ESCLUSIVA! Ecco perchè l’economia della Germania, della Francia e degli USA crescono e cosa bisogna fare per rilanciare lo sviluppo in Italia

Per rilanciare la crescita e favorire la ripresa dell’economia il Governo Monti si sta orientando a recuperare capitali attraverso la dismissione del patrimonio dello stato e la riduzione delle spese per la pubblica amministrazione, illudendosi che basti iniettare nuovi capitali con investimento in infrastrutture e in interventi di sostegno dell’economia per favorire la ripresa economica.

In realtà queste azioni servirebbero solo a una ripresa momentanea e fittizia dell’economia, perché una vera e stabile ripresa richiede un intervento su una serie di componenti strutturali dell’economia, di cui troppo spesso nessuno parla.

L’economia di libero mercato in cui l’Italia, l’Europa, gli Stati Uniti e la maggiore parte dei paesi del mondo operano, si contraddistingue per alcune regole di funzionamento dei mercati più o meno condivise da tutti i paesi (es. crescita del PIL, contenimento del deficit di bilancio, investimenti in infrastrutture per favorire la crescita, ecc.) ma anche da una serie di regole di governo dell’economia, non dichiarate ne nei manuali di economia e neppure nei corsi di studi accademici, ma dalle quali dipende la capacità reale di sviluppo e di crescita dell’economia dei paesi. Quello che è accaduto nel corso degli ultimi anni è che proprio queste regole ben poco conosciute e dichiarate dai governi, hanno preso il sopravvento rispetto alle norme di governo dell’economia.

Ma quali sono queste regole “nascoste” che consentono agli altri mercati (USA, Francia, Germania, ecc.) di crescere mentre l’economia italiana rimane in una situazione di decrescita con il rischio di un tracollo senza fondo?

Perché cresce l’economia della Germania, Francia e USA

L’economia di questi paesi, pur in una situazione di mercato difficile e segnata da una forte crisi finanziaria, riesce lo stesso a crescere in quanto ci sono alcuni regole fondamentali non dichiarate ma messe in atto che connotano e caratterizzano il funzionamento dell’economia.

1.a Regola: l’imposizione fiscale e il pagamento delle tasse è accettata dall’intero mercato (privati e imprese) con un tasso di evasione fiscale basso

Se tutti i soggetti che concorrono all’economia, sia cittadini privati che le imprese, accettano l’imposizione fiscale e pagano le tasse, l’economia può contare su entrate certe che garantiscono sia in fase di crescita che di difficoltà dell’economia, una sicurezza delle entrate che è fondamentale per la stabilità dell’economia. Questo è quello che succede oggi in Francia, in Germania e negli Stati Uniti, ovvero in paesi in cui il tasso di evasione fiscale è molto ridotto e le norme di controllo e di repressione delle frodi fiscali sono talmente rigorose da limitare fortemente il rischio di evasione fiscale e l’imposizione fiscale sia per i cittadini privati che per le imprese è di gran lunga inferiore a quella applicata in Italia.

L’Italia da questo punto di vista si trova invece in una situazione opposta, ovvero opera in uno scenario dove l’evasione fiscale ammonta a 100-150 miliardi di Euro all’anno, vanificando di fatto qualunque azione che possa essere pianificata per la crescita.

Da questo punto di vista nessun paese può pensare di programmare piani di crescita o di affrontare una situazione critica del mercato se non può contare sulla certezza che di fronte a un incremento del PIL e a una crescita del paese ci sia un corrispondente aumento proporzionale delle entrate fiscali, e questo per l’Italia è sicuramente il deterrente che rischia di vanificare qualsiasi azione di rilancio dell’economia.

Da questo punto di vista il Governo Monti ha dato una parvenza di voler intervenire per affrontare seriamente il problema dell’evasione fiscale ma in realtà i provvedimenti e le azioni che ha svolto dalla fine del 2011 ad oggi sono irrilevanti dal punto di vista sostanziale. Due soli esempi lo dimostrano: la manovra di contrasto all’evasione nei provvedimenti del governo ha avuto un effetto minimo nel bloccare e nel non invogliare gli evasori a proseguire nelle loro azioni  e questo perché  gli onere che sono addebitati in caso di evasione accertata sono ancora troppo bassi da scoraggiare l’evasione fiscale. Il secondo esempio è che ancora a tutt’oggi il Governo Monti non ha stipulato  alcun accordo con le banche Svizzere per la tassazione dei capitali da loro posseduti dei cittadini Italiani. E come mai questo accordo, che la Germania e la Francia hanno già sottoscritto, il Governo Monti non l’ha ancora sottoscritto? Le stime pubblicate danno un possibile introito dai 37 ai 100 miliardi di Euro, e allora che paura ha il Governo Monti?!!!! Perché non sottoscrive questo accordo?!!

2.a Regola: il governo della pubblica amministrazione e delle amministrazioni locali è fatto nel rispetto delle norme di efficienza, di qualità dei servizi e di contenimento dei costi

In Germania, come anche in Francia e negli Stati Uniti,  la gestione degli apparati dello stato come anche della pubblica amministrazione centrale e locale vengono effettuate nel rispetto dei criteri di efficienza, di qualità dei servizi e di contenimento dei costi. In Germania la spesa per il personale della P.A. nel 2008 era del 6.9% del PIL, contro il 10,9% dell’Italia. In Germania solo il 12% delle persone della P.A. lavora per lo stato, e l’88% opera per i Lander e gli enti locali, mentre in Italia il 57% del personale della P.A. è alle dipendenze dello stato e il 43% è impiegato dalle Regioni, Comuni, ASL e Enti Previdenziali. Se la spesa della P.A. Italiana fosse al pari di quella della Germania il nostro paese risparmierebbe 60 Miliardi di Euro all’anno. Questo è un altro elemento fondamentale per l’economia, perché vuole dire che nei paesi dove c’ un governo corretto delle spese della Pubblica Amministrazione non ci sono spese inutili che aumentano il debito dello stato. Il secondo aspetto da non sottovalutare è inoltre quello dell’efficienza dei servizi forniti dalla Pubblica Amministrazione in questi paesi, efficienza che influisce significativamente nel contenimento dei costi sia per i cittadini privati (es. che non  devono ricorrere a strutture sanitarie esterne per risolvere i problemi di cura della salute) che per le imprese, che possono operare in un regime di efficienza dei servizi della P.A. centrale e locale e possono quindi programmare le proprie attività di crescita nella certezza di un adeguato supporto da parte della Pubblica Amministrazione. Se proiettiamo questa analisi di efficienza nella Pubblica Amministrazione Italiana ci troviamo davanti a uno scenario disastroso (es. inefficienza dei servizi sanitari per i cittadini, procedure macchinose, lunghe e farraginose per l’imprese che intendono iniziare l’attività, ecc.) , dove l’inefficienza dei servizi sia per i cittadini che per le imprese ha raggiunto livelli da terzo mondo. Ma se non si da una svolta a questa modalità di governo della Pubblica Amministrazione, è ben difficile per l’Italia pensare di riprendere la crescita dell’economia. Questo è un argomento programmatico che doveva già essere parte dei provvedimenti del Governo e come mai non ve ne è traccia?

3.a Regola: l’accesso ai finanziamenti da parte dei soggetti privati e delle imprese è supportato dal sistema bancario e dallo stato che controlla che l’operatività del sistema bancario non pregiudichi ma anzi favorisca la crescita

L’accesso ai finanziamenti da parte dei soggetti privati (es. per mutui, prestiti,ecc.) e dalle imprese in paesi come la Germania e la Francia pur nella situazione attuale dei mercati finanziari particolarmente instabile è consentito e facilitato dal sistema bancario dei paesi che ha reso disponibili, a questi soggetti, una parte consistente della liquidità finanziaria resa disponibile dalla Banca Centrale Europea alle banche d’Europa a tassi di interesse molto bassi. Questo sta consentendo ai cittadini privati e alle imprese di poter usufruire di quei finanziamenti, che sono fondamentali in un periodo di grande instabilità e di cambiamento dell’economia, per aumentare la tranquillità e la capacità di spesa dei cittadini (che potendo accedere ai finanziamenti delle banche hanno una maggiore quota da spendere per i consumi) e di investire per migliorare l’efficienza e la competitività delle imprese. Tutto questo avviene oltretutto con un controllo e con un monitoraggio molto forte da parte della banca centrale e dal governo dei due paesi, monitoraggio che garantisce questa importante azione di supporto per la crescita dell’economia da parte delle banche.

In Italia quello che sta accadendo è esattamente il contrario, ovvero le banche italiane, pur avendo ricevuto una quota consistente dei finanziamenti a tasso agevolato dalla Banca Centrale Europea, si sono ben guardate di rendere disponibile questa liquidità ai cittadini privati e alle imprese e hanno anzi ridotto sostanzialmente i finanziamenti e i prestiti sia ai cittadini privati che alle imprese, contribuendo quindi alla diminuzione della capacità di spesa dei cittadini privati e mettendo in grande difficoltà le imprese che hanno un enorme bisogno di investimenti per lo sviluppo e la riconversione industriale. Quello che è oltretutto grave è che sia il governo italiano che la Banca D’Italia sono stati praticamente inesistenti nell’attività di controllo e di monitoraggio di questa azione delle banche e, al di la di qualche dichiarazione pubblica di qualche Ministro assolutamente irrilevante, non hanno svolto alcuna azione per costringere le banche a rispettare le raccomandazione della BCE (date i soldi a chi ne ha bisogno). Se fossero stati seri avrebbero impedito alle banche di avere questi finanziamenti agevolati dalla BCE se questi non avessero prodotto un aumento dei finanziamenti ai cittadini e alle imprese.

4.a Regola: i diritti e i doveri dei singoli (cittadini e imprese) non possono prevaricare e essere in contrasto con i diritti e i doveri della collettività e del bene comune

Se c’è un elemento che caratterizza la storia degli ultimi 40 anni di paesi come la Francia e la Germania è proprio quello di una diffusa e condivisa cultura tra la popolazione che si contraddistingue per l’assunzione personale, da parte sia dei cittadini che delle imprese e delle istituzioni, di una responsabilità dei propri diritti e doveri e di un profondo rispetto per i diritti e i doveri comuni della collettività. Questo profondo rispetto fa si che gli interessi individuali non violino gli interessi della collettività ma ci sia invece una compartecipazione attiva e un grande senso di appartenenza e di responsabilità al bene comune. Tutto questo si è tradotto, in questi paesi, in una forte coesione dei cittadini e delle imprese con il bene comune e con le istituzioni (comuni, land, ecc.), sviluppando una cultura basata su un alto senso di responsabilità che contraddistingue le azioni di tutti i soggetti ( privati e imprese) nella società.

Se confrontiamo questo scenario con la realtà Italiana il risultato è a dir poco desolante, perché l’Italia è stata caratterizzata negli ultimi 40 anni da un incremento vertiginoso della difesa senza condizioni dei diritti e degli interessi degli individui (cittadini e imprese) rispetto ai quali c’è stata una ben poca assunzione di responsabilità sia dei doveri degli stessi individui (cittadini e imprese) che l’assunzione di una responsabilità e la condivisione personale dei diritti e dei doveri del bene comune e della collettività. Tutto questo purtroppo ha generato una cultura che ha perso i valori della cultura italiana degli anni 1860-1940, per generare una cultura basata su uno sfrenato individualismo nel quale si è diffusa la mancanza di un senso di responsabilità rispetto ai propri doveri e al diritti del bene comune. Al di la di alcune realtà locali, come le comunità montane e alcune zone del territorio, purtroppo nel resto del paese si  è diffusa una cultura individualista e poco responsabile per la quale c’è stata una grande responsabilità nel promuoverla da parte di tutti i partiti che hanno governato il paese dagli anni 1960 ad oggi, con la conseguenza di uno scenario sociale nel quale manca sostanzialmente proprio il senso di coesione e di responsabilità sociale. Il risultato è stato un degrado del tessuto sociale ed economico del paese rispetto al quale è necessario un cambiamento radicale.

Se i paesi come la Francia e Germania possono contare in questo difficile momento proprio su questa cultura creata in tutti questi anni per combattere la crisi e riportare i paesi verso la crescita, l’Italia si trova invece in una situazione nel quale è oggi necessario che siano prima di tutto le istituzioni ovvero il Governo Monti, i partiti politici e tutte le parti sociali a dover dare un forte segnale per rimettere ordine nel tessuto sociale e ridefinire le norme per un comportamento civile e responsabile di tutti i soggetti (cittadini, imprese. ecc.).   e per un maggiore rispetto ed equilibrio tra i diritti e doveri degli individui (cittadini e imprese) e quelli del bene comune e della collettività.

Se non ci sarà un’azione decisa a livello governativo in questo ambito è veramente difficile che le poche esperienze e realtà del paese che cercano di operare con una cultura che valorizza i diritti e i doveri dei singoli e della collettività, possano continuare a sopravvivere e a crescere favorendo un cambiamento culturale del paese.

La conseguenza di questa situazione qual’ è? Se manca il senso di responsabilità, se manca la consapevolezza che essere cittadino significa avere dei diritti ma anche dei doveri, se manca la coscienza sulla responsabilità sociale di ogni soggetto per il bene comune allora il risultato è lo stato di degrado in cui il paese si trova, ovvero:

  • l’arroganza dei cittadini sui propri diritti rispetto alla mancanza di un’assunzione di responsabilità dei propri doveri individuali e collettivi
  • la irresponsabilità di imprese che agiscono in mancanza di assoluto rispetto delle conseguenze delle proprie azioni sulla collettività del paese: il caso più eclatante è quello dell’aumento de prezzi della benzina nell’ultimo anno che a  fronte di un calo del prezzo del petrolio ha visto un aumento del prezzo della benzina ingiustificato del 20%, senza peraltro alcun intervento del governo per bloccare azioni di questo genere che non hanno alcuna motivazione reale e che hanno un effetto devastante sulle spese dei cittadini. In Francia e in Germania questo non sarebbe mai accaduto, perché il senso di responsabilità delle loro imprese non le avrebbe portate neppure a ipotizzare una manovra del genere.
  • la mancanza di responsabilità delle istituzioni (imprese, comuni, regioni) rispetto alla realtà in cui operano ovvero alla responsabilità sul territorio, sul patrimonio ambientale, artistico,  culturale, ecc. La crescita del paese ha come condizione di base un piano per la valorizzazione di tutte le risorse del paese ma chi è oggi formalmente responsabile di queste risorse? Chi è responsabile del territorio ovvero della sua conservazione, della sua messa in sicurezza nel caso di terremoti? Nessuno. Ma questa è la vera responsabilità che dovrebbe essere la base di un federalismo reale dove ogni comune e regione si assume la responsabilità della conservazione , della armonizzazione e della valorizzazione di tutte le risorse del nostro territorio. Ma questa oggi è pura fantasia, perché a nessuno è assegnata questa responsabilità.
  • l’incremento dei reati e la mancanza di sicurezza nel paese in quanto c’è la diffusa  consapevolezza che si può compiere reati perché tanto in Italia è difficile che vengano intercettati e che la punizione sia adeguata alla violazione di legge ( Dati del 2008 : in Italia ci sono 411 operatori di polizia ogni 100.000 abitanti rispetto ai 367 della Francia e ai 301 della Germania, peccato che però a fronte di un maggiore numero di addetti il numero dei crimini intercettati per 1000 abitanti sono stati 2.710 in Italia rispetto ai 3.558 della Francia e ai 6.114 della Germania, ovvero in Italia i crimini non vengono intercettati). Se non vengono definite nuove regole per la giustizia, se non c’è la certezza che a ogni reato viene assegnata un’adeguata misura correttiva o punitiva, il paese aumenterà sempre di più il livello di insicurezza sociale e di irresponsabilità e questo non è più accettabile.

5.a Regola: la difesa dei diritti dei lavoratori non può essere sostenuta incondizionatamente senza considerare le minime regole necessarie per favorire la mobilità e la crescita dell’occupazione

Quello che è terrificante delle posizioni di alcune delle parti sociali del nostro paese e dei partiti di governo che le sostengono è che continuano a voler sostenere norme che bloccano la mobilità e la flessibilità del mercato del lavoro che sono indispensabili per favorire la crescita del paese. Difendere i posti di lavoro a prescindere, bloccare qualunque forma di licenziamento nel settore pubblico e limitare fortemente la mobilità del lavoro nelle industrie private è oramai una posizione anacronistica che purtroppo alcuni sindacati cercano di imporre senza considerare che il mondo è cambiato. Se in Germania e in Francia sono stati sottoscritti  accordi contrattuali che favoriscono questa mobilità e se c’è un’assunzione di responsabilità proprio dei sindacati nello sviluppo della mobilità, questo probabilmente è avvenuto proprio perché quelle parti sociali hanno dimostrato veramente di avere un senso di responsabilità elevata sia per i diritti dei singoli e per il bene comune.

Cari sindacati Italiani che cercate di garantire il vostro futuro difendendo diritti infendibili piantatela!!!!

Se non avete il cervello per arrivarci, fate come i Giapponesi, copiate quello che hanno fatto i sindacati in Francia e in Germania, ma dimostrate di essere veramente seri e responsabili nel svolgere la vostra parte per lo sviluppo del paese.

Il compito del sindacato non è quello di giustificare la propria presenza, ma di contribuire alla salvaguardia dei diritti dei lavoratori nel rispetto delle norme di crescita e mobilità del mercato.

Lo sviluppo e la crescita del paese hanno un disperato bisogno di nuove regole nel mercato del lavoro, regole che da una parte devono partire dal contesto strutturale del paese ma che devono adeguarsi alle norme già adottate dai paesi Europei più vicini all’Italia, ovvero a quelle adottate dalla Francia e dalla Germania.

Il Ministro Fornero e tutte le parti sociali  se vogliono dare un reale contributo alla crescita del paese devono dare una sveglia alle norme sul mercato del lavoro seguendo alla lettera gli esempi di questi paesi, mettendo di fronte alle loro responsabilità quei sindacati e partiti che manifestassero il loro diniego di fronte a scelte già consolidate da sindacati di altri paesi ma senza con questo voler imporre norme anacronistiche sia nella difesa del posto di lavoro ad ogni costo, che nell’eccessiva liberalizzazione del mercato del lavoro.

Cosa deve fare il Governo Monti, i partiti politici, le parti sociali e tutti i cittadini per favorire la crescita? Cambiare rotta subito!

Se avete letto con attenzione quanto ho esposto vi sarete accorti che per favorire la crescita e la ripresa del paese in Italia il problema centrale non è quello degli Eurobond, e neppure quello di recuperare capitali dalle dismissioni del patrimonio dello stato o di avere altri finanziamenti dall’Europa, il problema centrale è che il sistema Italia deve affrontare una svolta radicale e questo cambiamento deve avvenire da domani, non fra un mese o fra un anno.

Il disagio sociale della popolazione, la situazione generale in cui i cittadini si trovano massacrati da un aumento inconcepibile  di imposte a fronte di ogni problema, sono solo alcuni degli elementi che indicano a tutti, Governo in primis, che bisogna cambiare rotta, iniziando a stabilire nuove regole per il Governo del paese che  ripristino i concetti fondamentali dei diritti e dei doveri dei singoli (cittadini, imprese,ecc.) e la corresponsabilità che hanno rispetto ai diritti e doveri del bene comune.

Il paese può cambiare rotta, può riprendere a crescere e risollevarsi se innanzitutto il Governo da un senso deciso, chiaro e tangibile su quello che occorre fare, emanando provvedimenti in tutte le aree (sviluppo economico, giustizia, pubblica amministrazione, lavoro, evasione fiscale, ecc.) che ristabiliscano le regole per uno sviluppo coerente, comune , responsabile e condiviso del paese, ma anche ripristinando quelle regole di responsabilità che ogni cittadino, ogni impresa e ogni istituzione deve rispettare.

Caro Presidente Monti, non puoi continuare a pensare che il paese si risollevi solamente con i provvedimenti che hai adottato per il pareggio dei conti, per le liberalizzazioni e la mobilità del lavoro e neppure con i provvedimenti per lo sviluppo che stai preparando, il paese ha bisogno di una svolta decisa per la quale non devi preoccuparti tanto del consenso dei partiti di governo, anche perché se fai bene la tua parte e la rendi visibile a tutti gli italiani, ho l’impressione che i partiti avranno qualche seria difficoltà a negare il consenso a provvedimenti che ristabiliscono un serio equilibrio e le condizioni vere di crescita del paese.

L’Italia e tutti gli italiani hanno bisogno di un segno importante di cambiamento, di un cambiamento che  ristabilisca le regole del gioco e che ridia ad ognuno, singolo cittadino, impresa, istituzione o partito di governo, i diritti e le responsabilità che gli competono e quelle comuni che devono essere rispettare.

Questo vuole dire salvare l’Italia e dare fiato alla ripresa dell’economia, perché vuole dire ricostruire le basi perché la crescita ci sia, perché sia responsabile e partecipata da tutti i soggetti privati e pubblici.

By Giovanni Roi