare e consentire di intervenire in modo immediato quando n incendio viene innescato.

La soluzione della NASA è di fatto ad oggi l’unica soluzione adeguata per il monitoraggio, l’intercettazione e l’attivazione degli interventi antincendio.

Il problema strategico da attivare ha quindi l’obiettivo di ridurre i tempi di intercettazione degli incendi boscosi, in quanto la situazione più critica di ogni Paese è che gli interventi antincendio avvengono troppo spesso quando l’incendio ha raggiunto dimensioni troppo elevate, cosi da rendere molto più difficile, complesso e a volte irrisolvibile l’incendio boscoso. Intercettare l’incendio in modo anticipatorio, consentirà quindi di poter intervenire significativamente per risolvere gli incendi, con soluzioni che devono essere completamente diverse e più innovative di quelle attualmente svolte.

2.Fase : la rilevazioni di monitoraggio identificate dai satelliti devono essere inviate immediatamente a un centro di controllo con monitoraggio ogni 24 ore, in modo applicare soluzioni adeguate per risolvere gli incendi boscosi

La seconda componente è di definire l’accordo con la NASA o con altre organizzazioni che devono produrre la stessa soluzione, al fine di realizzare un centro di controllo nazionale con monitoraggio ogni 24 ore, in grado di rilevare i dati inviati dai satelliti in modo da applicare soluzioni adeguate per risolvere gli incendi boscosi. La semplificazione del monitoraggio deve essere quindi essenzialmente a livello nazionale, non dalle Regioni, in modo tale da programmare adeguatamente gli interventi da eseguire per ogni incendio boscoso che viene recepito.

FASE 3: INNOVARE LA TECNICA DI LOTTA ANTINCENDIO CON SOLUZIONI INNOVATIVE CON I DRONI E CON PALLE ANTINCENDIO

Nel momento in cui la nuova tecnica di monitoraggio rileva l’attivazione di un incendio boscoso, l’intervento da attivare per consentire di ridurre drasticamente e significativamente gli incendi deve comprendere:

Intervento di droni con l’obiettivo di monitorare e individuare in dettaglio l’incendio attivato e di intervenire con nuove palle antincendio (Elide Fire)

La prima tecnica da attivare come primo intervento sugli incendi è con i droni ( si prevede almeno 10/ 20 droni per ogni area) che devono essere progettati per:

  1. Raggiungere la locazione degli incendi identificata e segnalata  dai satelliti
  2. Rilevare in dettaglio la conformazione della modalità e dimensione dell’incendio con sensori elettroottici e infrarossi
  3. Intervenire preventivamente per ridurre gli incendi lanciando  le nuove palle antincendio (Elide Fire) (link dell’impresa che le produce: http://www.elidefire.com/products.htm ) che devono essere modificate e progettate in diverse dimensioni  per gli interventi eseguiti dai droni per le organizzazioni del Governo. Queste palle antincendio hanno un effetto molto efficace su incendi estesi, e se leggete questo link vedrete la verità dell’effetto di questi risolutori ( link su cui vedere il video :http://www.lastampa.it/2016/03/11/multimedia/societa/la-sfera-antincendio-adatta-a-tutti-che-aiuta-a-spegnere-piccoli-incendi-oKmxGVlPQ3KtcN4CFRcGHO/pagina.html )

L’obiettivo strategico dei droni è quindi quello di effettuare un intervento immediato preliminare con tempi molto più limitati sugli incendi boscosi attivati, sia per individuare in dettaglio le caratteristiche e le dimensioni degli incendi, ma soprattutto di intervenire con le palle antincendio di Elide Fire, al fine di iniziare a ridurre significativamente la dimensione degli incendi attivati.

I droni potranno anche essere utilizzati per monitorare direttamente alcune zone ad alto rischio di incendio per indentificare l’attivazione immediata degli incendi, ma questa è solo una attivazione accessoria, non quella strategica più importante. La loro principale strategia è in ogni caso l’intervento con le palle antincendio per ridurre subito la dimensione degli incendi attivati.

FASE 4: MIGLIORARE L’ATTIVITA’ ANTINCENDIO CON NUOVI AEREI E USO ADEGUATO DEGLI ELICOTTERI

L’intervento degli aerei antincendio è quello più importante e significativo per ridurre e eliminare gli incendi boscosi, ma nella situazione attuale ci sono caratteristiche degli aerei utilizzati che hanno svantaggi e limitazioni significative che non consentono di intervenire con minore tempo per lottare negli incendi ed eliminarli.

Dalle analisi svolte su tutti gli aerei antincendio abbiamo identificato:

  • Aerei di piccola dimensione in grado caricare direttamente l’acqua in carico in appena 12 secondi prendendola direttamente dal mare, laghi e fiume, aerei del tipo Viking Air 415 e Canadair CL-215, ma con una quantità di litri di acqua caricata molto limitata (da 5.455 a 6.137 litri) e senza un volo verticale
  • Aereo di media dimensione in grado caricare direttamente l’acqua in carico in appena 14 secondi prendendola direttamente dal mare, laghi e fiume, aereo del tipo Beriev Be-200 che ha una quantità di litri di acqua maggiore di 12.000 litri e senza un volo verticale
  • Aerei di grandi dimensioni come Martin Mars flying boats utilizzati nella British Columbia capaci di caricare 27.000 litri (7.200 U.S. gal) di liquido e un McDonnell Douglas DC-10 capace di caricare 45.000 litri (12.000 U.S. gal) di liquido. In Russia hanno adottato per le emergenze russo due aerei Ilyushin Il-76 modificati, che hanno una capacità massima ipotetica di 56.000 litri (15.000 U.S. gal). Nel frattempo la Evergreen International Aviation sta sviluppando una versione modificata di un B-747 nota con il nome di Evergreen Supertanker, che dovrebbe avere una capacità di carico che si aggirerebbe intorno ai 94.850 litri (24.000 U.S. gal): ma tutti questi aerei con grandi dimensioni di litri hanno la difficoltà di intervenire velocemente lanciando l’acqua sugli incendi, in quanto devono spostare in luoghi adeguati a terra per ricaricare l’acqua tramite un idrante o una cisterna. Anche tutti questi aerei non hanno un volo verticale.

L’utilizzo delle suddette modalità di aerei antincendio di fatto dimostra significative limitazioni nella capacità adeguata di intervento in quanto:

  • Aerei piccolo dimensioni: sono molto veloci, capaci di recuperare l’acqua direttamente ma la quantità di acqua utilizzata è troppo poca (da 5.455 a 6.137 litri) , e la tecnica di intervento non è ancora in grado di risolvere adeguatamente i problemi degli incendi di grandi dimensioni
  • Aerei medie dimensioni: migliorano la quantità di intervento degli aerei di piccole dimensioni potendo recuperare l’acqua direttamente, ma la quantità di acqua non è ancora sufficiente (12.000 litri) e la tecnica di intervento non è ancora in grado di risolvere adeguatamente i problemi di incendi di grandi dimensioni
  • Aerei di grandi dimensioni: hanno una la quantità di acqua elevate B-747 (94.750 litri) ma la necessità di caricare l’acqua a terra limita i tempi d intervento e la tecnica di intervento non è ancora in grado di risolvere adeguatamente i problemi di incendi di grandi dimensioni

L’ evoluzione e le modifiche innovative degli aerei antincendio deve quindi essere progettata per raggiungere i seguenti requisiti che abbiamo identificato come quelli ideali per risolvere gli incendi boscosi e devono avere:

  1. una quantità di acqua almeno di 25.000 – 30.000 litri di acqua, questo consente di rilasciare una quantità di acqua adeguata agli incendi boscosi di grande e media dimensione
  2. diverse tecniche di rilascio dell’acqua in modo sia da rilasciarla integralmente, ma anche con quantità di rilascio ridotte ( dal 20 al 40%) in modo tale da diventare simili a un’ acqua rilasciata dalla pioggia potendo agire su diversi luoghi che hanno avuto interventi di limitazione degli incendi preventivi (es. caduta palle antincendio)
  3. la possibilità di caricare direttamente l’acqua direttamente dal mare, laghi e fiume per ridurre i tempi di intervento
  4. la possibilità di avere anche il volo verticale, per consentire di limitare la velocità del volo radente potendosi concentrare maggiormente sulle posizioni in cui gli incendi sono visibili

E’ sicuramente significativo considerare che un aereo con questa nuova tecnologia applicata è in grado di intervenire sugli incendi boscosi da 2,5 a 5 e 10 volte più efficace e potente degli aerei di piccole, medie e grandi dimensioni.

Da quanto abbiamo identificato gli aerei che hanno già dei requisiti modificabili per raggiungere questi requisiti è uno simile al Beriev Be-200 , che ha alcune componenti iniziali su cui può essere modificato per conseguire le caratteristiche dei requisiti indicati.

In certi casi di incendi boscosi limitati potranno essere adottati anche gli Elicotteri disponibili antincendio, ma questo solo nei casi in cui la quantità di acqua da utilizzare per gli incendi deve essere molto limitata.

FASE 5: TUTTI GLI INTERVENTI DI PREVENZIONE – MONITORAGGIO E INTERVENTO SUGLI INCENDI NON DEVONO ESSERE ASSEGNATI SOLO ALLE REGIONI MA ANCHE AL GOVERNO E ALLA COMUNITA’ EUROPEA

Una delle situazioni più critiche e inadeguate che abbiamo rilevato in Paesi dove ci sono stati incendi boscosi di alto livello, come l’Italia e anche negli Stati Uniti, è stata una mancanza di interventi e di componenti di supporto antincendio non adeguati in molte Regioni e questo in quanto la responsabilità di attivare gli interventi sia preventivi e di applicare l’antincendio è assegnato alle Regioni, che in certi casi non hanno avuto sia risorse di intervento e anche componenti di intervento adeguati (es. aerei).

Questa carenza e inadeguatezza delle responsabilità e degli strumenti di supporto delle Regioni ha creato molti seri problemi nel rendere disastrose le possibilità di interventi adeguati sugli incendi, con conseguenze di alto livello nel tempo per tutto il Paese.

Un altro esempio significativo è stato anche quello del Portogallo nel 2017 con 216.000 gli ettari di terreno andati in cenere, ma dove hanno avuto serie difficoltà a intervenire adeguatamente sugli incendi, ci hanno provato a chiedere alla Spagna di avere un ulteriore supporto sugli incendi, ma la sessa Spagna in quel periodo aveva anche lei interventi da svolgere sugli incendi nel suo Paese , senza poter dare supporto al Portogallo che senza questi aiuti si trovo a un effetto disastroso nel suo Paese. Il problema del Portogallo in realtà doveva poter essere richiesto anche alla Comunità Europea, se ci fossero stabilite norme di coordinamento e supporto adeguato tra i diversi Paesi quando accadono elementi atmosferici cosi gravi nel territorio. Ma questa decisione in realtà non c’è.

Questa indica che le nuove normative di legge che devono essere attivate per consentire di fare si che gli incendi boscosi siano adeguatamente risolti sono le seguenti:

  1. Il Principio fondamentale per gli incendi boschivi è che l’impatto e l’effetto disastroso economico, sociale e di qualità del territorio e della vita delle persone di questi incendi non è solo nel territorio delle Regioni in cui avviene, ma in tutto il Paese. Questo è il principio per cui la responsabilità prioritaria di primo livello su come attivare gli interventi viene assegnata al nuovo Coordinamento del Governo del Paese.
  2. La responsabilità di primo livello per abilitare e gestire gli interventi di monitoraggio (controlli da satelliti) e di prevenzione degli incendi devono essere del Governo del Paese, che assegna a ogni Regione le azioni da svolgere
  3. Il controllo e le decisioni delle risorse e delle componenti da utilizzare per l’antincendio (dai droni, agli elicotteri e agli aerei) devono essere dal Governo, che decide di affidare e di consentire di utilizzare su ogni intervento degli incendi le risorse e gli strumenti adeguati
  4. Ogni Regione e Comune avrà la possibilità di intervenire adeguatamente per ogni prevenzione e intervento sugli incendi boscosi, sapendo che il monitoraggio e il supporto ulteriore adeguato le viene fornito direttamente dal Governo e anche le responsabilità, le regole e le attività da svolgere vengono definite, concordate e controllate con il Governo, per fare si che le attività svolte abbiano l’obiettivo di annullare immediatamente ( in 2 ore , non 2 giorni) gli incendi e di verficare che gli interventi di tutte le organizzazioni e gli operatori impegnati siano adeguati in base alle normative attivate. Questo consentirà sia di evitare che gli incendi crescano e si propaghino, ma anche di ridurre del 90% i costi per eliminare gli incendi
  5. La comunicazione sulla prevenzione e sulle conseguenze degli incendi devono essere maggiormente pubblicate a tutti i cittadini e alle imprese e organizzazioni del Paese, assegnando a ogni operatore che vive nei territori di maggiore rischio di incendio, quali sono i compiti e le responsabilità a loro assegnate.
  6. La pubblicazione deve essere la più vasta possibile, per rendere consapevole ogni persona, impresa, Regione e Comune dei doveri e diritti sugli incendi per renderli consapevoli di quello che genera questi incendi e quello che le può evitare
  7. La Comunità Europea deve stabilire un Comitato sugli incendi che opera nelle analisi, monitoraggio, prevenzione e risoluzione degli incendi di tutti i Paesi, per fare si che il diritto della collaborazione su aree di maggiore rischio in Europa sianno condivise, in modo sia da rendere consapevole ogni Paese di cosa cnsente di risolvere questa problematica ma anche di attivare supporti per i Paesi che non riescano ad avere soluzioni e risorse adeguati per incendi boscosi di grande impatto nel territorio, avendo la possibilità di chiedere un intervento di supporto adeguato dalla CEE, che provvederà a far attivare interventi adeguati antincendio per quel Paese.

CONCLUSIONE : GLI INCENDI BOSCOSI SARANNO ANNULLATI MIGLIORANDO LA QUALITA’ DEL TERRITORIO E I RISCHI DI COSTI DI OGNI PAESE SE QUESTA VERITA’ DELLE SOLUZIONI SARANNO APPLICATE

Se ogni Paese del Mondo, dall’ Italia, alla Comunità Europea, a ogni Paese d’ Europa e agli altri Paesi del Mondo compreso gli USA avessero la responsabilità di attivare il Piano delle soluzioni degli incendi boscosi che abbiamo indicato, le situazioni più critiche e difficili di questi Paesi del mondo per questi gli incendi boscosi, potranno essere praticamente annullate migliorando la qualità del territorio, riducendo i rischi dei costi per gli effetti degli incendi e anche eliminando i rischi di morte delle persone morte e dei seri impatti sul futuro dei cittadini e delle imprese.

Attivare queste soluzioni porterebbe a ogni Paese ad essere consapevole di come ogni problema più complesso del Mondo può essere risolto in modo molto più semplice, serio ed efficace di quanto non è mai stato attuato fino ad oggi da ogni Paese nel Mondo.

E questo segnala che in realtà ogni complessità può diventare opportunità di migliorare la qualità della vita se viene affrontata in modo adeguato, e se questo accade anche la qualità dell’ambiente, la riduzione dei costi di ogni Paese e della possibilità di crescita diventano una realtà, non solo una speranza.

By Giovanni Roi

La storia e la morte del bambino Charlie Gard: la violazione senza precedenti dei diritti dei cittadini della Gran Bretagna

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Il bambino Charlie Gard è nato il 4 agosto 2016 e otto settimane dopo la sua nascita stava soffrendo di una malattia rara, la sindrome da esaurimento del DNA mitocondriale che ha colpito diversi geni che hanno causato una privazione progressiva del muscolo. Da quel momento è stato ricoverato nel Grande Ormond Street Hospital di Londra, l’Ospedale inglese dove hanno cercato di trattare il bambino. La malattia genetica, che entrambi i genitori non erano a conoscenza dei loro vettori, ha finora colpito solo 16 persone nel mondo.

LA PROPOSTA DEI GENITORI DI DARE LA SPERANZA DI UNA CURA

Dal momento che il bambino è stato ricoverato in ospedale non è stato in grado di essere curato in modo adeguato e i suoi genitori, Connie Yates e Chris Gard, non si rassegnarono e hanno scoperto che la Columbia University di New York aveva fatto esperimenti su topi con malattie mitocondriali e hanno contattato una clinica americana , per il quale il nome non è stato reso pubblico per motivi legali, chiedendo di essere in grado di trattare il bambino con il metodo sperimentale. La terapia offerta dai medici statunitensi è nucleosidica e dovrebbe dare agli elementi del corpo del bambino di provare a riparare il suo DNA. Inizialmente, l’ospedale di Great Ormond Street a Londra, l’ospedale inglese dove il bambino è stato ricoverato in ospedale, ha accettato questa richiesta: anche se il trattamento era stato fino a quel momento testato su un diverso tipo di mutazione.

La famiglia di Gard ha avuto incredibilmente successo nel raccogliere 1,3 milioni di sterline con l’aiuto di 80.000 donatori per ottenere i fondi per pagare le spese mediche del viaggio. Ma lo scorso marzo, quando il bambino aveva 7 mesi ed era già in procinto di fare una richiesta di trasferimento dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti, Charlie è colpito da malattie ereditarie che peggiorano la sua salute. I medici britannici e americani concordano sull’incapacità di portare avanti il cammino della speranza indicando che non esistevano condizioni scientifiche per il trattamento del bambino. Ma gli americani erano ancora disponibili per provare la sperimentazione senza garantire alcun successo.

LA PRIMA VIOLAZIONE DEI DIRITTI DEI CITTADINI

Di fronte alla situazione aggravata di Charlie, è accaduto che l’ospedale romano del Bambino Gesù ha offerto di ospitare il piccolo Charlie Gard nella propria struttura, pur ammettendo che non c’era la possibilità di una cura.

Sulla vicenda erano intervenuti tra gli altri Papa Francesco (“non trascurare il desiderio dei genitori”) e Donald Trump (“pronti ad aiutare”)  e ci fu una proposta di intervento sulla malattia di Charlie da un medico statunitense per un briefing sulla malattia di Chiarlie e per valutare l’uso di una terapia sperimentale.

E qui è la prima violazione dei diritti: l’ospedale e il governo inglese dichiarano: “Motivi legali, trasferimento impossibile”.

Il problema legale dimostra la violazione dei diritti umani e dei cittadini è che la sentenza è stata ruotata intorno a quello che si chiama il “child’s best interest”, l’interesse del bambino. La tesi del dottore, approvata dai giudici in tutte le fasi, era che essere Charlie alla fine della malattia, aveva diritto a una morte dignitosa senza esitazioni terapeutiche e persino non permettere alla famiglia di utilizzare altri trattamenti alternativi ricevuti.

Era certamente impressionante che il 9 giugno la famiglia di Charlie, con la sentenza della Corte suprema britannica dell’8 giugno che aveva comunicato che al bambino si doveva tirare la spina per lasciarlo morire, intervennero con la Corte dei diritti umani di Strasburgo, sostenendo che la sentenza inglese violava la libertà di cura e che il bambino era “un prigioniero” nell’ospedale inglese. La sentenza della Corte europea  ordinò all’ospedale di Londra di continuare a trattarlo fino alla nuova risoluzione.

Le scelte e le decisioni dei medici, dei tribunali e della Corte Suprema del Regno Unito dimostrano violazioni senza precedenti dei diritti umani e dei cittadini e ciò è dovuto al fatto che:

  1. La sentenza non doveva essere “sull’interesse del bambino”, ma “sul rispetto degli interessi e dei diritti che ogni persona, figlio e famiglia, devono avere per proteggere la propria vita”. E se questo non è stato rispettato ogni persona doveva avere il diritto di essere in grado di prendere le altre proposte ricevute per cercare di salvare la propria vita.

  2. Se i medici non sono in grado di curare e salvare la vita di una persona, non sono quelli che dovrebbero avere il diritto di decidere sulla possibilità di provare con altre alternative di assistenza, il loro compito è solo quello di indicare la loro opinione, ma non sono loro che dovrebbero avere il diritto di decidere

  3. Se una persona o una famiglia identifica la probabilità di assistenza alternativa, non si può violare e annullare perchè non esiste una certezza assoluta di risolvere i problemi sanitari. Ciò che conta è che esista la possibilità di sperimentare un trattamento alternativo. La vita non migliora con la “certezza” ma con il coraggio e il rispetto per  la “speranza” su cui avere il diritto di provare

Ciò che è accaduto tristemente è stato il 24 luglio 2017, in cui i genitori con tutte le frasi sbagliate e violente e i comportamenti non adeguati avuti dall’ospedale, dai medici, dal tribunale e da qualsiasi organizzazione che non li ha rispettati, avevano dichiarato di rinunciare alla richiesta degli Stati Uniti per dare assistenza al loro figlio.

Ma la realtà è evidente che se una famiglia che doveva avere rispetto, attenzione, cura e sostegno sia stata invece invasa, umiliata e offesa, non ce l’ha fatta a cercare ancora di  salvare il bambino, e alla fine la loro speranza del futuro non c’è stata e questo li ha portati a prendere quelle decisioni.

Se non ti fidi delle persone, la fiducia nelle persone crolla, questa è la verità.

LA SECONDA VIOLAZIONE DEI DIRITTI DEI CITTADINI

L’ultimo evento che è avvenuto alla fine del percorso di Charlie mostra drammaticamente come la violenza dei diritti dei cittadini diventa realtà e scuota la vita delle persone.

L’ultimo desiderio della famiglia di Charlie era portarlo a casa per morire, ma questa proposta fu negata dalla Corte Suprema. L’ospedale di Great Ormond Street ha chiesto di continuare ad aiutarlo negli ultimi giorni con i macchinari appropriati nelle sue strutture e il giudice Nicholas Francis ha aspettato prima che si definizze un accordo e ha infine deciso che Charlie sarebbe stato trasferito in un hospice, un centro di cura terminale. Per i malati terminali e subito dopo il suo arrivo, i tubi di ventilazione artificiale sono stati staccati e Charlie è morto qualche minuto dopo, una settimana prima del suo compleanno.

Questa decisione degli ospedali, della High Court e della Corte di giustizia, di fronte alla decisione di lasciare morire il figlio, dimostra che:

  1. Il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini sul diritto della propria vita è stato violato, devastato, annullato, considerando le persone come schiavi. Se decidi di lasciare morire un bambino e non è consentito alla famiglia decidere dove vogliono che il figlio prenda gli ultimi atti della sua vita, questo indica che la decisione della Corte Suprema dimostra che il vero rispetto per le persone nelle situazioni più difficili non c’ è più.

LA DISASTROSA MANCANZA DI RISPETTO DEI DIRITTI DEI CITTADINI RENDERA’ MOLTO DIFFICILE IL FUTURO DELLA GRAN BRETAGNA SE IL DIRITTO NON SARA’ RICONOSCIUTO

Quando il bambino Charlie è morto come è stato possibile che il primo ministro britannico Theresa May  ha inviato un messaggio di condoglianza?

Ma Theresa May  non si resa conto che il bambino morì in quel momento a causa sua per la decisione che lei aveva accettato negandogli la possibilità di  andare negli Stati Uniti per cercare di guarire?

E inviare un messaggio di lutto dopo aver voluto lasciare morire un bambino è letteralmente vergognoso!

Quello che hai detto Theresa May dimostra di non capire niente della verità, e se continui a non capire niente della verità di ciò che sta accadendo con le persone del tuo paese, le cose non miglioreranno ma peggioreranno di più e di più.

Questo disastroso percorso storico che si è verificato nella vita del bambino di Charlie Gard e della sua famiglia mostra come gli interventi e le decisioni prese da entrambi gli ospedali, i medici, i giudici e la Corte Suprema danno un segnale molto grave di un peggioramento del rispetto dei diritti dei cittadini che non migliorerà affatto il paese della Gran Bretagna.

Il tuo paese, la Gran Bretagna, non solo crescerà dalla ricchezza di persone, di imprese e del governo, ma solo dal rispetto e dall’attenzione che ogni cittadino  di ogni età e di ogni origine ne ha bisogno e che gli verrà riconosciuta.

Il mondo e la gente non cambiano e non migliorano solo se fanno le scelte sicure che ognuno controlla, ma solo accettando che la vita cresca dalla speranza, dal tentativo di affrontare situazioni difficili in cui tutto non è certo ma possibile. Ed è solo dimostrando l’attenzione alle persone che hanno più bisogno di assistenza, di sicurezza, di lavoro che non hanno, di migliorare la loro salute, che la qualità della vita e la sicurezza diventano una realtà.

È l’incertezza accettata che cambierà il tuo paese e il rispetto dei diritti inviolabili di cui ogni cittadino ha diritto.

Se questa riflessione su ciò che è accaduto non vi rende consapevoli, da parte del primo ministro britannico Theresa May e da tutte le organizzazioni e da tutte le persone che vivono nel tuo paese, che occorre applicare una modifica per riconoscere i diritti dei cittadini, le conseguenze sul futuro del vostro paese saranno molto incerte.

La verità ricostruita su questi diritti renderà il vostro paese migliore e vi darà anche la speranza che la qualità della vita sarà migliore, se il rispetto viene ripreso e la scelta di dare a ciascuna persona i suoi diritti sarà riconfermata.

Il futuro di ogni paese non dipende da ciò che si vuole fare, bensì dal coraggio e dalla responsabilità che il governo ha bisogno per ripristinare i diritti, le scelte e le decisioni che ogni persona deve avere l’opportunità di fare.

By Giovanni Roi