LA SVOLTA DELL’IMMIGRAZIONE E L’ALBA DELLA RINASCITA IN ITALIA, IN EUROPA E NEL MONDO INTERO

Da dove vengono i migranti residenti

( dal link: http://www.ilpost.it/2015/04/20/mappa-migranti-italia/)

La crescita della popolazione in Italia e in Europa negli ultimi 30 anni ha portato a una maggiore stabilità e anche un aumento del PIL negli anni in cui il numero dei migranti era adeguato alla quantità di popolazione e alle possibilità economiche dei Paesi, e l’accesso dei migranti rispettava al 95% le regole dell’accesso e la persistenza con la richiesta d’asilo accolta e accettata. Ovvero l’immigrazione tra i Paesi è stato un elemento positivo per la crescita dei Paesi quando non interferiva sulla stabilità di ogni Paese.

L’evoluzione della migrazione in Italia e in Europa negli ultimi 4 anni (dal 2012 al 2015) ha generato diversamente una complessità e una difficoltà significativa su come sostenere e gestire questa esasperata migrazione, di fronte alla quale nessun Paese in Europa è stato in grado di comprendere adeguatamente la problematica e di individuare quali sono gli interventi corretti da eseguire. Quando il numero dei migranti aumenta di 10 volte (Italia) e di 45 volte (Europa), lo scenario che è accaduto indica che quella che è avvenuta non è solo una “migrazione”, ma è diventata una “invasione” di ogni Paese e quando accade un’ invasione diventa necessario riflettere e approfondire perché e cosa ha generato questa esplosione delle migrazioni.

Migrazione e invasione 2015

Se leggete la maggiore parte delle notizie pubblicate e delle posizioni esposte dai Governi, risulta evidente che la maggiori dichiarazioni sono su “come gestire i migranti che arrivano e trovare le strutture per ospitarli o come bloccare l’ingresso dei migranti”, ma di fronte a questo fenomeno dell’invasione, il vero problema è quello di capire cosa ha portato a generare questa situazione per saper individuare quali sono gli interventi adeguati da attivare. Le due tabelle pubblicate indicano chiaramente i dati che l’invasione è iniziata.

Numero dei Migranti arrivati in Europa

Comprendere e capire la verità per essere consapevoli dell’origine dell’immigrazione “invasiva”

Il primo elemento è quello di individuare cosa è accaduto negli ultimi anni in Europa, nel Mondo e in Italia e quali sono le componenti che hanno influito sull’incremento degli immigrati in Europa. Se andiamo ad analizzare l’evoluzione delle migrazioni in Europa e in Italia negli ultimi anni risulta evidente che la crescita del numero dei migranti in Europa e in Italia dal 2013 al 2015 indica che una crescita delle migrazioni cosi forti di quelle irregolari (senza regolari documenti di viaggio, con accesso da sbarchi irregolari, ecc. ) stanno generando fenomeni di immigrazione che non possono essere sottovalutati e dei quali deve essere compresa l’origine e le motivazioni. L’evoluzione del numero dei migranti è sostenibile e adeguata se rispetta le regole di trasferimento, di accoglienza e di integrazione della popolazione tra i Paesi, se queste condizioni non vengono rispettate con un numero eccessivo di migranti, questo significa tre elementi:

  1. una strategia “politica” delle migrazioni in Europa da parte di chi attiva le migrazioni
  2. una particolarità dei Paesi da cui pervengono gli sfollati e i rifugiati sui cui è opportuno comprendere cosa ha comportato negli ultimi anni questa volontà di un aumento della migrazione
  3. un forte rischio di instabilità dei Paesi Europei a conseguenza della complessa situazione economica e di crescita dei Paesi, che avendo già una seria difficoltà a generare lavoro e stabilità alla popolazione residente, hanno il rischio di aumentare significativamente sia un amento significativo delle spese, ma anche di inquinare la qualità e la sicurezza della vita nel territorio

Di fronte a queste considerazioni emerge la prima esigenza di approfondimento delle migrazioni.

Primo – Quanti sono i migranti arrivati in Italia

Di fronte a queste prime considerazioni emerge la prima esigenza di approfondimento delle migrazioni ed è evidente rilevare che il numero dei migranti sbarcati in Italia è cresciuto in modo esponenziale negli ultimi 6 anni passando dai 20-40.000 ai 153.843 nel 2015  :

Numero sbarchi in Italia

(Numero dei migranti sbarcati in Italia da https://it.wikipedia.org/wiki/Immigrazione_in_Italia)

Nello stesso periodo la quantità di richieste di asilo sono aumentate significativamente ma con un numero di richieste di asilo accolte molto inferiori a quelle medie degli ultimi 14 anni con nel 2014 un numero di 83.000 richieste e con solo 30.000 richieste di asilo accolte, ovvero questo dato conferma che l’ adeguatezza dei migranti per essere accettati è diminuita significativamente più di  quanto era accaduto negli anni precedenti, ovvero la qualità e affidabilità dei migranti è diminuita significativamente.

Richieste di asilo immigranti da sbarchi in Italia

(Richieste di asilo in Italia dal 1990 al 2015 da https://it.wikipedia.org/wiki/Immigrazione_in_Italia)

Secondo – Da quali Paesi vengono i migranti degli ultimi anni in Europa e in Italia

I Paesi di provenienza dei migranti in Europa nel 2016 sono stati principalmente:

  1. Siria (30%)
  2. Afghanistan (16%)
  3. Iraq (10%)

con una differenza in Italia in cui la maggiore parte dei migranti pervengono da:

  1. Nigeria (20%)
  2. Eritrea (12%)
  3. Gambia, Guinea, Sudan e Costa d’Avorio (7%)
  4. Somalia, Senegal e Mali (5%).

L’ analisi del numero dei rifugiati in Italia nel 2014 ha confermato la preponderanza dei primi 5 Paesi di cui 3 sono i Paesi Africani che stanno incrementando significativamente il numero dei migranti:

Numero dei rifugiati Italia 2014

(i Primi cinque Paesi dei rifugiati in Italia da https://it.wikipedia.org/wiki/Immigrazione_in_Italia)

Ovvero dai risultati dell’analisi è emerso chiaramente che la maggiore parte dei migranti pervengono da:

  • Paesi Africani con forte instabilità ancora in forte guerra: Siria, Iraq
  • Paese Asiatico indicato come uno stato provvisorio islamico con ancora forte instabilità e scontri tra guerrieri: Afghanistan
  • Paesi Africani che hanno una persistente instabilità ambientale e di qualità della vita per Paesi emergenti : Nigeria
  • Paesi Africani che hanno una persistente instabilità per una nuova generazione con conflitti persistenti con Paesi limitrofi : Eritrea  e Somalia

Ma se è aumentato esponenzialmente il numero dei migranti da questi Paesi creando letteralmente “l’invasione” nei Paesi Europei, da cosa può dipendere questo fenomeno? Individuare lo scenario attuale di questi Paesi da cui derivano questi eventi consente di comprendere le motivazioni che le hanno prodotte e di individuare quali sono i percorsi da effettuare per far si che la crescita dei migranti ritorni ai criteri di stabilità dei precedenti anni.

Terzo – Cosa è accaduto e sta accadendo nei Paesi della Siria, Iraq, Afghanistan, Nigeria, Eritrea e Somalia

Ognuno di questi Paesi ha avuto un percorso nella propria storia con eventi accaduti che hanno avuto un forte impatto sull’ immigrazione e nell’analisi approfondita che abbiamo eseguito in ognuno di questo Paese abbiamo rilevato quanto segue.

Instabilità dei Paesi Africani_Asiatici_1a

Instabilità dei Paesi Africani_Asiatici_1b

Instabilità dei Paesi Africani_Asiatici_2

Instabilità dei Paesi Africani_Asiatici_3

Instabilità dei Paesi Africani_Asiatici_3b

Instabilità dei Paesi Africani_Asiatici_4

( la maggiore parte delle informazioni vengono da https://it.wikipedia.org/wiki/Nigeria, https://it.wikipedia.org/wiki/Iraq, https://it.wikipedia.org/wiki/Siria, https://it.wikipedia.org/wiki/Afghanistan, https://it.wikipedia.org/wiki/Somalia, https://it.wikipedia.org/wiki/Eritrea, http://www.ilpost.it/2014/08/08/cosa-succede-in-iraq/# oltre che un’ analisi storica di ogni Paese)

Quarto – I motivi che hanno generato l’immigrazione dai Paesi della Siria, Iraq, Afghanistan, Nigeria, Eritrea e Somalia

Dall’analisi storica approfondita di ogni Paese è risultato evidente che la matrice che ha generato l’aumento dell’immigrazione dipende fortemente da un cambiamento significativo accaduto negli ultimi 10 anni nell’ambiente e nella stabilità di ogni Paese e i motivi che hanno generato le migrazioni sono i seguenti:

Instabilità dei Paesi Africani_Asiatici_5

Risulta evidente che i principali motivi che hanno generato sia la migrazione che l’instabilità di questi Paesi dipendono da:

  1. Un errore strategico negli interventi dei Paesi sia Europei che anche degli Stati Uniti e di altri Paesi mondiali tra cui la Russia, nella modalità con cui hanno seguito, gestito ed eseguito gli intervenuti in ogni Paese dove potevano evitare l’instabilità e la crescita della migrazione (es. l’esempio dell’IRAQ dove l’errore sia degli Stati Uniti che dell’Europa nella definizione dei diritti, delle responsabilità  e della scelta e gestione del Primo Ministro nel 2005 indica come se avessero applicato una gestione corretta il Paese non avrebbe neppure fatto creare l’ISIS)
  2. La mancanza di un’adeguatezza con cui intervenire in Paesi che sono aperti nell’evoluzione e nella crescita e che hanno richiesto interventi ma in cui l’attività dei Paesi Europei e USA sono concentrate su una lucrosità delle proprie imprese (es. Joint Venture petroliere in Nigeria) senza alcun adeguato rispetto su tutte le esigenze reali del Paese (es. risposte ai Piani di investimenti richiesti dalla Somalia)
  3. La mancanza di una puntuale e appropriata proposta di supporto  ai Paesi che sono passati da un periodo storico di forte instabilità e che hanno un significativo potenziale di crescita e di stabilità se le proposte a livello Europeo e dei Paesi Mondiali fossero adeguati alle loro effettive esigenze (es. esigenze dei Paesi dell’Eritrea e Afghanistan)

Quinto – l’esempio del paradosso degli investimenti delle imprese petrolifere in Nigeria con soli guadagni e inquinamento disastroso dell’ambiente del Paese

Uno degli esempi più significativi degli errori strategici concessi da tutti i Paesi Europei, USA e del Mondo è quello di come operano proprio le loro imprese petrolifere in Nigeria dove è ancora estensivamente praticato il gas flaring, un processo fortemente inquinante per l’atmosfera in cui il gas associato alla produzione di petrolio, ove non facilmente commerciabile, viene bruciato liberando ingenti quantità di anidride carbonica. La disastrosa situazione ambientale e sociale in cui versa il delta del Niger viene ribadita dalla sentenza della Corte di Giustizia della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas, dicembre 2012), che evidenzia come le compagnie e le Joint Venture petrolifere che operano nel paese (Nigerian National Petroleum Company, Shell Petroleum Development Company, ELF Petroleum Nigeria ltd, AGIP Nigeria PLC, Chevron Oil Nigeria PLC, Total Nigeria PLC and Exxon Mobil) siano responsabili, con la copertura del governo nazionale, per i gravi e ripetuti abusi perpetrati e sottolinea l’esigenza per il governo stesso di riportare tali società alle proprie responsabilità.

Il risultato di queste azioni cos’è? Solo guadagni ricchi per le compagnie ,le Joint Venture petrolifere e il Governo!.

Ma come è possibile che l’ONU, la Comunità Europea e ogni Paese da cui vengono le Joint Venture petrolifere della Nigeria non intervengono drasticamente su queste imprese e anche sulle regole del Governo per evitare le conseguenze di queste azioni sia sull’immigrazione e anche  sul degrado ambientale di questo Paese?

Il principio del cambiamento e degli interventi da eseguire nei Paesi per trasformare l’Immigrazione invasiva  in migrazione consapevole e la criticità in salvezza

L’indagine che abbiamo elaborato evidenzia in modo inequivocabile che la crescita dei migranti fino ad arrivare all’invasione non dipende da quello che loro fanno per raggiungere i Paesi Europei, ma da una serie di errori strategici degli interventi negli ultimi 20 anni sia dei Paesi Europei e anche dagli altri Paesi del mondo (USA, Russia, ecc.) proprio nelle azioni che hanno effettuato in questi principali Paesi della Siria, Iraq, Afghanistan, Nigeria, Eritrea e Somalia.

In realtà risulta evidente che la visione che hanno avuto dalle esigenze vere e fondamentali di questi Paesi sono state per una buona parte inadeguate, sbagliate, limitate nella corretta considerazione di tutte le componenti da valutare in ogni iniziativa e troppo indirizzate più ai loro interessi (es. Joint Venture petroliere in Nigeria) piuttosto che a quello di cui ogni Paese ha veramente bisogno, e questa inadeguatezza ha portato questi Paesi a non emergere e a non raggiungere l’obiettivo di crescita economica, di qualità della vita e di stabilità.

L’obiettivo di trasformare gli immigrati in Europa in ogni anno da 1.000.000 a 20.000 passando dalla migrazione invasiva a quella consapevole e il riscatto della crescita e della stabilità dei principali Paesi che hanno una delle maggiori criticità nel mondo (Siria, Iraq, Afghanistan, Nigeria, Eritrea e Somalia) dipenderà dall’attuare il principio del cambiamento, che richiede questi interventi.

1.a Fase – la crisi economica nel mondo per diventare crescita e stabilità richiede che l’attenzione e l’intervento per la crescita sia concentrato proprio sui Paesi che hanno la maggiore difficoltà

La crisi economica mondiale sta portando sempre di più i principali Paesi del mondo, Stati Uniti, Cina, Europa, Russia, India e i Paesi Arabi e Asiatici con maggiore ricchezza, ad essere molto concentrati sugli interventi per la crescita economica dei propri Paesi, e questo sta dimostrando negli ultimi 10 anni che nonostante tutti gli sforzi e gli interventi eseguiti, non si è ancora raggiunti a un aumento significativo, continuo e stabile della crescita nel mondo intero.

In realtà uno dei fattori che incide significativamente sul perdurare di una mancata crescita è proprio la mancanza di interventi adeguati proprio nei Paesi che hanno la maggiore instabilità e crisi economica.

L’evoluzione dell’economia e della stabilità del mondo intero richiede che ci si renda conto che è proprio il legame , la collaborazione reciproca e la condivisione tra tutti i Paesi che darà la vera stabilità e crescita. Il potere economico di questa sinergia reciproca tra tutti i Paesi avrà un effetto sulla crescita economica 10 volte maggiore della crescita che stanno cercando di conseguire i principali Paesi del mondo, perché è la sinergia, la collaborazione e il riscatto della crescita dei Paesi che sono in maggiore difficoltà che porteranno a un “effetto domino” nel mondo senza precedenti, con una crescita e stabilità economica perenne.

Raggiungere questi obiettivi dai principali Paesi nel mondo porterà oltre alla crescita economica e di stabilità, anche a poter influire significativamente a ridurre le conseguenze che sono cresciute significativamente negli ultimi 10 anni proprio dall’instabilità e dalla crisi di molti Paesi, tra cui una di quelle più significative è quella degli immigrati e del terrorismo.

Stabilire la decisione di portare al ripristino l’economia e la stabilità dei Paesi che hanno il maggiore effetto negli immigrati e anche nel terrorismo, diventa quindi la scelta strategica più importante per tutto il mondo.

2.a Fase – Stabilire nuove regole con cui devono essere gestiti gli interventi nei Paesi del Mondo

In base alle suddette considerazioni strategiche la prima decisione è di definire e di proporre a livello Europeo, all’ONU e a ogni altro Paese che interviene su altri Paesi nel mondo (es. USA, Russia, Cina, ecc.) nuove normative con cui saranno attuati i piani di intervento con un obiettivo: concedere gli interventi nei Paesi del Mondo che hanno bisogno di assistenza e supporto per la crescita e stabilità, nel momento in cui che vengono attuate le seguenti nuove regole rispettose di tutte le esigenze di ogni Paese:

  1. Le organizzazioni e le imprese che vogliono intervenire per la crescita economica e la ricostruzione dell’ambiente, della qualità della vita, della stabilità e della sicurezza di ogni Paese, saranno abilitate a intervenire se i Piani degli interventi che proporranno rispetteranno tutte le seguenti norme definite dall’ONU e dalla Comunità Europea sul rispetto delle esigenze ambientali, dei diritti umani e delle esigenze specifiche di ogni Paese senza alcuna violazione ai diritti umani e istituzionali accertati che ogni Paese ha adottato.
  2. Ogni Impresa e organizzazione verrà controllata annualmente  dai Paesi da cui pervengono, dall’ONU e dalla CEE (se pervengono dall’Europa) sul rispetto delle nuove normative e nel caso in cui le normative vengano violate alle suddette strutture verrà revocato l’accordo di intervento nel Paese e non verrà concessa l’attivazione di interventi in nessun altro Paese fino a quando non sarà garantito e attuato il rispetto di tutte le esigenze e dei diritti di ogni Paese
  3. I Paesi nel mondo che hanno l’esigenza di un supporto per la crescita economica e la ricostruzione dell’ambiente, della qualità della vita, della stabilità e della sicurezza di ogni Paese potranno richiedere gli interventi delle organizzazioni e delle imprese per le loro specifiche necessità se rispetteranno le esigenze e i diritti della propria popolazione e le esigenze ambientali, senza violare le norme stabilite dall’ONU e dalla CEE per ogni essere umano e senza eseguire soprusi e violenze della popolazione, sul territorio e sulle organizzazioni nel territorio.
  4. I Paesi che non rispetteranno le suddette norme dei diritti umani e delle esigenze della popolazione e dell’ambiente territoriale in cui sono collocate, non potranno avere accesso ai finanziamenti e alle risorse che saranno resi disponibili per queste tipologie di Paesi 

3.a Fase – Proporre piani adeguati di intervento ai Paesi della Siria, Iraq, Afghanistan, Nigeria, Eritrea e Somalia

La seconda decisione strategica è quella di proporre da parte della Comunità Europea e anche dagli USA e da ogni altro Paese del mondo che ne è interessato,  Piani adeguati di intervento ai Paesi della Siria, Iraq, Afghanistan, Nigeria, Eritrea e Somalia, ovvero ai Paesi nei quali c’è sia la maggiore quantità dei migranti generati ma anche in cui c’è una instabilità, una precarietà economica e una violenza della popolazione molto elevata.

L’obiettivo strategico di questi Piani è sia la ricostruzione di una stabilità complessiva di ogni Paese con una crescita economica, con il miglioramento della qualità ambientale e la valorizzazione delle etnie differenti della popolazione al fine di consentire il rispetto, e con una collaborazione e una sinergia tra tutta la popolazione del Paese, consentendo alla stabilità realizzata di consentire che non ci siano più scontri e violenze tra la popolazione dei Paesi.

I Piani da proporre a ogni Paese partono da tre finalità:

  • valorizzare le differenze di cultura delle etnie presenti in ogni Paese al fine di far si che ogni popolazione non sia violata e cancellata, ma valorizzata
  • definire nuove regole del ruolo dei Primi Ministri al fine di garantire che la violazione delle esigenze e delle necessità prioritarie e dei diritti del Paese in cui operino, consenta la revoca del suo ruolo anche in date anticipate alla scadenza della nomina
  • valorizzare il potenziale di crescita economica che c’è in ogni Paese trasformando le criticità in opportunità di maggiore stabilità economica e sociale

Crescita di Siria

Crescita di Iraq

Crescita di afghanistan

Crescita di Nigeria

Crescita di Eritrea

Crescita di Somalia

4.a Fase – Cosa consente al mondo di fare la differenza? “SAVE THE WORLD” – Dare l’opportunità alle organizzazioni considerate le più terroriste e pericolose a diventare le organizzazioni che siano i migliori protagonisti per salvare il mondo

Il cambiamento più significativo nel mondo non avverrà solo dalla crescita economica e dalla maggiore stabilità dei Paesi, compresi quelli con un maggiore impatto sui migranti, ma avverrà se ci sarà il coraggio e la responsabilità di dare la possibilità proprio alle organizzazioni, alla popolazione e ai Paesi più violenti e terroristi del mondo di poter scegliere una possibilità di diventare uno dei migliori protagonisti per salvare il mondo.

Continuare ad essere guerriglieri, ad effettuare scontri, a uccidere la popolazione, a distruggere luoghi di culto e dei Paesi che hanno un valore storico, cosa servirà a queste organizzazioni nel loro futuro? A niente. Saranno solo nell’elenco dei soggetti più odiati, ma se sceglieranno di essere “SAVE THE WORLD”, la loro vita, il loro futuro, la loro speranza risorgerà come nel Riscatto delle Fenice, dove la cenere diventerà germe, grandezza e uno dei ruoli che salverà più di tutti i Paesi nel mondo.

SAVE THE WORLD, la rinascita del cambiamento nel mondo

  1. Ogni organizzazione, etnia e popolazione considerata la più terrorista e pericolosa  nel mondo potrà accedere al progetto “SAVE THE WORLD”, con l’obiettivo di fare si che queste organizzazioni e la loro popolazione si converta da terrorista e unità pericolosa, nella migliore organizzazione per salvare i Paesi con maggiore difficoltà nel mondo
  2. L’adesione a “SAVE THE WORLD” consentirà a ogni organizzazione e popolazione che con loro opera di aderire  e di partecipare ai progetti per la crescita economica, per la riqualificazione dell’ ambiente e della sicurezza di ogni Paese con maggiori difficoltà e di cui ne hanno bisogno per svolgere questo ruolo
  3. Ogni organizzazione, etnia e popolazione che aderirà al progetto “SAVE THE WORLD” avrà la possibilità di aderire come organizzazione con maggiore privilegio rispetto a qualunque altra organizzazione ai progetti di crescita economica e di riqualificazione dell’ambiente dei Paesi che saranno dichiarati, tra cui soprattutto quelli dei Paesi in cui risiedono e quelli dei Paesi nell’area territoriale in cui operano (es. Africa, Asia, ecc.)
  4. L’adesione al progetto “SAVE THE WORLD” consentirà a queste organizzazioni e alla loro popolazione di indicare le risorse che hanno specifici requisiti e interessi operativi a cui interessa migliorare le competenze per essere gli operatori nei progetti per salvare il mondo. L’ adesione a questo interesse consentirà a queste organizzazioni ad avere degli investimenti e/o delle collocazioni a cui poter accedere per avere una maggiore formazione sugli interventi da svolgere nei progetti dei Paesi
  5. Ogni organizzazione, etnia e popolazione che intende aderire al progetto “SAVE THE WORLD”, dovrà sottoscrivere un accordo con l’ONU e con la Comunità Europea in cui accetta di interrompere e non eseguire nessuna azione con armi di qualunque genere, evitando qualunque sparatoria ed esplosione di bombe a nessuna persona e in nessun luogo, ed accetterà di lasciare le località che aveva invaso di proprietà di altri Paesi e soggetti, facendo rientrare tutta la propria popolazione nella località da cui hanno origine
  6. SAVE THE WORLD ha un obiettivo: essere l’ organizzazione nel mondo per dimostrare come questo processo di cambiamento consentirà di trasformare le organizzazioni e la popolazione  più terroristiche e pericolose come le migliori del mondo, per far si che la loro competenza e volontà diventi il migliore protagonista per salvare i Paesi del mondo

La proposta allo Stato Islamico-ISIS, ai Talebani e a ogni organizzazione pericolosa nel mondo: diventare “SAVE THE WORLD” , ovvero l’organizzazione che salverà i Paesi con maggiore criticità in Africa, Asia e in tutto il mondo

Lo Stato Islamico-ISIS dell‘ IRAQ e i Talebani  dell’Afghanistan sono le prime organizzazioni a cui viene proposto di diventare i primi ad aderire a “SAVE THE WORLD” e questo proprio perché oggi sono considerate le organizzazioni più rischiose e più pericolose del mondo, ed è proprio per questo che se queste organizzazioni e questa popolazione sceglierà di diventare “SAVE THE WORLD”, saranno proprio loro a poter essere i migliori protagonisti per la crescita dei più difficili Paesi dell’Africa e dell’Asia.

Il mondo ha bisogno che proprio loro diventino questo!

Il mondo non cambia se la popolazione delle organizzazioni più rischiose, più terroriste e più pericolose del mondo vengano arrestate e rinchiuse in luoghi dove non esisteranno più, ma se vengono perdonate dando a loro la possibilità di riconoscere quello che sono e di poter scegliere se vogliono essere la popolazione che salverà più di tutti nel mondo.

E sarà cosi che nel momento in cui queste organizzazioni e questa popolazione sceglieranno di essere “SAVE THE WORLD”, la luce, la saggezza, la benedizione e la misericordia di Allha e di Dio saranno con loro e li porteranno ad essere coloro che salveranno più di tutti il mondo.

5.a Fase – Se sarà attivato “SAVE THE WORLD” e tutte le proproste ai Paesi dei migranti allora possono cambiare le regole sull’accoglienza dei migranti

Quando ogni Paese da cui pervengono i migranti è aiutato e sostenuto in modo adeguato secondo i progetti che gli consentono di diventare Paesi stabili e con sicurezza economica e quando SAVE-THE-WORLD verrà applicato a tutte le organizzazioni che influiscono sull’effetto dei migranti, questo diventerà il momento in cui sia l’Italia e anche ogni altro Paese in Europa in cui dovessero arrivare dei migranti, avranno il diritto di prendere ogni migrante che arriva clandestinamente e di riportarlo al Paese da cui perviene e questo per un motivo: che il loro Paese ha deciso di aiutarli e sostenerli. La realtà vera è che nel nuovo contesto la quantità dei migranti non sarà sicuramente elevata con queste nuove soluzioni, ma se ne dovessero ancora arrivare, allora si che i Paesi avranno il diritto di riportarli al loro Paese d’origine con una motivazione a tutti i migranti dichiarata “il vostro Paese è aiutato da noi per darvi la stabilità e la sicurezza e se vorrete venire nel nostro Paese lo dovrete fare rispettando le regole dell’accesso ordinario”.

Questa è l’unica verità che consentirà a ogni Paese d’Europa a non ricevere più nessun migrante clandestino, ma solo se le regole indicate saranno applicate e rispettate, perchè di fatto non vorrà dire mancare di rispetto ai migranti, ma di essere intervenuti affinchè ogni migrante trovi i motivi per vivere e crescere proprio nel suo Paese d’origine.

Il cambiamento è iniziato

Indicare quali sono state le condizioni che hanno prodotto i migranti  “invasivi” in Europa,  quali sono stati gli scenari dei Paesi della Siria, Iraq, Afghanistan, Nigeria, Eritrea e Somalia che hanno realizzato le condizioni del perché la migrazione è avvenuta, dichiarare come è importante che il processo della crescita economica di questi Paesi deve accadere e di come le organizzazione più terroristiche e pericolosa nel mondo possono diventare i migliori protagonisti per salvare il mondo, è già l’inizio del cambiamento nel mondo.

Le parole dette indicano già che il cambiamento è iniziato, perché ogni parola, ogni senso, ogni luce che ogni parola genera per trasformare le criticità in grandezza e serenità e ogni progetto dichiarato che già guarda il possibile di ogni Paese del mondo, indicano già la traccia di quello che è possibile fare e il cambiamento già avviene.

E  saranno la consapevolezza di ogni persona, di ogni organizzazione e di ogni Governo di fronte a queste proposte che potranno far si che il cambiamento continui e diventi sempre di più vero, denso, percepibile, reale, per trasformare le difficoltà e le criticità del mondo in speranza, fiducia, serenità che il mondo attende.

Io sarò con voi

Iniziare questo percorso del cambiamento non sarà facile ed è per questo che io sarò sempre disponibile a incontrare  ogni Governo dei Paesi della Siria, Iraq, Afghanistan, Nigeria, Eritrea e Somalia, ogni responsabile e Governo dell’Italia, dell’Europa, degli Stati Uniti, dell’ONU e di qualunque altro Paese del mondo, e ogni organizzazione rischiosa e terrorista per dialogare insieme, per aiutarli a riflettere su questa opportunità e a poter scegliere con cortesia  e saggezza quello che gli consentirà di fare le scelte più giuste, perché sarà ognuno di loro che potrà salvare il mondo.

Nel momento più difficile, più critico, più complesso, più complicato, più drammatico, più sfiduciato del mondo, io ci sono, perché questo è il mio compito.

By Giovanni Roi

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