La riforma Gelmini?Caro Presidente se non la cambi è il tuo autogol

Quello che distingue un vero statista da un politico mediocre è la capacità di accorgersi dei propri errori prima che sia troppo tardi e porvi rimedio. La riforma Gelmini, caro Presidente, cosi come è stata concepita si tradurrà nel tuo peggiore autogol se non vi poni rimedio prima che sia troppo tardi. E questo perchè non rispetta quei principi che ogni buon politico sa bene di dover rispettare se non vuole inimicarsi l’intero paese e devastare il sistema educativo dell’Italia.

Se vuoi evitare che questa riforma diventi la tua Caporetto ti consiglio di seguire miei consigli e cambiare la legge Gelmini.

  1. L’istruzione è un diritto di tutti i cittadini e la sua diffusione non può essere concepita secondo criteri puramente economicistici, anzi, lo stato e le sue organizzazioni devono fare tutto il possibile affinchè ogni cittadino sia che abiti in città o in un minuscolo centro di montagna, abbia la possibilità di un’adeguata istruzione. La norma per la concentrazione delle scuole con meno di 50 alunni viola questo sacrosanto principio, se non si intende calpestare questo diritto trasferendo alle famiglie un ulteriore onere ( il costo per raggiungere una scuola più lontana) deve essere cancellata, senza perdere altro tempo .
  2. Il passaggio all’insegnante unico non può essere imposto per norma di legge, ma deve essere il frutto di una riflessione sulla metodologia didattica che meglio risponde alle esigenze educative emergenti. Non serve imporla per legge, ma deve essere una opportunità data alle Regioni che devono valutarla con i Provveditorati per scegliere la metodologia educativa meglio confacente alle esigenze degli studenti.
  3. La riduzione dei costi della pubblica istruzione non può essere imposta, ma può essere una grande opportunità per verificare concretamente il federalismo: dai alle Regioni sei mesi d tempo per presentare delle proposte per razionalizzare le spese e ridurre i costi per un ammontare pari al 50% della riduzione dei costi stimata dalla legge Gelmini (con esclusione dei tagli alle università e della chiusure delle scuole con pochi alunni). Se le Regioni non proporranno soluzioni il Governo potrà legiferare in merito.
  4. Finanziamenti alle Università e alla ricerca Universitaria, un’altrà opportunità per misurare il Federalismo:dai alle Regioni e alle Università sei mesi di tempo per presentare proposte per la razionalizzazione e la riduzione delle spese superflue o per aumentare l’efficienza per un impprto pari al 5% della spesa annua. Viene aumentata la possibilità di finanziamenti dai privati alle Università e alla ricerca universitaria, aumentando la deducibilità da parte dei privati di questi finanziamenti.
  5. La qualità dell’insegnamento e la valutazione degli insegnanti non può essere un’opzional: la qualità dell’insegnamento deve essere la principale preoccupazione del Governo per migliorare la preparazione degli studenti e per innalzare il lvello di educazione nel suo complesso. A questo proposito le Regioni, in accordo con i Provveditorati, hanno sei mesi di tempo per presentare delle proposte per l’attuazione di un sistema di valutazione delle competenze degli insegnanti nonchè l’insieme dei provvedimenti da adottare per quegli insegnanti che non rispondano ai minimi standard educativi che saranno previsti. Insegnare non può essere sinonimo di “lavoro garantito a vita” ma deve essere il frutto di una competenza dimostrata ed esplicata nel tempo. 

Caro Presidente come vedi per ridurre i costi della pubblica istruzione e megliorare nello stesso tempo il modello del sistema educativo non ci vuole molto, basta un po di buon senso.

Segui i miei consigli.

By Giovanni Roi