ESCLUSIVA, ECCO LA SOLUZIONE CHE RISOLVE COMPLETAMENTE GLI INCENDI BOSCHIVI IN ITALIA, IN USA E NEL MONDO

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Quello che è accaduto negli incendi boschivi nell’ultimo anno 2017 e che sta ancora accadendo in molti Paesi del Mondo, dall’ Italia, alla Spagna, Portogallo, altri Paesi d’ Europa e negli Stati Uniti, ha generato una devastazione nei Paesi degli incendi senza precedenti con effetti che richiederanno molti anni per i Paesi con maggiori devastazioni per ricostruire il territorio boschivo e sulle imprese, Città e abitazioni distrutte. Questa incalcolabile devastazione ha indicato in modo inequivocabile che l’attenzione di tutti questi Paesi e soprattutto dall’ Italia, USA e dalla Comunità Europea negli ultimi 10 anni sull’effetto degli incendi boschivi nei loro Paesi non è stato per nulla adeguato.

In Portogallo, il primo ministro Antonio Costa, ha dichiarato “lo stato di catastrofe” e ha avvertito che non ci sono Vigili del fuoco sufficienti per rispondere a tutti gli incendi attivi in Portogallo, dove tra gennaio e fine settembre  del 2017 sono già 216.000 gli ettari di terreno andati in cenere, di cui 23 mila da inizio ottobre.

In Spagna almeno sono iniziati nel 2017 numerosi incendi che stanno devastando la regione della Galizia, nel nord della Spagna, alimentati dei forti venti provocati dal passaggio dell’uragano Ophelia con 4 morti e 105 incendi in Corso.

Negli Stati Uniti una catastrofe immane è quella che ha colpito la California: 65.000 ettari  ( 65×65 km2) andati in fumo, 40 vittime ma il numero dei morti è destinato a salire di molto visto con 670 persone che risultano disperse. La situazione della California  “è di tale gravità e ampiezza che una risposta efficace è oltre le capacità dello Stato e dei governi locali colpiti”, ha ammesso Il governatore democratico Jerry Brown , invocando l’assistenza da Washington. Il presidente Trump lo ha chiamato al telefono per garantirgli gli aiuti richiesti in questa “terribile tragedia” e Brown ha apprezzato la sua risposta rapida. Mai come ora il fuoco aveva danneggiato in modo così devastante le due contee vinicole, che con i loro 100 mila acri di viti ed oltre 650 case vinicole producono circa il 13% di tutto il vino californiano ma ben di più se si guarda solo alle bottiglie di qualità. Un’industria che genera ogni anno più di 55 miliardi di dollari in California. I danni quindi potrebbero essere ingenti, soprattutto se i roghi dovessero continuare nei prossimi giorni. Senza contare l’indotto legato al turismo, trainato spesso da visite e degustazioni alle cantine locali. Ma negli ultimi anni il numero dei roghi sta aumentando, anche in altri stati dell’ovest, dove sono bruciati complessivamente oltre 8 milioni di acri, rilanciando gli interrogativi sul cambiamento climatico e nello stesso tempo anche sulle capacità di prevenire e gestire calamità naturali ormai annunciate.

Secondo Legambiente, in Italia dalla metà di giugno del 2017 al 18 luglio 2017 sono bruciati 26 mila ettari di bosco, cioè tanti quanti in tutto il 2016. Nello stesso periodo ci sono state 430 richieste di intervento degli aerei antincendio, cioè un terzo in più del 2007, considerato fino ad ora l’anno peggiore per gli incendi in Italia (quell’anno bruciarono centomila ettari di boschi). Soltanto lunedì 17 luglio, i vigili del fuoco hanno effettuato 1.030 interventi diversi per incendi della vegetazione.

L’ EFFETTO DEGLI INCENDI BOSCHIVI

I dati pubblicati quest’ anno dagli effetti degli incendi boschivi dimostrano una molto seria deterrente sulla qualità del clima e sugli effetti dannosi che avvengono nei Paesi.

Le condizioni che influenzano sia I ‘inizio che la prima propagazione dell’incendio, sono principalmente rappresentate:

  • dalla quantità d’acqua che si trova nei tessuti delle piante, che può variare dal 2 al 200% nei tessuti morti, in dipendenza delle condizioni atmosferiche ed in particolar modo dell’umidità relativa dell’aria;
  • dal vento, che oltre a favorire L’afflusso dell’ossigeno, quale comburente, determina L’avanzamento della linea del fuoco, provoca il preriscaldamento del materiale legnoso e quindi nuovi punti d’inizio e di continuazione del fuoco;
  • dalla quantità, dimensioni, disposizioni dei materiali combustibili, i quali, se sottili e non pressati, offrono maggiore superficie esterna all’ossigeno comburente;

e queste sono le componenti nelle quali sono state evidenziati gli effetti dannosi degli incendi in tutti i Paesi.

Come è stato pubblicato in questo sito ( link da consultare: http://www.quotidianolegale.it/incendi-boschivi-analisi-soluzioni/ ) , è stato evidenziato che si prevedono, anche quest’anno in Italia e anche negli altri Paesi, danni economici elevatissimi – boschivi oltre il danno ambientale. Il conto (come ogni stagione) è presto fatto su queste componenti:

  • Spese dirette all’avvistamento e spegnimento degli incendi, calcolando gli oneri di gestione dell’intera flotta aerea, delle spese sostenute dal Corpo Forestale , dai Vigili del Fuoco, dalla Protezione Civile, dalle Regioni e in alcuni sporadici casi dai Comuni;
  • Spese indirette derivanti dal danno ecologico e dal dissesto idrogeologico determinato dalla scomparsa di aree boschive, ad esempio, spese strettamente collegate a frane, smottamenti, alluvioni;
  • Spese per ripristinare i boschi percorsi dal fuoco oltre l’immediato danno che si avrà per la instabilità del clima delle zone interessate;
  • Perdita di alcuni servizi, economicamente rilevanti, quali: produzione silvo-colturale (legno, frutti di bosco, funghi ecc.), produzione ricreativa, produzione turistica;
    Perdite in beni economicamente apprezzabili, quali: fauna, flora, edifici o altri beni ad uso umano danneggiati o distrutti dalle fiamme;
  • Spesso in questo elenco si deve, purtroppo, aggiungere l’inestimabile valore delle perdite in vite umane;
  • Mutamento climatico.

In conclusione delle breve analisi, si deve sempre tenere a mente che, il patrimonio di diversità biologica che va distrutto negli incendi è immenso. La rigenerazione di un manto vegetale dopo un incendio può iniziare rapidamente e il tempo per rivedere una prima crescita di alberi può essere anche solo di una decina di anni per gli alberi piccoli, mentre per gli alberi secolari di molti anni ci vorranno non meno di 30 anni per rgenerarli. Ma per la rigenerazione fino ad uno stadio prossimo alla maturità di un bosco misto di latifoglie (come quelli di cui ogni anno perdiamo in Italia molte centinaia di ettari a causa degli incendi), occorrono anche 200 anni.

Con un incendio non si distruggono soltanto singole nicchie ecologiche ma vengono persi spesso irreparabilmente interi ecosistemi. Quando le foreste sono ridotte a frammenti sparsi, come lungo le coste del Mediterraneo che hanno subito l’impatto maggiore dello sviluppo, quelle portate via dagli incendi possono essere localmente una parte consistente o la totalità della superficie forestale residua; in questi casi gli incendi significano la distruzione di interi ecosistemi, la scomparsa di specie in via di estinzione, l’esposizione del suolo all’erosione, difficoltà nella ricolonizzazione.

Ma la realtà dell’ambiguità è che di fronte a effetti disastrosi che ci sono accaduti e che ci saranno in tutti i Paesi per gli incendi boscosi accaduti,  di fatto c’erano grandi opportunità per consentire che:

  • gli incendi non fossero attivati
  • gli incendi potevano essere bloccati e ridotti al 90% nel momento in cui fossero attivati nuove tecnologie e strategie di intervento

ITALIA, INCENDI GENERATI DA MAFIOSI E DA PERSONE IRRISPETTOSE DELL’AMBIENTE CHE POTEVANO ESSERE LIMITATI DRASTICAMENTE

In Italia negli ultimi due anno 2016 e 2017 c’è stato un incremento orribilmente significativo degli incendi boschivi che sono raddoppiati gli incendi estivi: oltre 97 mila rispetto ai 50 mila nel 2016 ed è triplicata la superficie incenerita dall’inizio dell’anno, oltre 140 mila ettari. Ma è stato significativo individuare l’aumento la superficie media incenerita (da 3,8 a 5,2 mila) a causa dei 706 incendi del 2007 e alle annate terribili 1997,1998, 2007 e 2012 ( link con le informazioni : http://www.lumsanews.it/incendi-rapporto-sul-business-delle-mafie)

Nel decennio passato in Italia si sono perduti, per detta causa, più di 500 mila ettari di bosco, ne I ‘azione di rimboschimento e di ricostituzione boschiva sono riusciti a rimediare alle recenti devastazioni.

Da quanto è emerso negli ultimi 20 anni in Italia è stato evidente rilevare che molti ambientalisti iniziarono a denunciare apertamente che: da una parte, si ricercano le cause dei devastanti incendi boschivi che, puntualmente e implacabilmente ogni anno, continuano a colpire l’Italia, e in particolare alcune Regioni. E dalle analisi effettuate è emerso illecitamente che c’è una vera e propria industria “illecita” che trae profitto dagli incendi (mafia, ‘ndrangheta, camorra, speculatore edilizi, allevatori, lavoratori forestali, piromani, noleggiatori di aerei antincendio, elicotteri ecc.) e proprio da queste industrie “illecite” vengono creati una buona parte degli incendi boscosi.

Analizzando le componenti che hanno influenzato significativamente su questi incendi, è emerso che per la maggiore parte non è accaduto da un effetto del clima, ma soprattutto dalle azioni di mafiosi e di persone irrispettose delle Regioni che l’hanno attivato con la prospettiva di avere ulteriori lavori di ricostruzione e ripristino ne tempo.

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Se vedete dai dati pubblicati è stato impressionante di aver individuato che ci sono state:

  • 55 le persone arrestate in flagranza
  • 500% la crescita dei fermi rispetto al 2016
  • 697 le persone denunciate

Ma di fronte a questa drammatica situazione accaduta in Italia, quale è l’applicazione normativa applicata dal Giudice in Italia per chi interviene in questi disastri ambientali?

  • C’è una grande difficoltà sulle normative di legge da applicare le norme sulla cagione dolorosa di un incendio su boschi, selve e foreste e vivai forestali: secondo Legambiente nel 2016 in tutta Italia ci sono stati 4.635 incendi, ma solo 322 persone denunciate e 14 arrestate per lo stesso reato. Come si spiega quest’incredibile sproporzione tra peccati e peccatori? «A differenza di una rapina in banca, nei boschi la scena del crimine è sempre immensa e difficilissima da analizzare» spiega il colonnello Di Fonzo. Bisogna lavorare di intelligence, raccogliere le rare voci che circolano nei paesi, monitorare le vie d’accesso ai boschi e sperare che tra gli undici milioni di ettari di foreste che ricoprono la penisola, l’incendiario scelga di dare fuoco proprio al cespuglio inquadrato dalla fototrappola del Corpo forestale ( link per dettagli : http://www.repubblica.it/venerdi/articoli/2017/07/11/news/piromani_fuoco-170512008/)
  • Secondo Legambiente, il 60 per cento degli incendi è causato volontariamente. Il 40 per cento degli incendi italiani sono colposi: c’è chi brucia sfalci e perde il controllo delle fiamme, chi griglia salsicce e finisce per arrostire alberi interi. Del restante 60 per cento una minima parte è ascrivibile a patologia psichica, il grosso a un incredibile mix di astio personale, liti di vicinato, puro teppismo o deliranti pratiche agricole o venatorie.( link per dettagli : http://www.repubblica.it/venerdi/articoli/2017/07/11/news/piromani_fuoco-170512008/)
  • C’è una inadeguatezza degli anni di reclusioni per le persone che producono gli incendi: ai sensi dell’art. 423 bis c.p., così come introdotto dall’art. 11, c.1, della l. n.  353/2000, chiunque cagiona dolosamente un incendio su boschi, selve e foreste o vivai forestali destinati al rimboschimento, propri od altrui è punito con la  19 reclusione da 4 a 10 anni. Se l’incendio boschivo è invece cagionato per colpa la  pena prevista è la reclusione da 1 a 5 anni . È inoltre prevista la reclusione da 6 a 15 anni se dall’incendio deriva un danno grave, esteso e persistente all’ambiente.

Ma l’assurdità di queste informazioni dimostra:

  • una inadeguatezza delle modalità degli interventi dei Giudici, della Polizia e dei Carabinieri con cui analizzare, identificare e delineare le condizioni per applicare  l’azione dolorosa delle persone sugli incendi
  • una inefficienza del Governo e anche delle Regioni e dei Comuni nelle normative con cui operare e intervenire per l’identificazione delle cause degli incendi e le attività da svolgere per la prevenzione e per l’antincendio
  • una normativa di legge inadeguata: come è possibile che si sia una forte limitato arresto dei denunciati in queste azioni svolte e che vengano attivate reclusioni al massimo di 15 anni, quando la distruzione di alberi in grandi foreste richiedono come minimo da 10 a 30 anni fino a 200 anni per essere ricostruiti?

INTERVENTI PER LA LOTTA E PREVENZIONE DELL’ INCENDIO

La lotta antincendio comportano una serie di interventi che devono essere revisionati da tutti i Paesi per consentire che gli incendi boscosi non accadano e vengano bloccati nella parte di attivazione iniziale. Le tre componenti in questa area (link per accesso ai dettagli : http://www.comunevitulano.it/avvvpc/pages/studio.htm) sono:

  • PREVENZIONE DEGLI INCENDI : la prevenzione comprende:– Qualsiasi strategia di prevenzione e lotta al fuoco, per quanto valida nei suoi principi ispiratori, è destinata a fallire se non sostenuta dalla partecipazione della gente, sia in termini di convincimenti che di azioni materiali.

    – La necessità di indicare alcuni orientamenti volti ad integrare il piano organizzativo antincendio, soprattutto quando lo studio delle cause del fenomeno induce a ritenere che il comportamento dell’uomo, doloso o colposo che sia (83,5%), è all’origine del diffondersi degli incendi boschivi e della distruzione dei delicati equilibri ambientali.

  • MONITORAGGIO DEGLI INCENDI: gli impianti di monitoraggio attualmente attivati non sono adeguati alle reali necessità di intervenire tempestivamente per bloccare gli incendi. Attualmente sono applicate alcuni interventi:– Gli impianti di teleavvistamento realizzati dallo Stato, dalle Regioni o dalle Amministrazioni locali, che sono in continuo sviluppo e un impianto di telecontrollo forestale operante nel Parco Nazionale del Circeo, realizzato dalla Faenzi Giancarlo & C. di Grosseto. Si tratta di un sistema ottico articolato in postazioni periferiche e in una sala operativa di comando e controllo che garantisce un servizio continuo nelle 24 ore. Un sistema automatico di telerilevameto dei focolai di incendio operante nell’infrarosso e nel visibile, denominato B.S.D.S. e realizzato dalla Teletron di Cagliari.

    – A Vallo della Lucania, in Campania, è stato sperimentato nello stesso anno il sistema con il sensore SRI-10 della Selenia per l’avvistamento e la gestione degli incendi boschivi. I sistemi organici di monitoraggio elettronico e I punti di avvistamento comprendono un sensore all’infrarosso, una unita’ di telerilevamento, una stazione automatica per la rilevazione dei dati meteorologici.

  • INTERVENTI PER LA LOTTA ANTINCENDIO: gli interventi su cui intervengono per lottare contro gli incendi comprendono:– Interventi da parte di tutte le organizzazioni a cui è assegnato di lottare sugli incendi boscosi: dei carabinieri forestali, vigili del fuoco, protezione civile, polizia e volontari utilizzando le strutture locali utilizzabili contro gli incendi ( veicoli, ecc.).

    – Interventi con aerei per la lotta antincendio : con elicotteri e aerei.

TECNICHE DI AEREI CON LOTTA ANTINCENDIO

Gli aerei con lotta antincendio progettati e realizzati da tutti i Paesi comprendevano due modalità:

  • Elicotteri antincendio
  • Aerei antincendio

ELICOTTERI: Gli elicotteri utilizzati per la lotta antincendio possono essere dotati sia di serbatoi interni che di benne sospese al gancio baricentrico. Le benne (buckets in inglese) vengono normalmente riempite immergendole in laghi, fiumi o vasche portatili, mentre i serbatoi imbarcati devono essere riempiti a terra, dopo che il velivolo è atterrato. Unica eccezione alla regola è data dall’Erickson S-64 Aircrane e dal Bell 204 in allestimento antincendio, che dotati di lunghi snorkel possono pompare l’acqua dalla superficie del lago o fiume e riempire così la cisterna della quale sono dotati senza dovere atterrare. La quantità di acqua lanciabile sugli incendi è molto meno di quella utilizzabile dagli aerei.

AEREI: Gli aerei antincendio, o airtanker, o water bomber, sono normalmente velivoli ad ala fissa dotati di grandi serbatoi che possono essere riempiti a terra dopo che il velivolo è atterrato. Velivoli con capacità anfibie, quali i Canadair CL-415 possono invece posarsi direttamente sulla superficie del mare o dei laghi e riempire i propri serbatoi senza l’ausilio di altre apparecchiature.

Tra i velivoli divenuti famosi nel ruolo antincendio di cisterne aeree di dimensione media furono invece spesso utilizzati dei Grumman S-2 Tracker, che rimotorizzati con motori a turbina al posto dei vecchi motori a pistoni vennero utilizzati per molti anni negli Stati Uniti dal California Department of Forestry & Fire Protection, mentre velivoli quali il Douglas DC-4, il Douglas DC-7, il Lockheed C-130 Hercules, il P-2V Neptune o il P-3 Orion furono impiegati nel ruolo di aereo antincendio di grandi dimensioni. Attualmente i velivoli più grandi utilizzati nel ruolo antincendio sono due Martin Mars flying boats utilizzati nella British Columbia capaci di caricare 27.000 litri (7.200 U.S. gal) di liquido e un McDonnell Douglas DC-10 capace di caricare 45.000 litri (12.000 U.S. gal) di liquido. In Russia il ministero per le emergenze russo utilizza due Ilyushin Il-76 modificati, che hanno una capacità massima ipotetica di 56.000 litri (15.000 U.S. gal). Nel frattempo la Evergreen International Aviation sta sviluppando una versione modificata di un B-747 nota con il nome di Evergreen Supertanker, che dovrebbe avere una capacità di carico che si aggirerebbe intorno ai 94.850 litri (24.000 U.S. gal). Tra i velivoli che divennero famosi nel ruolo di velivoli antincendio va sicuramente anche citato l’idrovolante Consolidated PBY Catalina, che simile al suo predecessore utilizzato durante la Seconda guerra mondiale, fu uno dei velivoli più utilizzati in questo ruolo. Non meno famosi sono anche il Canadair CL-215 Scooper ed il Bombardier CL-415 SuperScooper, che invece furono appositamente progettati come velivoli antincendio. Un altro velivolo forse meno famoso, ma certamente dalle grandi potenzialità che fu utilizzato anche in Italia è il Beriev Be-200, che con i suoi 12.000 litri può vantare una capacità di tutto rispetto (link a cui accedere a queste informazioni : https://it.wikipedia.org/wiki/Lotta_aerea_antincendio).

Le caratteristiche di questi aerei antincendio hanno attivato due differenti tecniche:

  • caricamento automatico dell’acqua  con velivolo in grado di risucchiare dall’acqua mente volano vicino al mare o  laghetti
  • caricamento manuale dei serbatoi  quando l’aereo è a terra, tramite un idrante o una cisterna
  • dimensioni dell’acqua caricabile sull’aereo da 6.137 – 12.000 ( aerei medi con caricamento automatico di acqua) e da 27.000 – 94.850 litri ( aerei grandi con caricamento manuale dei serbatoi)

Queste tipologie di aerei antincendio hanno sicuramente avuto una evoluzione nel tempo per cercare di aumentare la capacità di intervento sugli incendi, ma in realtà nella progettazione di questi aerei non sono state considerate altre componenti tecniche che possono migliorare significativamente la risoluzione degli incendi. Questi aerei antincendio non sono in grado di affrontare e risolvere definitivamente gli incendi boscosi e questo è il motivo per cui è necessario innovarli. La capacità di risoluzione di incendi molto estesi e di intervenire con differenti modalità in base al contesto degli incendi, su questi aerei non c’è, agiscono in modalità molto limitata del 30 – 40% di quanto è possibile per risolvere gli incendi di grandi dimensioni.

FASE 1: LA PRIMA SOLUZIONE PER RIDURRE IL RISCHIO DI INTERVENTI ILLECITI DELLE PERSONE CHE PRODUCONO GLI INCENDI BOSCOSI

Il problema serio che c’è in Italia è che le normative di legge da applicare sulla cagione dolorosa di un incendio su i boschi è talmente inadeguata che spinge tutte le persone e imprese che hanno l’interesse a produrre gli incendi, a farli tranquillamente, perché le punizioni di reclusioni sono di un numero di anni molto limitati ( da 4 a 15 anni) e con modalità di applicazioni delle punizioni talmente complesse da avere reso praticamente impossibile una punizione adeguata sui colposi degli incendi.

Se la tecnica di punizione e gli anni di punizione sono inadeguati cosa fanno gli incendiari? Continuano a creare incendi boscosi!

La prima  modalità da attuare per consentire di ridurre i rischi di interventi dolosi e colposi sugli incendi boscosi dei cittadini e delle imprese è quella di modificare completamente le normative di legge al fine che gli anni di reclusioni per le persone che producono gli incendi siano di :

  • 30 anni di carcere a tutte le persone che generano incendi boscosi dolosi intenzionali con l’intento di aumentare il danno nella Regione o con l’obiettivo di attivare nuovi lavori di riparazione e ricostruzione o di danneggiamento voluto nel territorio
  • 5 anni di carcere alle persone che hanno identificato un soggetto che ha generato gli incendi boscosi senza dichiararli ai carabinieri e alla polizia

Le cause più evidenti che sono state rilevate nel territorio è stato in molti casi proprio nelle motivazioni indicate dalla nuova proposta del carcere, perché in realtà troppe imprese e persone intendono attivare questi incendi boscosi proprio per aumentare le attività economiche delle proprie e collegate imprese e per fare crescere le attività di lavoro per ogni Regione.

Se il Governo Italiano e anche qualunque altro Paese del Mondo interviene per rendere consapevole ogni cittadino delle conseguenze gravose che avranno per le azioni dannose colpose degli incendi boscosi, questa decisione porterà seriamente tutti i cittadini ad evitare questi errori, con l’impatto di una riduzione significativa di questi incendi in ogni Paese.

FASE 2: TRASFORMARE LA PREVENZIONE E IL MONITORAGGIO NELLA TECNICA DI MONITORAGGIO SATELLITARE CON CUI RIDURRE IL RISCHIO DEGLI INCENDI BOSCOSI

Quest’anno sono stati molto criticati il governo, le singole Regioni e gli altri enti che hanno organizzato procedure di prevenzione e di intervento per spegnere le fiamme. Sette regioni, Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise, Puglia, Sicilia e Umbria, non dispongono né di aerei né di elicotteri per combattere gli incendi. Inoltre, come scrive la Stampa in un lungo e documentato articolo:

“Vigili del Fuoco denunciano perduranti carenze di uomini e mezzi. Lo scioglimento del Corpo Forestale dello Stato, passato ai Carabinieri, ha creato problemi gravissimi: come nel caso delle Province, oggi molti rimpiangono un organismo che non era molto efficiente, ma che un suo ruolo lo svolgeva. La pressione sulle strutture della Protezione Civile è quasi insostenibile: gestisce una flotta aerea di Canadair ed elicotteri di discrete dimensioni, ma non può certo fronteggiare in modo efficace le 430 richieste di intervento («concorso aereo») pervenute dal 15 giugno a oggi nel 2017”.

Quello che è accaduto nel 2017 nelle Regioni d’Italia, nella California degli Stati Uniti e nel Portogallo, ha dimostrato che l’intercettazione degli interventi da eseguire antincendio sono stati rilevati in questi Paesi già quando erano già avvenuti incendi boscosi disastrosi di grande dimensione in molte località, creando le grandi difficoltà che hanno avuto questi Paesi a limitare e ridurre significativamente gli incendi.

Le tecniche di monitoraggio adottate da quei Paesi (USA, Italia, Portogallo) negli ultimi 10 anni e più ancora nel 2017, hanno dimostrato che adottare sensori di rilevazione di zona, aerei che fanno dei viaggi di monitoraggio in alcune zone solo qualche volta nel tempo e nei giorni e anche droni che cercano di analizzare zone limitate, non sono in grado di intercettare 24 ore su 24 ogni giorno, l’attivazione di incendi boscosi, con la conseguenza che il monitoraggio avviene troppo tardi, quando l’intervento antincendio diventa molto più difficile e complesso.

Dall’ analisi che abbiamo svolto sui problemi degli incendi boscosi, il primo problema da risolvere è quello del MONITORAGGIO E INTERCETTAZIONE PREVENTIVA DELLE FIAMME CHE VENGONO GENERATE NEGLI INCENDI, e questo per una motivazione strategica:

  • se si riesce a rilevare una fiamma che si eleva ad almeno 10-15 metri dal suolo a 15 minuti da quando accade, si riesce a identificare immediatamente che l’incendio  si sta generandosi potendo attivare anticipatamente l’intervento antincendio

Per poter intercettare preventivamente gli incendi boscosi, l’unica modalità adeguata è la seguente:

1.Fase : attivare satelliti in grado di individuare gli incendi direttamente dallo spazio, con sensori termici a infrarossi in grado di riconoscere quando una fiamma si eleva ad almeno 10-15 metri dal suolo (con l’obiettivo di arrivare a 5 metri), cosi da avere un sistema di monitoraggio in grado di fare attivare preventivamente le soluzioni antincendio

Una soluzione con queste caratteristiche è stata progettata dalla NASA con il progetto FireSat (Link della soluzione NASA : https://www.focus.it/tecnologia/innovazione/firesat-satelliti-della-nasa-anti-incendi-ed-esplosioni) , che entro il 2018 entreranno in funzione con duecento satelliti con sensori termici, capaci di rilevare in pochi minuti incendi, esplosioni e altre improvvise variazioni importanti di calore. Un progetto analogo ma molto meno adeguato, ci aveva provato a realizzarlo la Regione Lombardia, progetto AVVISA – AVVistamento Incendi da SAtellite del 2007 che non ha adeguatezza con il progetto della NASA. Per produrre queste soluzioni il Governo Italiano e ogni Paese interessato del mondo, devono aderire a questa soluzione della NASA, prendendo l’impegno di intervenire con le altre soluzioni che indichiamo, perchè questa è l’unica vera modalità che consente di monitorare, intercettare e consentire di intervenire in modo immediato quando n incendio viene innescato.

La soluzione della NASA è di fatto ad oggi l’unica soluzione adeguata per il monitoraggio, l’intercettazione e l’attivazione degli interventi antincendio.

Il problema strategico da attivare ha quindi l’obiettivo di ridurre i tempi di intercettazione degli incendi boscosi, in quanto la situazione più critica di ogni Paese è che gli interventi antincendio avvengono troppo spesso quando l’incendio ha raggiunto dimensioni troppo elevate, cosi da rendere molto più difficile, complesso e a volte irrisolvibile l’incendio boscoso. Intercettare l’incendio in modo anticipatorio, consentirà quindi di poter intervenire significativamente per risolvere gli incendi, con soluzioni che devono essere completamente diverse e più innovative di quelle attualmente svolte.

2.Fase : la rilevazioni di monitoraggio identificate dai satelliti devono essere inviate immediatamente a un centro di controllo con monitoraggio ogni 24 ore, in modo applicare soluzioni adeguate per risolvere gli incendi boscosi

La seconda componente è di definire l’accordo con la NASA o con altre organizzazioni che devono produrre la stessa soluzione, al fine di realizzare un centro di controllo nazionale con monitoraggio ogni 24 ore, in grado di rilevare i dati inviati dai satelliti in modo da applicare soluzioni adeguate per risolvere gli incendi boscosi. La semplificazione del monitoraggio deve essere quindi essenzialmente a livello nazionale, non dalle Regioni, in modo tale da programmare adeguatamente gli interventi da eseguire per ogni incendio boscoso che viene recepito.

FASE 3: INNOVARE LA TECNICA DI LOTTA ANTINCENDIO CON SOLUZIONI INNOVATIVE CON I DRONI E CON PALLE ANTINCENDIO

Nel momento in cui la nuova tecnica di monitoraggio rileva l’attivazione di un incendio boscoso, l’intervento da attivare per consentire di ridurre drasticamente e significativamente gli incendi deve comprendere:

Intervento di droni con l’obiettivo di monitorare e individuare in dettaglio l’incendio attivato e di intervenire con nuove palle antincendio (Elide Fire)

La prima tecnica da attivare come primo intervento sugli incendi è con i droni ( si prevede almeno 10/ 20 droni per ogni area) che devono essere progettati per:

  1. Raggiungere la locazione degli incendi identificata e segnalata  dai satelliti
  2. Rilevare in dettaglio la conformazione della modalità e dimensione dell’incendio con sensori elettroottici e infrarossi
  3. Intervenire preventivamente per ridurre gli incendi lanciando  le nuove palle antincendio (Elide Fire) (link dell’impresa che le produce: http://www.elidefire.com/products.htm ) che devono essere modificate e progettate in diverse dimensioni  per gli interventi eseguiti dai droni per le organizzazioni del Governo. Queste palle antincendio hanno un effetto molto efficace su incendi estesi, e se leggete questo link vedrete la verità dell’effetto di questi risolutori ( link su cui vedere il video :http://www.lastampa.it/2016/03/11/multimedia/societa/la-sfera-antincendio-adatta-a-tutti-che-aiuta-a-spegnere-piccoli-incendi-oKmxGVlPQ3KtcN4CFRcGHO/pagina.html )

L’obiettivo strategico dei droni è quindi quello di effettuare un intervento immediato preliminare con tempi molto più limitati sugli incendi boscosi attivati, sia per individuare in dettaglio le caratteristiche e le dimensioni degli incendi, ma soprattutto di intervenire con le palle antincendio di Elide Fire, al fine di iniziare a ridurre significativamente la dimensione degli incendi attivati.

I droni potranno anche essere utilizzati per monitorare direttamente alcune zone ad alto rischio di incendio per indentificare l’attivazione immediata degli incendi, ma questa è solo una attivazione accessoria, non quella strategica più importante. La loro principale strategia è in ogni caso l’intervento con le palle antincendio per ridurre subito la dimensione degli incendi attivati.

FASE 4: MIGLIORARE L’ATTIVITA’ ANTINCENDIO CON NUOVI AEREI E USO ADEGUATO DEGLI ELICOTTERI

L’intervento degli aerei antincendio è quello più importante e significativo per ridurre e eliminare gli incendi boscosi, ma nella situazione attuale ci sono caratteristiche degli aerei utilizzati che hanno svantaggi e limitazioni significative che non consentono di intervenire con minore tempo per lottare negli incendi ed eliminarli.

Dalle analisi svolte su tutti gli aerei antincendio abbiamo identificato:

  • Aerei di piccola dimensione in grado caricare direttamente l’acqua in carico in appena 12 secondi prendendola direttamente dal mare, laghi e fiume, aerei del tipo Viking Air 415 e Canadair CL-215, ma con una quantità di litri di acqua caricata molto limitata (da 5.455 a 6.137 litri) e senza un volo verticale
  • Aereo di media dimensione in grado caricare direttamente l’acqua in carico in appena 14 secondi prendendola direttamente dal mare, laghi e fiume, aereo del tipo Beriev Be-200 che ha una quantità di litri di acqua maggiore di 12.000 litri e senza un volo verticale
  • Aerei di grandi dimensioni come Martin Mars flying boats utilizzati nella British Columbia capaci di caricare 27.000 litri (7.200 U.S. gal) di liquido e un McDonnell Douglas DC-10 capace di caricare 45.000 litri (12.000 U.S. gal) di liquido. In Russia hanno adottato per le emergenze russo due aerei Ilyushin Il-76 modificati, che hanno una capacità massima ipotetica di 56.000 litri (15.000 U.S. gal). Nel frattempo la Evergreen International Aviation sta sviluppando una versione modificata di un B-747 nota con il nome di Evergreen Supertanker, che dovrebbe avere una capacità di carico che si aggirerebbe intorno ai 94.850 litri (24.000 U.S. gal): ma tutti questi aerei con grandi dimensioni di litri hanno la difficoltà di intervenire velocemente lanciando l’acqua sugli incendi, in quanto devono spostare in luoghi adeguati a terra per ricaricare l’acqua tramite un idrante o una cisterna. Anche tutti questi aerei non hanno un volo verticale.

L’utilizzo delle suddette modalità di aerei antincendio di fatto dimostra significative limitazioni nella capacità adeguata di intervento in quanto:

  • Aerei piccolo dimensioni: sono molto veloci, capaci di recuperare l’acqua direttamente ma la quantità di acqua utilizzata è troppo poca (da 5.455 a 6.137 litri) , e la tecnica di intervento non è ancora in grado di risolvere adeguatamente i problemi degli incendi di grandi dimensioni
  • Aerei medie dimensioni: migliorano la quantità di intervento degli aerei di piccole dimensioni potendo recuperare l’acqua direttamente, ma la quantità di acqua non è ancora sufficiente (12.000 litri) e la tecnica di intervento non è ancora in grado di risolvere adeguatamente i problemi di incendi di grandi dimensioni
  • Aerei di grandi dimensioni: hanno una la quantità di acqua elevate B-747 (94.750 litri) ma la necessità di caricare l’acqua a terra limita i tempi d intervento e la tecnica di intervento non è ancora in grado di risolvere adeguatamente i problemi di incendi di grandi dimensioni

L’ evoluzione e le modifiche innovative degli aerei antincendio deve quindi essere progettata per raggiungere i seguenti requisiti che abbiamo identificato come quelli ideali per risolvere gli incendi boscosi e devono avere:

  1. una quantità di acqua almeno di 25.000 – 30.000 litri di acqua, questo consente di rilasciare una quantità di acqua adeguata agli incendi boscosi di grande e media dimensione
  2. diverse tecniche di rilascio dell’acqua in modo sia da rilasciarla integralmente, ma anche con quantità di rilascio ridotte ( dal 20 al 40%) in modo tale da diventare simili a un’ acqua rilasciata dalla pioggia potendo agire su diversi luoghi che hanno avuto interventi di limitazione degli incendi preventivi (es. caduta palle antincendio)
  3. la possibilità di caricare direttamente l’acqua direttamente dal mare, laghi e fiume per ridurre i tempi di intervento
  4. la possibilità di avere anche il volo verticale, per consentire di limitare la velocità del volo radente potendosi concentrare maggiormente sulle posizioni in cui gli incendi sono visibili

E’ sicuramente significativo considerare che un aereo con questa nuova tecnologia applicata è in grado di intervenire sugli incendi boscosi da 2,5 a 5 e 10 volte più efficace e potente degli aerei di piccole, medie e grandi dimensioni.

Da quanto abbiamo identificato gli aerei che hanno già dei requisiti modificabili per raggiungere questi requisiti è uno simile al Beriev Be-200 , che ha alcune componenti iniziali su cui può essere modificato per conseguire le caratteristiche dei requisiti indicati.

In certi casi di incendi boscosi limitati potranno essere adottati anche gli Elicotteri disponibili antincendio, ma questo solo nei casi in cui la quantità di acqua da utilizzare per gli incendi deve essere molto limitata.

FASE 5: TUTTI GLI INTERVENTI DI PREVENZIONE – MONITORAGGIO E INTERVENTO SUGLI INCENDI NON DEVONO ESSERE ASSEGNATI SOLO ALLE REGIONI MA ANCHE AL GOVERNO E ALLA COMUNITA’ EUROPEA

Una delle situazioni più critiche e inadeguate che abbiamo rilevato in Paesi dove ci sono stati incendi boscosi di alto livello, come l’Italia e anche negli Stati Uniti, è stata una mancanza di interventi e di componenti di supporto antincendio non adeguati in molte Regioni e questo in quanto la responsabilità di attivare gli interventi sia preventivi e di applicare l’antincendio è assegnato alle Regioni, che in certi casi non hanno avuto sia risorse di intervento e anche componenti di intervento adeguati (es. aerei).

Questa carenza e inadeguatezza delle responsabilità e degli strumenti di supporto delle Regioni ha creato molti seri problemi nel rendere disastrose le possibilità di interventi adeguati sugli incendi, con conseguenze di alto livello nel tempo per tutto il Paese.

Un altro esempio significativo è stato anche quello del Portogallo nel 2017 con 216.000 gli ettari di terreno andati in cenere, ma dove hanno avuto serie difficoltà a intervenire adeguatamente sugli incendi, ci hanno provato a chiedere alla Spagna di avere un ulteriore supporto sugli incendi, ma la sessa Spagna in quel periodo aveva anche lei interventi da svolgere sugli incendi nel suo Paese , senza poter dare supporto al Portogallo che senza questi aiuti si trovo a un effetto disastroso nel suo Paese. Il problema del Portogallo in realtà doveva poter essere richiesto anche alla Comunità Europea, se ci fossero stabilite norme di coordinamento e supporto adeguato tra i diversi Paesi quando accadono elementi atmosferici cosi gravi nel territorio. Ma questa decisione in realtà non c’è.

Questa indica che le nuove normative di legge che devono essere attivate per consentire di fare si che gli incendi boscosi siano adeguatamente risolti sono le seguenti:

  1. Il Principio fondamentale per gli incendi boschivi è che l’impatto e l’effetto disastroso economico, sociale e di qualità del territorio e della vita delle persone di questi incendi non è solo nel territorio delle Regioni in cui avviene, ma in tutto il Paese. Questo è il principio per cui la responsabilità prioritaria di primo livello su come attivare gli interventi viene assegnata al nuovo Coordinamento del Governo del Paese.
  2. La responsabilità di primo livello per abilitare e gestire gli interventi di monitoraggio (controlli da satelliti) e di prevenzione degli incendi devono essere del Governo del Paese, che assegna a ogni Regione le azioni da svolgere
  3. Il controllo e le decisioni delle risorse e delle componenti da utilizzare per l’antincendio (dai droni, agli elicotteri e agli aerei) devono essere dal Governo, che decide di affidare e di consentire di utilizzare su ogni intervento degli incendi le risorse e gli strumenti adeguati
  4. Ogni Regione e Comune avrà la possibilità di intervenire adeguatamente per ogni prevenzione e intervento sugli incendi boscosi, sapendo che il monitoraggio e il supporto ulteriore adeguato le viene fornito direttamente dal Governo e anche le responsabilità, le regole e le attività da svolgere vengono definite, concordate e controllate con il Governo, per fare si che le attività svolte abbiano l’obiettivo di annullare immediatamente ( in 2 ore , non 2 giorni) gli incendi e di verficare che gli interventi di tutte le organizzazioni e gli operatori impegnati siano adeguati in base alle normative attivate. Questo consentirà sia di evitare che gli incendi crescano e si propaghino, ma anche di ridurre del 90% i costi per eliminare gli incendi
  5. La comunicazione sulla prevenzione e sulle conseguenze degli incendi devono essere maggiormente pubblicate a tutti i cittadini e alle imprese e organizzazioni del Paese, assegnando a ogni operatore che vive nei territori di maggiore rischio di incendio, quali sono i compiti e le responsabilità a loro assegnate.
  6. La pubblicazione deve essere la più vasta possibile, per rendere consapevole ogni persona, impresa, Regione e Comune dei doveri e diritti sugli incendi per renderli consapevoli di quello che genera questi incendi e quello che le può evitare
  7. La Comunità Europea deve stabilire un Comitato sugli incendi che opera nelle analisi, monitoraggio, prevenzione e risoluzione degli incendi di tutti i Paesi, per fare si che il diritto della collaborazione su aree di maggiore rischio in Europa sianno condivise, in modo sia da rendere consapevole ogni Paese di cosa cnsente di risolvere questa problematica ma anche di attivare supporti per i Paesi che non riescano ad avere soluzioni e risorse adeguati per incendi boscosi di grande impatto nel territorio, avendo la possibilità di chiedere un intervento di supporto adeguato dalla CEE, che provvederà a far attivare interventi adeguati antincendio per quel Paese.

CONCLUSIONE : GLI INCENDI BOSCOSI SARANNO ANNULLATI MIGLIORANDO LA QUALITA’ DEL TERRITORIO E I RISCHI DI COSTI DI OGNI PAESE SE QUESTA VERITA’ DELLE SOLUZIONI SARANNO APPLICATE

Se ogni Paese del Mondo, dall’ Italia, alla Comunità Europea, a ogni Paese d’ Europa e agli altri Paesi del Mondo compreso gli USA avessero la responsabilità di attivare il Piano delle soluzioni degli incendi boscosi che abbiamo indicato, le situazioni più critiche e difficili di questi Paesi del mondo per questi gli incendi boscosi, potranno essere praticamente annullate migliorando la qualità del territorio, riducendo i rischi dei costi per gli effetti degli incendi e anche eliminando i rischi di morte delle persone morte e dei seri impatti sul futuro dei cittadini e delle imprese.

Attivare queste soluzioni porterebbe a ogni Paese ad essere consapevole di come ogni problema più complesso del Mondo può essere risolto in modo molto più semplice, serio ed efficace di quanto non è mai stato attuato fino ad oggi da ogni Paese nel Mondo.

E questo segnala che in realtà ogni complessità può diventare opportunità di migliorare la qualità della vita se viene affrontata in modo adeguato, e se questo accade anche la qualità dell’ambiente, la riduzione dei costi di ogni Paese e della possibilità di crescita diventano una realtà, non solo una speranza.

By Giovanni Roi

La verità salverà il Mondo

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Camminando per la strada il bambino aveva guardato le case, si era incuriosito a sentire le parole raccontate dalle donne, aveva guardato il cielo e quando incontrò Chaplin rimase stupito di averlo incontrato e gli chiese:

Ma perché i Paesi del mondo vogliono crescere nell’economia, ma in realtà  in molti Paesi non aumenta ne l’economia e neppure la qualità della vita di molte persone di parecchi Paesi dell’Asia, Africa, America e dell’Europa?

E perché l’immigrazione in Europa è cresciuta esponenzialmente negli ultimi 5 anni? Mi sembra di vedere che i Paesi nell’Europa sono concentrati su come sistemare i migranti che arrivano nei loro Paesi, ma perché non capiscono quali sono i motivi che hanno portato a loro la crescita dell’immigrazione?

E come mai il terrorismo è aumentato significativamente nel mondo con attentati che non erano mai accaduti e sono avvenuti nel 2017 in Egitto, Istanbul, San Pietroburgo, Stoccolma e ancora anche a Londra, e con un aumento degli attentati in Europa nel 2016 del 174%?

Ma come mai in Europa dopo l’uscita dell’ Inghilterra con il Brexit  stanno valutando di uscire altri Paesi come la Repubblica Ceca e anche la Danimarca? Ma se l’ Europa sta cercando di crescere economicamente come mai questi Paesi si vogliono staccare dall’Europa?

Ma perché la Comunità Europea ha attivato la nuova DIRETTIVA (UE) 2016/97 sulla distribuzione assicurativa e non si è resa conto di aver inserito alcune componenti che sono talmente anomale da rischiare di produrre un effetto negativo nella crescita del settore assicurativo e sull’assistenza ai clienti?

E come mai l’Italia, nonostante abbia cercato di aumentare la crescita economica negli ultimi anni ha avuto una crescita molto bassa con un PIL nel 2016 solo dello +0,8%, ma senza una riduzione significativa dei disoccupati, con una debolezza della produttività e una qualità della vita del Paese ancora scadente?

E come mai il Governo Italiano non ha compreso i veri motivi che influiscono sulla mancata crescita del turismo, cosi da aver ricevuto dal Travel & Tourism Competitiveness Index del World Economic Forum che in Italia  “la priorità del settore del turismo è sprofondata (75esimo posto, giù di 10 posizioni), per via dello scarso impegno del governo e di una debole strategia di marketing? 

Chaplin, ascoltò le parole del bambino e disse:  “Caro amico, in realtà il percorso della storia del mondo negli ultimi 20 anni ha delineato un motivo che è sempre stato la condizione che ha prodotto la crisi economica, sociale e di qualità della vita nel mondo: la mancanza della verità. Ed è per questo che ho chiesto a Giovanni di raccontarci perché è la verità che ha influito sul mancato cambiamento e miglioramento dei Paesi del mondo”.

Giovanni, ascoltò le parole di Chaplin e disse:

Guardare la storia per capire: cosa è accaduto nella crisi economica del 2008

La crisi economica mondiale del 2008 era cominciata dagli incauti prestiti concessi negli Stati Uniti è andato espandendosi a macchia d’olio sull’intero pianeta si è  trasformato in una nuova grande depressione di portata globale. Tutto ha avuto inizio con lo scoppio della bolla del mercato immobiliare americano nel 2004, dopo un lungo periodo in cui i prezzi delle case erano cresciuti costantemente. A un numero sempre crescente di famiglie veniva data l’opportunità di accendere un mutuo, in maniera quasi indiscriminata. I creditori, infatti, si erano dati ad una pratica chiamata dei “prestiti subprime” – concedendo prestiti a persone poco solubili, gente a cui normalmente non sarebbe mai stato accordato un mutuo per comprare la casa. I mutui subprime prevedevano un tasso d’interesse molto basso per i primi anni e un brusco aumento nei successivi. Di solito i rischi non venivano spiegati nei dettagli, mentre i debitori imboniti con la prospettiva di poter rifinanziare il mutuo negli anni a venire per mantenere il tasso di interesse ai livelli iniziali. Alcuni economisti misero in guardia sui rischi che si correvano, ma la maggioranza non volle interrompere l’atmosfera festosa che regnava nel mercato immobiliare statunitense. Sembrava che tutti ci stessero guadagnando: compagnie di costruzione, agenti immobiliari, istituti bancari e produttori di materiali edili. I felici consumatori diventavano, spesso per la prima volta nella loro vita, proprietari di una casa. Il settore passò praticamente inosservato agli occhi del Governo americano, dopo anni di deregolamentazione costante ad opera del partito repubblicano. Nel periodo 2004-2006 arrivò il momento di ripagare. I tassi d’interesse sui mutui subprime schizzarono alle stelle. Molti debitori non erano semplicemente in grado di ripagare o rifinanziare. La crisi sarebbe potuta rimanere confinata agli Stati Uniti. Sfortunatamente le banche e i creditori di questi prestiti avevano venduto i debiti ad altri investitori. I debiti sminuzzati in azioni erano stati venduti a investitori stranieri e ad istituti bancari di tutto il mondo sotto forma di cavillosi pacchetti finanziari incomprensibili ai più. Nel 2007, 1,3 milioni di proprietà immobiliari sono state messe all’asta per insolvenza, il 79% in più rispetto al 2006. Fu il panico, nessuno sembrava sapere di chi fossero questi debiti “senza valore”, sparsi nel sistema finanziario a tutte le latitudini del globo. Improvvisamente le banche non erano più disposte a farsi prestiti a vicenda, diffidenza che risultò in un cosiddetto “credit crunch” ossia un periodo in cui c’è poca liquidità (cioè soldi contanti) nel sistema perché nessuno presta denaro. Le perdite cominciarono ad accumularsi. A luglio 2008, grandi banche e istituzioni finanziarie a livello mondiale denunciarono perdite per circa 435 miliari di dollari. (dati pubblicati sul sito : http://www.cafebabel.it/politica/articolo/una-spiegazione-della-crisi-economica-del-2008.html).

In realtà questa crisi ha avuto un impatto economico disastroso non colpi solo gli Stati Uniti, ma anche i Paesi dell’Europa e in modo significativo anche l’Italia, il Paese che a partire dal 2008 non è stato più capace di crescere ed è iniziato un lungo periodo di impoverimento. Per essere precisi nel 2010 c’è stata una modesta crescita dell’1,7% del PIL, ma questo valore positivo va considerato come un rimbalzo statistico al crollo del 2009 (-5,5% del PIL) e non ha segnato una inversione di tendenza come invece è accaduto in altri paesi. L’esplosione nel 2008 della crisi economica in Italia è stata determinata da fattori esterni che hanno agito da innesco ad una crisi strutturale che stava subdolamente indebolendo l’economia italiana. Nel 2011 esplode in Europa e in altri paesi la crisi dei debiti sovrani e anche questa crisi, come quella del 2007 è stata una crisi di tipo finanziario, connessa alla notevole mobilità dei capitali e alla speculazione. E quello che ha rischiato l’Italia sono state una serie di componenti (es. la scarsa o assente crescita del PIL, l’enorme stock di debito pubblico di nuovo in crescita a partire dal 2008, la scarsa credibilità del Governo e del sistema politico) che hanno indotto gli investitori internazionali a dubitare della solidità del bilancio pubblico italiano e, quindi, ad acquistare i titoli di debito italiani solamente a condizione che i relativi tassi d’interesse fossero abbastanza alti da compensare l’aumentato rischio. (dati pubblicati sul sito : https://politicasemplice.it/blog/crisi-economica-italiana-2008-2014).

Ma in realtà questo evento di crisi economica mondiale da cosa è partito? Tutte le organizzazioni dei Governi dei Paesi,  le imprese che operavano in ambito finanziario, le banche e ogni organizzazione dei Paesi avevano le competenze e la cultura per fare si che la crisi economica non accadesse e la qualità della vita dei cittadini potesse crescere , ma come mai queste disastrose anomalie economiche sono accadute?

Perché la consapevolezza della verità nell’economia non è stata rispettata

L’effetto di questa crisi economica del 2008 ha dimostrato che la competenza e la cultura sono degli strumenti, ma che non hanno nessun significato e impatto sull’economia se non si ha la consapevolezza della verità di ogni aspetto e di ogni componente che determina la crescita e la stabilità economica e la qualità della vita dei cittadini.

La crisi del 2008 è stata la dimostrazione più inequivocabile che la competenza e la cultura non serve proprio a nulla se non c’è la consapevolezza della verità di come finanziare i mutui, di come dare prestiti, finanziare le imprese  e svolgere qualunque intervento nel mondo della crescita economica, del mondo finanziario e di come garantire la qualità della vita delle persone.

La crisi economica del 2008 ha dimostrato come è proprio questa mancanza di consapevolezza della verità che ha portato sia gli Stati Uniti e tutti gli altri Paesi del mondo ad avere l’effetto della crisi economica. Ma non solo, la continua difficoltà della crescita economica dell’Italia anche dal 2014 all’inizio del 2017, è la dimostrazione che ogni organizzazione del Governo Italiano non si è resa neppure consapevole della verità che salverebbe questo Paese se fosse stato applicato il Piano del Riscatto della Fenice (pubblicato nel Blog nel 2014  in questo link : http://wp.me/plwtn-6w) che comprendeva proprio la verità sulla realtà dell’economia in Italia e sull’effettivo potenziale di crescita.

La crescita dell’immigrazione e del terrorismo non sarebbero accadute, se la consapevolezza della verità ci fosse stata

L’evoluzione della migrazione in Italia e in Europa negli ultimi 4 anni (dal 2012 al 2015) rispetto ai 30 anni precedenti ha generato diversamente una complessità e una difficoltà significativa su come sostenere e gestire questa esasperata migrazione, di fronte alla quale nessun Paese in Europa è stato in grado di comprendere adeguatamente la problematica e di individuare quali sono gli interventi corretti da eseguire. Quando il numero dei migranti aumenta di 10 volte (Italia) e di 45 volte (Europa), lo scenario che è accaduto indica che quella che è avvenuta non è solo una “migrazione”, ma è diventata una “invasione” di ogni Paese e quando accade un’ invasione diventa necessario riflettere e approfondire perché e cosa ha generato questa esplosione delle migrazioni.  Se leggete la maggiore parte delle notizie pubblicate e delle posizioni esposte dai Governi, risulta evidente che l’immigrazione continua a crescere e le maggiori dichiarazioni sono su “come gestire i migranti che arrivano e trovare le strutture per ospitarli o come bloccare l’ingresso dei migranti”, ma di fronte a questo fenomeno dell’invasione, il vero problema è quello di capire cosa ha portato a generare questa situazione per saper individuare quali sono gli interventi adeguati da attivare.

Negli ultimi 3 anni è stato inoltre sintomatico rilevare un amento significativo del terrorismo sia in Europa (con un incremento del 174% nel 2016) e anche in altri Paesi come l’Egitto, Istanbul, San Pietroburgo e Stoccolma dove non c’erano masi stati attacchi terroristici cosi significativi. Ma la realtà è che da cosa si genera il terrorismo? L’effetto del terrorismo non dipende dagli attacchi che avvengono, ma da una approfondita analisi e riflessione di quali sono le condizioni che portano quella popolazione a passare da cittadini a terroristi.

La coincidenza sull’incremento dei migranti e degli attacchi terroristici negli ultimi 3 anni dal 2015 al 2017 non è causale e fu proprio per questo che nel 2016 fu pubblicato un Blog  su “LA SVOLTA DELL’IMMIGRAZIONE E L’ALBA DELLA RINASCITA IN ITALIA, IN EUROPA E NEL MONDO INTERO” con la proposta di un piano “Save-The-World” (link della pubblicazione: http://wp.me/plwtn-9k ) che svolgeva una analisi molto approfondita della verità sui motivi che li hanno portato a generare questi eventi e questo proprio con l’obiettivo di :

rendere consapevole ogni Paese e ogni Governo dell’Europa della verità delle condizioni che generano le migrazioni e il terrorismo

e il paradosso è che nonostante si abbia cercato in tutti i modi di rendere evidente l’estrema connessione tra le  le migrazioni e il terrorismo indicando anche i percorsi della verità che potrebbero salvare l’Europa e il mondo intero, nessuno dei Paesi d’Europa, dell’Italia e del mondo intero se ne sono resi consapevoli. La falsità sulle  migrazioni e sul terrorismo è l’unico elemento che esiste nel mondo e di come le enormi possibilità di miglioramento della qualità della vita e della sicurezza non sono per nulla recepite. Se non ci si rende consapevoli dei motivi per cui i migranti escono dal proprio Paese, come si fa a comprendere come risolvere il problema delle migrazioni e del terrorismo?

L’uscita dell’Inghilterra con il Brexit dall’Europa e le valutazioni di uscire anche dalla Repubblica Ceca e dalla Danimarca dimostra che la Comunità Europea la consapevolezza sulla stabilità dell’Europa non ce l’ha

L’uscita dell’Inghilterra con il Brexit dall’Europa è stata la più eclatante dimostrazione che il Governo dell’Inghilterra ha fatto la più disastrosa e inadeguata decisione. il 24 Giugno 2016, la Gran Bretagna sceglie di uscire dall’ Europa con il risultato del referendum Brexit nel quale la maggiore parte della popolazione (51,9%) aveva deciso di uscire dall’Europa, ma quale è stato l’ errore più colossale del Primo Ministro dell’Inghilterra? Di essersi concentrato solo sui risultati del referendum Brexit, senza neppure rendersi conto che una decisione cosi importante non può partire solo da un referendum, ma deve avere analisi e valutazioni adeguate di quale è la verità sulla scelta della popolazione di uscire dall’Europa.

Proprio su questo evento particolarmente complesso abbiamo pubblicato un Blog su “Brexit nella Gran Bretagna e il Principio del Cambiamento in Europa” (link della pubblicazione : http://wp.me/plwtn-8n) che esponeva con una adeguato approfondimento sia l’intervento che doveva eseguire il Primo Ministro e l’intero Governo dell’Inghilterra e anche una la valutazione e l’intervento che doveva compiere la Commissione Europea sulla decisione che voleva adottare l’Inghilterra. In realtà nessun Paese dell’ Europa e neppure il Governo Italiano si sono resi consapevoli di questa proposta e di come questo Piano rendeva evidente la verità sulle decisioni che doveva prendere sia l’Inghilterra e anche la Comunità Europea.

Ma non essere consapevoli della verità cosa produce? Porta l’Europa a non migliorare la propria stabilità e a portare altri Paesi dell’Europa a valutare la possibilità di uscire dall’Europa, come lo stanno valutando questa decisione la Repubblica Ceca e la Danimarca.

Ma in realtà tutte queste decisioni, questa instabilità dell’Europa e queste possibili decisioni di questi altri Paesi da cosa derivano?

dalla mancanza di consapevolezza della Commissione Europea che il principio per salvare e far crescere ogni Paese parte dalla consapevolezza  e dal rispetto della verità di ogni Paese, ovvero del contesto e delle esigenze economiche, sociali, culturali e organizzativo di ogni Paese

Se la Comunità Europea non ha la consapevolezza e il rispetto di ogni Paese che partecipa all’Europa come pensano che questi Paesi rimangano nella Comunità Europea?. L’ Europa non è un Paese, è un insieme di Paesi che agiscono e collaborano tra di loro per favorire la crescita e la stabilità di ogni Paese, ma il valore dell’Europa non è nelle loro decisioni, ma nella loro capacità di rispettare, valorizzare ed essere consapevoli della verità di ogni Paese.

Se questo rispetto non c’è per ogni Paese indipendentemente dal fatto che sia il più piccolo o il più grande Paese d’Europa, la Comunità Europea verrà inesorabilmente vanificata e ridotta a una nullità. Non si può pensare che l’Europa cresca grazie ai più grandi e ricchi Paesi, perché questa è la mancanza di consapevolezza della verità dell’Europa che porterà a una successiva uscita di tanti Paesi. E’ solo il rispetto della verità e delle esigenze di ogni Paese che porterà la stabilità e la crescita dell’Europa.

Produrre dalla Comunità Europea una DIRETTIVA (UE) 2016/97 sulla distribuzione assicurativa che non si rende consapevole della verità del settore assicurativo non porterà a una crescita e stabilità, ma a un effetto negativo nella crescita del settore assicurativo e all’assistenza ai clienti

Noi stiamo vivendo in un periodo di paradosso nelle normative di legge emesse sia dai Paesi e anche dalla Comunità Europea e questo purtroppo dimostra che la competenza delle risorse coinvolte nella definizione delle normative di legge sono talmente incompetenti sia del contesto del settore per cui le leggi vengono proposte  e anche di una mancanza di rispetto di tutti le normative nazionali e internazionali, tanto da produrre effetti che non diventano positivi nel mercato, ma che possono portare dei danni disastrosi all’economia.

L’ultimo caso più eclatante è quello della DIRETTIVA (UE) 2016/97 sulla distribuzione assicurativa, una normativa emessa nell’anno 2016 ma in cui nessun Governo dei Paesi Europei, e neppure le imprese assicurative e le organizzazioni che lavorano nel settore, si sono rese conto che nella normativa emessa ci sono anomalie molto gravi nella legge emessa.

Componenti della DIRETTIVA (UE) 2016/97 sulla distribuzione assicurativa

Analisi e valutazione sulle normative emesse

Comma (6) considerazioni preliminari:

(6)  I consumatori dovrebbero beneficiare dello stesso livello di tutela nonostante le differenze esistenti tra i canali di distribuzione. Per garantire che si applichi lo stesso livello di tutela e che il consumatore possa beneficiare di norme comparabili, in particolare per quanto riguarda la comunicazione di informazioni, è essenziale creare condizioni di parità tra i distributori.

Componente anomala non corretta:

  • I consumatori dovrebbero beneficiare dello stesso livello di tutela nonostante le differenze esistenti tra i canali di distribuzione

Anomalia nella direttiva emessa:

  1. I consumatori ricevono il livello di tutela in base alla qualità del livello di servizio e della proposta assicurativa delle polizze fornite dalle imprese assicurative e la differenza nel livello di tutela non dipende solo dai canali di distribuzione, ma soprattutto dalle offerte assicurative delle imprese assicurative e dal supporto degli intermediari assicurativi.
  2. La qualità del livello di tutela dei consumatori è quindi differenziata proprio dalla differente qualità di proposta dei servizi e delle polizze dalle imprese assicurative e dagli intermediari assicurativi.
  3. In base alle suddette condizioni non è ammissibile che venga proposta di “beneficiare ai consumatori dello stesso livello di tutela”, in quanto questa normativa porterebbe a rendere tecnicamente impossibile il miglioramento della qualità della proposta assicurativa nel mercato che è, tecnicamente e politicamente, la scelta più importante per consentire a ogni consumatore di avere le migliori offerte nel mercato

Componente anomala non corretta:

  • in particolare per quanto riguarda la comunicazione di informazioni, è essenziale creare condizioni di parità tra i distributori.

Anomalia nella direttiva emessa:

  1. in base alle suddette considerazioni non è neppure ammissibile che venga richiesta una comunicazione di informazioni di parità tra i distributori, perché di fatto violerebbe i principi di libertà di impresa a cui hanno diritto le imprese assicurative e anche gli intermediari assicurativi in base leggi sull’articolo 41 della Costituzione della Repubblica Italiana “L’iniziativa economica privata è libera” e alla Carta dei diritti Fondamentali dell’Unione Europea (2000/C 364/01) Art. 1 Dignità umana “La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata”, all’ Art 6 Diritto alla libertà e alla sicurezza “ Ogni individuo ha diritto alla libertà e alla sicurezza” , all’ Art. 16 Libertà d’impresa “E’ riconosciuta la libertà d’impresa, conformemente al diritto comunitario e alle legislazioni e prassi nazionali.”
  2. Ogni impresa assicurativa deve quindi avere il diritto di attivare la comunicazione delle informazioni in base alla propria capacità d’impresa e al livello di polizza e di servizio erogato

Considerazione finale sulle norme non corrette:

  1. In base alle suddette considerazioni della normativa di legge le condizioni del Comma (6) devono essere annullate o modificate in base ai requisiti sopra indicati.
Comma (16) considerazioni preliminari:

(16) La presente direttiva dovrebbe garantire che si applichi lo stesso livello di tutela dei consumatori e che tutti i consumatori possano beneficiare di norme comparabili. Essa dovrebbe promuovere condizioni omogenee e una concorrenza paritaria tra intermediari, siano essi collegati a un’impresa di assicurazione o meno. I consumatori traggono vantaggio se la distribuzione di prodotti assicurativi avviene attraverso canali diversi e intermediari aventi diverse forme di cooperazione con le imprese di assicurazione, purché tali canali e intermediari siano tenuti ad applicare norme analoghe in materia di tutela dei consumatori. Nell’attuare la presente direttiva gli Stati membri dovrebbero tener conto di tali problematiche.


Componente anomala non corretta:

  • La presente direttiva dovrebbe garantire che si applichi lo stesso livello di tutela dei consumatori e che tutti i consumatori possano beneficiare di norme comparabili

Anomalia nella direttiva emessa:

  1. La suddetta normativa deve essere annullata o modificata in base a quanto abbiamo indicato nel Comma (6)


Componente anomala non corretta:

  • Essa dovrebbe promuovere condizioni omogenee e una concorrenza paritaria tra intermediari, siano essi collegati a un’impresa di assicurazione o meno

Anomalia nella direttiva emessa:

  1. Gli intermediari in base alle normative di legge assicurative hanno l’obbligo di proporre polizze assicurative che siano adeguate alle esigenze dei clienti e dei consumatori, ma non è ammissibile che sia imposta di “promuovere condizioni omogenee e una concorrenza paritaria tra gli intermediari” perché questo viola le leggi sull’articolo 41 della Costituzione della Repubblica Italiana “L’iniziativa economica privata è libera” e alla Carta dei diritti Fondamentali dell’Unione Europea (2000/C 364/01) Art. 1 Dignità umana “La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata”, all’ Art 6 Diritto alla libertà e alla sicurezza “ Ogni individuo ha diritto alla libertà e alla sicurezza” , all’ Art. 16 Libertà d’impresa “E’ riconosciuta la libertà d’impresa, conformemente al diritto comunitario e alle legislazioni e prassi nazionali.”
  2. Imporre di “promuovere condizioni omogenee” di fatto viola il diritto che ha ogni intermediario e ogni impresa assicurativa di poter creare e generare le migliori polizze per i clienti e ai consumatori in grado di soddisfare il criterio delle esigenze dei rischi, ovvero le condizioni dei clienti e consumatori  in base alla legislazione esistente e alle precedenti normative di legge assicurative, devono essere adeguate alle esigenze dei rischi, ma non possono essere omogenee tra gli intermediari in quanto si viola le condizioni di libertà d’impresa e di competitività nel mercato.
  3. Imporre una “concorrenza paritaria tra gli intermediari” di fatto viola il diritto che ha ogni intermediario e impresa assicurativa di poter operare nel mercato e di proporre le polizze ai clienti e consumatori in base alle proprie capacità e competenze d’impresa che sono specifiche e singole per ogni intermediario, rispettando le condizioni di vendita della normativa d legge, ma che non possono essere annullate e limitate per una “concorrenza paritaria tra gli intermediari”.

Componente anomala non corretta:

  • I consumatori traggono vantaggio se la distribuzione di prodotti assicurativi avviene attraverso canali diversi e intermediari aventi diverse forme di cooperazione con le imprese di assicurazione, purché tali canali e intermediari siano tenuti ad applicare norme analoghe in materia di tutela dei consumatori.
  1. La successiva condizione “I consumatori traggono vantaggio se la distribuzione di prodotti assicurativi avviene attraverso canali diversi e intermediari aventi diverse forme di cooperazione con le imprese di assicurazione, purché tali canali e intermediari siano tenuti ad applicare norme analoghe in materia di tutela dei consumatori”, di fatto indica e conferma quanto abbiamo dichiarato come prioritario, ovvero la necessità di una maggiore competitività di vendita.
  2. Questa normativa  è solo in parte corretta, in quanto non è solo la “diversa forma di cooperazione con le imprese assicurative” che garantisce il vantaggio dei consumatori, ma anche la specifica competenza e capacità di vendita degli intermediari assicurativi che consentono ai consumatori di avere un vantaggio. Questo è oltretutto evidente da tutte le statistiche di vendite dei prodotti assicurativi dei diversi canali, dalle diverse imprese assicurative e dai diversi intermediari nel mercato che confermano la loro diversità nella capacità di vendita.
  3. Le “norme analoghe in materia di tutela dei consumatori” riguardano e devono rispettare la proposta di polizze adeguate alle esigenze di rischio dei clienti e consumatori e la consegna delle informazioni e della documentazione in base alle normative di legge.

Considerazione finale sulle norme non corrette:

  1. In base alle suddette considerazioni della normativa di legge le condizioni di ”promuovere condizioni omogenee e una concorrenza paritaria tra gli intermediari” devono essere  annullate in quanto di fatto influenzerebbero significativamente nella liberta di vendita degli intermediari con conseguenze disastrose nella potenzialità di vendita anche delle imprese assicurative con cui gli intermediari operano.
  2. La successiva componente della normativa di “I consumatori traggono vantaggio se la distribuzione di prodotti assicurativi avviene attraverso canali diversi e intermediari aventi diverse forme di cooperazione con le imprese di assicurazione, purché tali canali e intermediari siano tenuti ad applicare norme analoghe in materia di tutela dei consumatori”, sarebbe opportuno che sia modificata inserendo le normative che abbiamo aggiunto nella comma 2) e 3)

     

Comma (44) considerazioni preliminari:

(44) Onde evitare casi di vendite abusive, è opportuno che la vendita di prodotti assicurativi sia sempre accompagnata da una verifica delle richieste e delle esigenze sulla base delle informazioni fornite dal cliente. Qualsiasi prodotto assicurativo proposto al cliente dovrebbe sempre essere coerente con le sue richieste ed esigenze ed essere presentato in una forma comprensibile affinché il cliente possa prendere una decisione con cognizione di causa.

Componente anomala non corretta:

  • Qualsiasi prodotto assicurativo proposto al cliente dovrebbe sempre essere coerente con le sue richieste ed esigenze ed essere presentato in una forma comprensibile affinché il cliente possa prendere una decisione con cognizione di causa.
  1. Questa precisazione non è adeguatamente corretta in quanto il principio fondamentale dell’adeguatezza dei prodotti assicurativi è in base alle esigenze dei clienti che possono essere recepite da  “informazioni ottenute dal cliente, dalle richieste e dalle esigenze”. Ovvero il principio è quello delle informazioni dei clienti che nelle trattative pervengono sia da richieste dei clienti o anche da informazioni recepite dalla consulenza degli intermediari, che consente di identificare le esigenze dei clienti. (queste condizioni sono oltretutto già indicate nell’Art. 20 comma 1 di questa normativa).

Le suddette considerazioni sulla  DIRETTIVA (UE) 2016/97 sulla distribuzione assicurativa, indica in modo inequivocabile come le normative emesse dalla Comunità Europea spesso non hanno una adeguata valutazione sulle componenti reali del settore di mercato per ogni Paese in cui la normativa è prodotta. Oltretutto abbiamo anche individuato altre componenti della normativa Europea pubblicata che pur essendo applicabili, hanno dei requisiti che a nostro parere sono solo deleteri per la crescita del settore assicurativo, con il rischio di attivare un blocco sul miglioramento della qualità delle offerte da parte sia delle imprese assicurative e anche degli intermediari, con un effetto di conseguenza negativo anche per la qualità dei servizi ai clienti. La realtà è che la Commissione Europea non si è resa conto che le normative nel settore assicurativo dovrebbero rispettare i seguenti obiettivi strategici :

  1. Semplificare l’attività svolta sia dalle imprese assicurative che degli intermediari assicurativi compreso soprattutto i processi di vendita delle Polizze ai Clienti al fine di far ridurre i costi e migliorare la qualità dell’attività svolta
  2. Migliorare la qualità dei servizi e delle Polizze offerte ai Clienti sempre più adeguate alle esigenze e ai relativi rischi da proteggere
  3. Consentire alle imprese assicurative di aumentare il loro livello di competitività nel mercato per proporre le migliori soluzioni ai clienti sia delle Polizze che dei servizi erogati
  4. Consentire agli intermediari assicurativi di aumentare la loro competenza e il loro livello di competitività nel mercato al fine di proporre ai clienti la migliore consulenza, le migliori Polizze e la migliore assistenza
  5. Consentire alle imprese assicurative e agli intermediari assicurativi di avere sempre di più il loro livello di autonomia nel mercato al fine di raggiungere gli obiettivi indicati nel punto 3) e 4).
  6. Rispettare le regole di diversità dei Paesi nello svolgimento dell’attività assicurativa al fine che venga valorizzata la capacità e la tecnica di vendita che ogni Paese svolge, consentendo solo di condividere e promuovere le diversità di intervento al fine che ogni Paese possa valutare come crescere e evolvere valorizzando attività che ritengono utili da loro non eseguite

Ma se non vengono rispettati i seguenti obiettivi strategici che ogni normativa di legge dovrebbe rispettare, come può pensare la Commissione Europea di migliorare il settore assicurativo? Il risultato è che il risultato è solo peggioramento nel settore.

E tutto questo indica che

la mancanza di consapevolezza della Commissione Europea di tutte le componenti e dei requisiti del settore assicurativo ha portato a creare una Nuova Direttiva senza avere il rispetto della verità di questo settore e di ogni Paese

Se la Comunità Europea non cresce nella consapevolezza e nel rispetto del settore assicurativo di ogni Paese e delle caratteristiche di ogni operatore, il settore assicurativo e la qualità dei servizi ai clienti non migliorerà. Di fatto raggiungeranno l’obiettivo di migliorare la qualità dei documenti e delle informazioni consegnate ai clienti, ma con una qualità delle proposte assicurative che sarà molto più limitata e senza nessuna capacità di migliorare, anzi con la possibilità di peggiorare. Il rischio  di peggioramento di questa nuova Direttiva  avrà come unico effetto l’aumento degli oneri e delle attività da svolgere da parte sia delle imprese assicurative che degli intermediari assicurativi, con requisiti che non semplificano le attività degli operatori del mercato, ma gli complicano solo il lavoro da svolgere.

L’innovazione in questo settore del mercato ha molte grandi opportunità di crescita e miglioramento dei servizi ai clienti, ma che tristemente questa consapevolezza non è neppure percepita, ovvero la verità sulla realtà di cui essere consapevoli nella Comunità Europea non c’è proprio.

La crescita debole dell’economia e della stabilità in Italia dimostra che i Piani che il Governo ha applicato servono a poco quando manca la consapevolezza della verità di quanto serve realmente al Paese per crescere e avere solidità

Dal 2012 al 2017 le diverse organizzazioni del Governo in Italia hanno applicato interventi che hanno dimostrato un’attenzione alle richieste della Comunità Europea per applicare le riforme con l’obiettivo prioritario di ridurre le spese, con Piani di crescita economica estremamente limitati (praticamente inesistenti) e con un’attenzione alla qualità della vita dei cittadini di scarso livello.

La crescita del PIL dal 2008 al 2017, la quantità di disoccupazione ancora molto elevata e l’insoddisfazione della maggiore parte dei cittadini di medio e basso livello economico con 7,2 milioni di italiani in grave difficoltà economica, sono esattamente la dimostrazione che la percezione che hanno avuto tutti i Governi in Italia soprattutto dal 2012 al 2017 con il Governo Monti, Renzi e Gentiloni  sulla verità di quanto serve a fare crescere e rendere stabile l’Italia, non l’hanno proprio avuta.

Ma non solo, le evoluzioni delle normative del Governo per le riforme non sta migliorando il Paese, ma dagli ultimi interventi sta peggiorando le imprese e i lavoratori autonomi. L’ultima decisione del Governo Gentiloni di attivare il controllo dello spesometro ogni tre mesi invece che una volta all’anno dal 2018, conferma la mancanza di attenzione per le imprese perché questa nuova normativa porterà ad aumentare i controlli e i costi per le imprese, ma con quale effetto sull’economia? Nessuna, solo un peggioramento, perché la verità sullo spesometro è che i dati che sono pubblicati dovrebbero essere controllati adeguatamente, cosa che il Governo non fa.

Il paradosso di questa mancata crescita e di interventi di riforme non adeguati indicano che una percezione della consapevolezza della verità da rispettare per far crescere l’Italia il Governo non l’ha avuta. Hanno avuto la proposta del Piano del Riscatto della Fenice per la crescita economica nel 2014 (link in cui poterlo consultare : http://wp.me/plwtn-6w) e altre soluzioni innovative sul terremoto, sugli immigrati e sul terrorismo, sull’inquinamento, senza neppure rendersi conto di come gli sarebbe bastato seguire le indicazioni degli interventi proposti per migliorare il Paese, ma non l’hanno neppure percepito. In queste proposte avevano la strategia sia di applicare una riduzione dei costi con riforme più adeguate di quelle applicate dal Governo, ma soprattutto anche di attivare  piani di crescita e stabilità economica che avrebbero fatto la differenza nel mercato Europeo per l’Italia. Ma l’attenzione dei Governi per queste opportunità non ci sono state.

L’evoluzione e la crescita del nostro Paese Italia non avverrà mai se

il Governo, le Regioni, i Comuni e ogni altra organizzazione e impresa in Italia non abbiano la consapevolezza di quale è la verità che fa la differenza per la crescita e la stabilità nel nostro Paese

Se il nostro Paese vorrà scegliere di passare da una mediocrità e forte instabilità economica a una crescita economica continua e sostenibile per migliorare la stabilità del nostro Paese e la qualità della vita dei cittadini, dovranno accettare la consapevolezza della verità.

Dovranno prima di tutto avere il coraggio di accettarla, di essere consapevoli della verità dello scenario e dell’effettivo potenziale di crescita del nostro Paese e avere il coraggio di applicarlo.

Il turismo in Italia è uno dei potenziali di crescita economica più elevata, ma è la mancanza della consapevolezza della  verità del Governo dei veri motivi che permettono la crescita del turismo che hanno portato il Travel & Tourism Competitiveness Index del World Economic Forum a dichiarare come la crescita del turismo in Italia è peggiorato al 75esimo posto, scendendo di 10 posizioni per via dello scarso impegno del governo e di una debole strategia di marketing

Il settore del turismo in Italia è una delle aree di maggiore interesse ed è stato sicuramente emblematico rilevare nel dossier pubblicato da Travel & Tourism Competitiveness Index del World Economic Forum che dall’analisi approfondita che hanno effettuato nel settore turistico in Italia e negli altri Paesi del Mondo,  è emerso uno scarso impegno del Governo Italiano e di una debole strategia di marketing.

L’analisi dettagliata del rapporto (scaricabile in dettaglio in questo sito: https://www.weforum.org/reports/the-travel-tourism-competitiveness-report-2017 )  indica in modo inequivocabile che è proprio la mancanza di un piano adeguato nel turismo del Governo Italiano che di fatto influisce significativamente sulla crescita del turismo e anche sugli interventi di crescita che cercano di attivare le Regioni e i singoli Comuni.

Ovvero in realtà la situazione attuale di questo settore del mercato indica proprio che ogni piccolo intervento di crescita del turismo senza un impegno e una strategia del Governo  è come se fosse tecnicamente ridotto e fortemente limitato, nonostante gli investimenti effettuati sia dalle imprese che dalle Regioni e dai Comuni.

E’ oltretutto significativo che già dal 2015 era stato pubblicato un Piano “Share-The-Tourism” che aveva anticipato la maggiore parte delle inadeguatezze pubblicate proprio dal WEF, un Piano proposto al mercato, a banche e anche pubblicato nel 2016 con il nominativo “LA VERITA’ DEL TURISMO IN ITALIA” (questo è il link dove  consultabile : http://wp.me/plwtn-ex) e di cui neppure il Governo Italiano e nessuna organizzazione in Italia se ne è resa consapevole.

Ma come è possibile che di fronte a un potenziale di crescita del turismo in Italia che potrebbe essere dal 200 al 300% , con investimenti che sarebbero 10 volte minori a qualunque altro importante investimento economico e con un indotto di crescita economica elevatissima (il PIL potrebbe crescere del 1,5 – 2%), nessuno del Governo e delle organizzazioni  non si sono resi conto?.

Perché è la mancanza di consapevolezza da parte del Governo e di ogni altra organizzazione ad esso collegato della verità di cosa serve realmente per attivare la crescita reale del turismo a influire in modo significativo sulla sua crescita 

Il turismo non cresce solo dalla competenza nel settore, perché ogni competenza che non è rispettosa e consapevole della verità di ciò che serve realmente per la crescita del turismo, non serve a nulla, diventa tanto lavoro, tanti investimenti, tante pubblicità ma con quali risultati economici? Insignificanti.

Se il Governo in Italia e ogni altra organizzazione del settore non cambiano il loro orientamento e non diventano consapevoli di questa verità, il turismo in Italia non crescerà mai in modo adeguato. Al Governo basterebbe poco: guardare il Piano “LA VERITA’ DEL TURISMO IN ITALIA” e si renderanno consapevoli di come far si sia che il turismo cresca, ma anche di come l’economia e la stabilità in Italia aumentassero molto di più di quanto si aspettano. Devono solo scegliere di accettare la verità, questa è la decisione che dovranno fare.

La verità salverà il Mondo

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La luce si illuminò,  il sole tolse le tenebre dall’oscurità, trasformò le nuvole in chiarore e fu cosi che la tempesta diventò bellezza, lucentezza, percezione dell’invisibile, cosi che ogni persona diventi consapevole della verità.

Il percorso di oggi è arrivato proprio a questo: è la Verità che salverà il Mondo!

Ci sono tenebre, oscurità, drammi impercettibili, bagliori di scontri non compresi, dolori di salute poco curata, tristezze di speranze mancate, fame deluse da poca attenzione, parole non ascoltate, volti non riconosciuti, ore di vita perse per il coraggio mancato, nomi non accettati, illusioni di potere non rispettose, solchi non percepiti di tracce del futuro, richieste non ascoltate

che delineano in ogni attimo della vita che è la Verità che manca e nel Mondo

ed è proprio la Verità

la Verità di ogni persona, la Verità di ogni percorso storico, la Verità di ogni scelta da fare per avere rispetto, la Verità di ogni attenzione che si deve avere non solo di se stesso, della propria impresa, della propria organizzazione, ma di ogni realtà e persona con cui viviamo, la Verità del saper accettare ogni parola, ogni cultura e ogni esigenza, la Verità di avere attenzione non solo del tuo potere, ma al tuo dovere che hai nel mondo, la Verità non solo al diritto, ma anche al dovere che ogni persona e ogni organizzazione e impresa ha nel mondo, la Verità della gratitudine, la Verità del dono, la Verità della diversità che indica la ricchezza e non la separazione, la Verità nell’accogliere ogni aiuto di cui una persona a diritto, la Verità nell’accettare tutto, perché ogni cosa che rifiutiamo farà perdere non solo a noi stessi ma anche al Mondo, la Verità nella realtà e non nella presunzione,

è la VERITA’ CHE SALVERA’ IL MONDO

By Giovanni Roi