ESCLUSIVA : ecco come l’ inquinamento della città di Milano può essere risolto!

La città di Milano, come diverse altre città in Italia, è una di quelle in cui è spesso rilevato un inquinamento atmosferico superiore a quello considerato accettabile a livello Europeo. L’Arpa ha certificato nel mese di dicembre 2015 un’inversione di tendenza rispetto all’ultimo decennio con una situazione che soffocava Milano da oltre 40 giorni, ma la domanda è da cosa è derivata questa anomalia ambientale?

Ma quello che è particolare in questa complessa tematica è che sia la valutazione dei motivi per cui l’inquinamento è cresciuto e anche gli interventi attivati per ridurlo dal Comune di Milano, sono stati per la maggiore parte inadeguati.

Andiamo allora a scoprire cosa determina e influenza l’inquinamento a Milano e cosa lo può risolvere.

Quali sono le componenti che influiscono sull’inquinamento

Dalle analisi svolte e dalle informazioni pubblicate negli ultimi 20 anni è emerso chiaramente che la principale componente che  influisce nell’ inquinamento è determinata dalle emissioni delle caldaie per il riscaldamento, con una quota di emissioni  in Italia del 60% e a Milano del  70%, ovvero la principale componente che influisce sull’aumento del PM10 e PM2.5 non è la circolazione dei veicoli stradali , fenomeno che a livello nazionale influisce per il 20%  e a Milano arriva al 25-30% dell’inquinamento.

Emissioni PM2

Ma non solo, da un’analisi approfondita pubblicata sa ASPO Italia ( Analisi Inquinamento da ASPO Italia) è emerso chiaramente che le emissioni di PM2,5 derivanti dal trasporto su strada sono calate in vent’anni di quasi il 60% Ad esempio: sulla carta un’auto diesel EURO I nel 1992 poteva emettere 140mg di polveri per ogni km; 17 anni dopo, con l’EURO V, il limite è a 5mg. E’ 28 volte di meno. Queste informazioni di fatto dimostrano che le emissioni di PM2,5 dei veicoli stradali hanno una progressiva e continua diminuzione, il problema dell’impatto sui Comuni dipende naturalmente dalla quantità dei transiti e dalle modalità con cui vengono eseguiti.

In realtà l’area su cui non sono adeguatamente intervenuti ne il Governo e neppure il Comune in modo adeguato per la riduzione dell’inquinamento è quella delle caldaie per il riscaldamento residenziale, in cui le principali cause rilevate su cui non si è intervenuti sono:

  • la tipologia di caldaie di vecchia generazione che non sono state sostituite
  • il mancato  miglioramento della qualità di combustibile utilizzato per il riscaldamento

PM2 in Italia

Nel 2007 l’analisi del Comune di Milano su 24.833 caldaie «controllate» dalla Provincia di Milano sono 8.206 quelle risultate «non conformi». Sì, caldaie fuorilegge: vuoi per manutenzione non regolare (67%) vuoi per «mancato rispetto delle norme sul risparmio energetico» (33%). Risultati «preoccupanti» che osservano dall’assessorato all’Ambiente, dove si invita «al controllo delle caldaie per consumare meglio ed inquinare meno». Equazione per niente esagerata: in provincia di Milano, infatti, ogni anno «vengono emesse 21 milioni di tonnellate di CO2 e consumati otto milioni di combustibile» che attraverso una «manutenzione della caldaia» si tradurrebbe in un risparmio pari al cinque per cento di combustibile all’anno (Analisi Comune di Milano del 2007).

Oltre a questi elementi è stato significativo analizzare quanto era stato pubblicato nel 2009 come interventi del Comune di Milano e della Regione Lombardia per favorire un incentivo per il miglioramento della qualità degli impianti di riscaldamento residenziali ( Cosa ha fatto il Comune di Milano e la regione Lombardia per l’inquinamento delle abitazioni), ovvero è veramente incredibile che non ci sia stato un piano adeguato a livello nazionale del Governo e a livello Regionale della Lombardia  e del Comune di Milano per finanziare la conversione e il miglioramento degli impianti di riscaldamento.

E’ significativo considerare che  le caldaie a gasolio che ci sono ancora, producono un’enormità di polveri sottili (Pm10), addirittura 24 volte quanto un impianto a metano, e che sono quelle che incidono più pesantemente (il 35 per cento) sull’inquinamento dell’aria causato dal riscaldamento.

Ma non solo, quello che è paradossale è che il Governo si è concentrato sul fatto che deve essere applicata l’installazione delle valvole termostatiche, senza considerare che il problema più critico per gli ambienti residenziali è la qualità della tipologia di caldaie utilizzate, ovvero in realtà la percentuale di inquinamento atmosferico del Comune di Milano potrebbe ridursi dal 20% se venissero attivati finanziamenti adeguati per sostituire le caldaie degli impianti di riscaldamento con la nuova tecnologia sia delle caldaie.

L’impatto della circolazione dei veicoli sull’inquinamento

La seconda componente che influisce sull’inquinamento nella città d Milano e nel territorio limitrofo è quello della circolazione stradale. Anche se il miglioramento della polvere emessa dai nuovi veicoli che hanno EURO III e EURO IV e EURO V ha influito significativamente sull’emissione del PM2.5 il problema critico del Comune di Milano è che l’attuale struttura dei percorsi stradali rende il Comune di Milano e la sua provincia la più critica in Italia.

I dati pubblicati dall’INRIX (Dati INRIX su ore traffico) hanno indicato che Milano ha 57 ore come media, rispetto a 27 ore per Roma e a un dato molto più basso come media dei paesi Europei. Se viene considerata anche la locazione ambientale del Comune di Milano è di fatto evidente che c’è un traffico eccessivo che deve essere analizzato per individuare come ridurlo.

Congestione traffico oreCongestione traffico ore Europa

L’ analisi delle componenti che influiscono sul traffico a Milano di fatto individua che:

  • E’ l’unica località nel territorio in Italia nella Regione con la maggiore quota di economia dove c’è il collegamento tramite le tangenziali tra tutte le autostrade che confluiscono, ovvero (A4)TORINO-VENEZIA/FRIULI, (A8 E A9) VARESE/COME E LE ALTRE AUTOSTRADE, (A7) GENOVA E LE ALTRE AUTOSTRADE, (A1) BOLOGNA E LE ALTRE AUTOSTRADE, ad eccezione della tangenziale A58 realizzata per una connessione diretta tra l’A4 verso Milano e l’A1.
  • E’ la località che viene raggiunta troppo per entrare e uscire dal Comune tramite i veicoli stradali (auto)
  • E’ la località ancora troppo utilizzata dai veicoli stradali (soprattutto auto) per raggiungere le località nella provincia di Milano

Tra tutte queste componenti quella più critica è proprio quella relativa all’obbligo di utilizzare le tangenziali di Milano per raggiungere le autostrade connesse, con la conseguenza che tutte le autostrade e tangenziali sono a tutte le ore del giorno intasate da veicoli, con una piccola riduzione del traffico medio solo in 1-2 ore al giorno tra le  ore 6 e le ore 20 di ogni giornata.

Impatto_traffico_Milano4

Questa vincolata percorrenza, che avrà oltretutto dei significativi incrementi proprio con l’aumento dell’economia nella Regione, è l’elemento determinante che crea di una significativa emissione di PM2.5 determinata proprio da questa particolare percorrenza dei veicoli.

La seconda componente che influisce sull’inquinamento nel traffico dei veicoli a Milano è determinato da una ancora incompleta adeguatezza della rete dei servizi pubblici per il transito all’interno del Comune di Milano e nelle zone limitrofe. Mentre nel Centro di Milano i servizi sono adeguati, per raggiungere la periferia e Comuni limitrofi nella Provincia ci sono forti limitazioni che portano invece a utilizzare prevalentemente i veicoli delle auto per raggiungerle.

Mappa ATM Centro MilanoMappa ATM Milano

le conseguenze di queste strutture di fatto comporta un aumento dell’inquinamento molto esteso nelle tangenziali e all’interno del Comune che è influenzato soprattutto da:

  • la prevalenza nell’utilizzo delle tangenziali
  • la mancanza di servizi pubblici adeguati per il transito all’interno e all’esterno del Comune

tangenziale_milano-22

L’applicazione anti-coerenza delle misure di intervento anti inquinamento del Comune di Milano

Quando avvengono fenomeni ambientali di inquinamento nel Comune di Milano che richiedono interventi per il loro contrasto atmosferico locale (Provvedimenti del protocollo vengano attivati se rilevati 10gg giorni consecutivi con soglia media di Pm10 a livello provinciale al di sopra dei 50 microgrammi per metro cubo), le scelte degli interventi pubblicati dal Comune di Milano sono troppo spesso più attente alle normative di legge piuttosto che a tutte le componenti sia ambientali e anche alle esigenze di salute dei cittadini.

La prima anomalia a questo riguardo applicata addirittura dalla normativa CEE e dalla legge in Italia è la limitazione delle temperature del riscaldamento ai 20 gradi, con un massimo tollerabile di 2 gradi in più considerando che questa temperatura sia adeguata anche dal punto di vista sanitario. In realtà questa scelta non è per nulla corretta, perché la temperatura da proporre deve considerare che ogni persona che vive ha requisiti e caratteristiche diverse e la temperatura di 20 gradi non è sostenibile da almeno il 3-7% della popolazione.

La domanda allora è: cosa si lascia che accada a questa popolazione ? Si accetta che abbiano seri problemi di salute e anche che possano morire per questa temperatura solo perché sono cosi pochi? Che tristezza per l’inadeguatezza di questi politici!!!!

Nel mondo dell’informazione, della tecnologia, della possibilità di avere una visione adeguata su tutti i problemi dei cittadini, nel mondo in cui tanti Sindaci e consulenti si spacciano per esperti e attenti ai cittadini, decisioni di questo tipo e anche peggiori (es. intervento del Comune di Milano il 2-2-2016 in cui ha limitato la temperatura a 19 gradi per 10 giorni riducendo anche il calore per 2 ore al giorno) dimostrano che la vera attenzione alle persone in realtà non c’è.

Non siamo in un mondo che evolve e che cresce, ma in un mondo che si arretra e non cresce per nulla.

Nessun Paese in Europa ha avuto il coraggio e la competenza per dimostrare questa assurda anomalia di legge, senza considerare che ogni Paese non deve salvare solo il 93% della popolazione, deve salvarla tutta, questo vuole dire responsabilità , correttezza e competenza.

L’effetto sull’inquinamento del cambiamento climatico a livello mondiale

L’ultima componente da non sottovalutare è stato l’effetto sul peggioramento dell’inquinamento nel Comune di Milano in base al cambiamento climatico a livello mondiale, un cambiamento climatico talmente catastrofico nel 2015  da portare gli Stati Uniti e la Cina a firmare l’accordo per il miglioramento delle condizioni climatiche nei loro Paesi e del mondo intero. Ed è stato significativo nel 2015 la decisione dei 28 membri più ricchi del mondo che hanno creato una associazione per creare energie rinnovabili investendo 388 miliardi di dollari, un investimento che supera del 30% gli investimenti mondiali in questo campo.

A Milano la conseguenza maggiore di questo cambiamento è stata in due fattori:

  • l’aumento persistente della temperatura del clima nel periodo estivo del 2015
  • un aumento persistente di nebbia fitta per 52 giorni tra novembre e dicembre 2015

La nebbia è formata da goccioline che rimangono sospese nell’aria. Per le piante ha effetti utili e dannosi insieme: è utile perché trattiene il calore del terreno, limitandone la dispersione nell’atmosfera; è dannosa perché assorbe una gran parte della luce solare, attenuando la funzione clorofilliana ed è letteralmente micidiale nelle emissioni di componenti inquinanti (CO2, PM2,5, PM10, ecc.) perché di fatto influisce nel trattenere queste emissioni impedendo la loro propagazione e dispersione nell’aria. Ovvero l’effetto della nebbia nel trattenere le componenti inquinanti è maggiore del 90% di quanto avviene in una condizione climatica normale.

Un dato su tutti spiega molto: non ha piovuto alla fine di dicembre per oltre 50 giorni. E a Milano erano 25 anni che non si assisteva a un periodo di siccità così lungo. Non un temporale neanche per sbaglio, con di fondo un anticiclone che non ha permesso il ricambio d’aria. È così, sostanzialmente, che la città è arrivata a inanellare trentun giorni di fila di polveri sottili fuorilegge. E con la concreta possibilità di peggiorare, alla fine dell’anno 2015, il record di sequenza nera dell’ultimi anni che sono 35 giorni di fila di aria avvelenata era accaduta nel 2011.

Ma quello che è stato indicativo di questo fenomeno è che è accaduto proprio per effetto del cambiamento climatico a livello mondiale, e a Milano erano più di 25 anni che non era accaduto di avere una nebbia bassa cosi fitta e continuativa per tanti giorni di sequenza, e il problema della nebbia è quello che ha influito sul blocco della trasmissione delle componenti inquinanti nell’aria (es. PM2.5).

Quello che è stato incredibilmente particolare su questo fenomeno è che sia la Comunità Europea e neppure il Governo Italiano e il Comune di Milano non abbiamo eseguito opportune considerazioni e modifiche sull’ applicazione delle normative CEE sugli interventi ambientali da attivare nei casi in cui avvenissero conseguenze di degrado ambientale cosi significativo, considerando che le normative CEE sull’inquinamento sono state attivate molti anni prima che questi fenomeni climatici avvenissero (DGR n. 7635 dell’11 luglio 2008 e dalla DGR n. 9958 del 29 luglio 2009), senza considerare le possibili deroghe di attivazione di fronte a  eventi climatici che superino le norme previste per Paese/Località.

Ovvero se il cambiamento climatico a livello mondiale interferisce sul clima di un territorio ( Milano) creando la condizione per cui una elevata anomalia ( nebbia)  possa persistere in una località per un tempo eccessivo rispetto alla media degli ultimi 25 anni, come è possibile che si imponga in ogni caso che la normativa sull’inquinamento deve essere applicata? Questo vuole dire non essere ne attenti ne rispettosi di impatti ambientali catastrofici che possono accadere e che proprio per questi eventi  qualunque normativa deve essere rivista o sospesa. Quando un evento ambientale supera i dati della statistica storica utilizzata per emettere le norme ambientali, la norma deve essere non applicabile, derogata e opportunamente modificata.

Questo è quello che avrebbe dovuto accadere a Milano a novembre e dicembre del 2015, ma perché il Comune non l’ha applicato? Lascio a voi ogni considerazione.

Quali sono gli interventi da eseguire per ridurre drasticamente l’inquinamento

Lo scenario delineato dei motivi che influiscono principalmente sull’inquinamento di Milano ci ha portato a individuare gli interventi più importanti che possono influire significativamente per migliorare la qualità ambientale e la riduzione dello smog e dell’inquinamento. Se questi interventi fossero attivati sia dal Comune di Milano, dalla Regione Lombardia e dal Governo, ci sarebbero tutte le condizioni che il cambiamento del clima a Milano e nella Regione migliorino sempre di più e venga oltretutto rassicurata la Comunità Europea che l’Italia si sta attivando per far si che i rischi sugli effetti climatici vengano ridotti il più possibile.

Azioni miglioramento climatico

E’ significativo che applicando gli interventi proposti non ci sarà solamente un miglioramento della qualità del clima e dell’inquinamento, ma anche una drastica riduzione del traffico a Milano e nei Comuni limitrofi, con implicazioni enormi che influiranno sulla qualità della vita per tutte le persone che vivono a Milano e nella Provincia.

Attivare il nuovo progetto di autostrade “Collateral” avrà un effetto nell’accessibilità e nella qualità del traffico con effetti significativi anche nella possibile crescita del turismo, proprio perché se si riduce la congestione del traffico e si creano nuove possibilità di accedere sia al Comune e anche a Comuni limitrofi, vuole dire dare una più ampia possibilità che i turisti percepiscano una maggiore fruibilità del territorio, e questo porterò risultati positivi per tutti.

Mappe Territoriale Share-the-turism_Milano4

La conclusione di questa indagine dimostra come sia il Comune di Milano, come anche la Regione Lombardia e lo stesso Governo hanno enormi possibilità di trasformare l’inquinamento in una opportunità per migliorare la qualità della vita nella città e nel territorio.

Per raggiungerlo cosa devono fare: essere responsabili nell’applicare quello che gli viene già proposto, non devono neppure spendere tanti soldi nelle consulenze, devono solo avere l’onestà di farlo, e i risultati auspicati ci saranno.

By Giovanni Roi